Orfani del Sole (recensione + intervista a Federico Tamanini)

da | 28 Apr 2025

Orfani del Sole di Federico Tamanini si rivela un'affascinante e ben congegnato romanzo cyberpunk. Ambientato in un futuro cupo in cui la memoria del passato è stata deliberatamente offuscata o alterata, il libro delinea una trama avvincente seguendo le intricate vicende di alcuni personaggi le cui esistenze si intersecano in un mondo sofferente a causa del degrado ambientale e di un pervasivo controllo dell'informazione.

Vengono esplorati temi profondi come la perdita dell'identità, la ricerca della verità in un'epoca di manipolazione, la forza dello spirito umano di fronte all'oblio e la necessità di salvaguardare la salute del nostro pianeta.

L'autore crea un'ambientazione fermente, vivace, che cattura il lettore dalla prima all'ultima pagina, trasmettendo un'inquietante impressione sulla natura umana, sulla fragilità della memoria e sul valore della conoscenza.

Orfani del Sole di Federico Tamanini

Di Federico Tamanini avevo già letto il racconto di fantascienza Gli altri sulla rivista World SF Italia Magazine 19 - che pubblicò anche il mio Flyball - quindi Orfani del Sole non è esattamente il mio primo approccio con l'autore. Anche il racconto mi era decisamente piaciuto, sono felice che questo romanzo sia stata una conferma!

La trama

La storia di Orfani del Sole inizia con Hugh, che vive isolato in un rifugio sotterraneo, e che con il trascorrere del tempo desidera sempre più conoscere la verità sul mondo esterno, di cui ha solo vaghe descrizioni e ricordi filtrati.

Terrence Hicks, un funzionario del Ministero della Rimembranza (il Palazzo della Memoria), si ritrova coinvolto in una pericolosa ricerca di memorie perdute, forse legate a un progetto segreto e al suo precario stato di salute. Questa ricerca lo mette in rotta di collisione con altri individui che cercano la stessa cosa, tra cui la misteriosa e potente Baba Yaga.

Parallelamente, nel sopramondo - una vasta realtà virtuale - operano entità come Quem, la cui coscienza esiste nello spazio digitale nonostante il suo corpo sia in coma nel mondo reale, e Mother, un'intelligenza artificiale che sta per essere disattivata ma che possiede ancora una grande quantità di informazioni.

La trama si concentra sulla ricerca di una memoria che potrebbe contenere la chiave per svelare verità nascoste sul passato del mondo. I personaggi si trovano così coinvolti in una complessa rete di segreti e manipolazioni, in un contesto in cui la vera storia dell'umanità è stata deliberatamente oscurata.

Ecco quello che mi è piaciuto...

... di più 🤩

Nonostante il romanzo parta col botto, con un'eccezionale scena claustrofobica che subito fa sorgere mille domande tutte ricche d'interesse, devo dire che la battaglia finale del capitolo Mondo e Sopramondo, la lotta per me ha rappresentato il momento più coinvolgente di tutto il romanzo, che in un paio di occasioni mi ha fatto domandare ma sta accadendo davvero?

La sovrapposizione degli scontri tra il mondo fisico e il sopramondo crea una grande tensione: da un lato la lotta disperata di Terrence contro le minacce fisiche - prima all'esterno e poi all'interno della villa di Baba Yaga - con in più il problema dell'enigma da decifrare.

Parallelamente, la furiosa battaglia nel sopramondo tra Lovelace (Ada) e Quem è carica di immaginazione e pericoli virtuali letali: le trasformazioni degli avatar, l'uso di armi digitali e la posta in gioco rendono questa parte il vero culmine narrativo.

L'interconnessione tra le due realtà, con le azioni nel sopramondo che influenzano gli eventi nel mondo fisico e viceversa, è gestita in modo efficace mantenendo alta la suspense. La sensazione che il destino di diversi personaggi e forse del mondo stesso sia appeso a questi scontri simultanei mi ha tenuto con il fiato sospeso!

... di meno 🫣

La cosa che mi è piaciuta di meno di Orfani del Sole è stata la conclusione, pur pregna di significati, con le riflessioni di Hugh sulla perdita, sulla memoria e sulla speranza.

Ho percepito le sue parole sul comportamento umano e sui rischi che corre l'umanità come, in un certo senso, retoriche.

Questi pensieri, per quanto condivisibili, mi sono sembrati ripetizioni di quello cui chiunque - leggendo la descrizione di Città Sette - sarebbe arrivato autonomamente, senza che fossero esplicitate in quel modo.

In questo senso, credo che tali considerazioni non abbiano aggiunto un particolare valore o un nuovo spunto alla narrazione in quel frangente, focalizzandosi su concetti che il lettore aveva già avuto modo di elaborare nel corso della lettura.

Citazioni da Orfani del Sole

Pagina 24 | posizione 433-434

Ora Osam non esisteva più. Il resto del corpo, come il resto del cervello, erano ancora lì, ma senza i ricordi servivano solo ad aggiungere al mondo sessanta chili di carne tiepida.

Pagina 27 | posizione 458-459

Macchine umane, limitate e distribuite, meno spaventose di una sola, immensa, intelligenza. Macchine umane che si potevano uccidere, che invecchiavano ed avevano ben note debolezze.

Pagina 57 | posizione 933-933

una mente ricostruita, riavviata, è una persona?

Pagina 57 | posizione 933-935

La grande domanda era appunto questa: a chi appartiene la copia della mente di una persona?

Pagina 59 | posizione 966-967

Aver rinunciato alla memoria è qualcosa di folle, non è da me. Nella memoria ci sono tutte le cose che ci rendono umani

Pagina 59 | posizione 967-967

Nella memoria ci sono tutte le cose che ci rendono umani

Pagina 72 | posizione 1187-1188

Città Sette era un non-luogo, nata solo per mantenere in vita i più stanchi, i peggiori, l’ultimo anello di quel lombrico famelico che era la specie umana.

Pagina 72 | posizione 1188-1191

“Non te ne fregava niente. Ecco cosa è accaduto. Non ci sono voluti i pompieri di Fahrenheit 451 per cancellare i ricordi…” “I cosa?” “Non importa.”

Pagina 103 | posizione 1662-1663

Prima o poi accadono cose che non erano mai accadute, ecco la vera novità del giorno.

Pagina 106 | posizione 1707-1708

Tornò alla musica synthwave che non costringeva a pensare.

Pagina 112 | posizione 1808-1808

La sua maledizione era includere una versione digitale delle emozioni umane.

Intervista a Federico Tamanini

Dati anagraficiNato a Padova 16/04/1977 residente a San Lazzaro di Savena (BO).
EsordioIl Dio Elettrico, Edizioni In Riga (2023).
Autore di riferimentoLovecraft.
Romanzo svoltaNon saprei indicarne uno solo. Di certo ricordo le notti leggendo Lovecraft al buio con la luce delle candele. Ho amato molto Dragonlance e di certo tanta fantascienza.
Letture preferiteSe c'è qualità mi piace sia la letteratura classica che quella attuale. Mi divido tra Dick e Dostoevskij, passando per la Nothomb.
Strumenti di scritturaPC (talvolta un portatile vintage del 1986).
Ti identifichi inCaramon della saga Dragonlance.
Miglior antagonistaRaistlin della saga Dragonlance (antagonista a momenti).
Se fossi un fantasy/sfI draghi del Crepuscolo d'Autunno (Weiss/Hickman).
Se fossi un giallo/noirMaigret (Simenon).
Federico Tamanini, autore di Orfani del Sole

In un mondo che corre veloce, dove la scrittura sembra spesso rincorrere mode e algoritmi, c'è ancora chi si ferma a raccontare storie difficili, proprio come Orfani del Sole.

In questa intervista a Federico Tamanini incontriamo uno scrittore che punta su autenticità, attenzione ai dettagli e voglia di esplorare ciò che ci circonda.

La memoria

In Orfani del Sole la memoria è presentata come un elemento fragile, manipolabile, che può essere selettivamente indebolito, cancellato, progressivamente ridotto, sostituito con falsi ricordi, trasferito digitalmente, e dove la sua perdita è vista sia come una violazione che come una condizione necessaria, fino a che punto l’identità individuale dipende dalla continuità e dall’integrità della memoria? Che cosa definisce l’essenza dell’essere umano e come si preserva il senso di sé in un simile scenario?

Nella storia raramente siamo stati in grado di anticipare i grandi cambiamenti, quelli che hanno richiesto enormi sforzi o enormi rinunce. La rivoluzione industriale è venuta, inarrestabile, e ha portato l’inquinamento, l’allontanamento dalla natura, ma anche nuove opportunità e un benessere economico senza precedenti, sebbene con forti disuguaglianze. La rivoluzione informatica ha mutato la vita e la socialità, ha creato mondi virtuali e forse ora ci donerà una nuova forma di intelletto, reale o simulato, con cui avere a che fare.

Ma tutto questo è nulla. Per adesso i tesori più grandi della mente umana non sono ancora del tutto violati. È vero che le testimonianze delle nostre vite sono sempre più condivise, ma il ricordo puro è solo nostro. Lo trasmettiamo se ci va, ma può rimanere privato. Il futuro forse non garantirà questo diritto.

Credo che sarà uno dei più grandi traumi della specie. Il ricordo è l’infrastruttura portante della personalità, elemento insostituibile della nostra identità. Quando potrà essere copiato, prelevato, inserito, manipolato nessuno potrà più essere certo di sé stesso, della sua natura interiore.

Non è l’unica insidia sul nostro cammino. Si aggiunga la ridotta disponibilità a ricordare e a valorizzare il ricordo, quando questo fosse di dubbia autenticità. Già oggi accade che non diamo importanza alla memoria storica e all’esperienza. Oggi non si tratta di tecnologie che ci entreranno nella mente, ma della tendenza a ridurre pazienza e attenzione, fino all’estrema sintesi di questa involuzione: la squalificazione del ricordo come elemento di pregio.

Pertanto se mi chiedi quale sia per me il valore del ricordo ti rispondo che è uno degli elementi fondanti della vita umana e rischiamo di perderlo. Per questo ho scritto Orfani del Sole, ma anche Il Peso degli Ultimi, che ha lo stesso scopo.

La realtà manipolata

Ecco un estratto dal capitolo 6:

La realtà aumentata era una sovrapposizione. Informazioni utili o commerciali erano sempre presenti nel campo visivo dei cittadini. Chi osservasse un piazzale che era stato adibito a giardino non poteva vedere la terra secca e morta. Davanti ai suoi occhi apparivano piante rigogliose. La qualità dell’illusione era modesta, ma sufficiente a non far impazzire otto milioni di cittadini di fronte a un deserto di cemento. E la connessione era costante, obbligatoria e bidirezionale, al contrario di quella verso il sopramondo, che andava attivata.

Un altro dal capitolo 21:

In città stavano nascendo tumulti e la Polizia già ingaggiava battaglia. Molti agenti i cui terminali per il sopramondo e per la realtà aumentata erano stati prontamente limitati a specifiche comunicazioni autorizzate, non comprendevano i motivi delle masse, perché non avevano potuto vedere né il vero aspetto del mondo che li circondava, né le molte informazioni sul passato dell’umanità.

Questi brani evidenziano un metodo di controllo cruciale: la sofisticazione della percezione della realtà e la limitazione dell’accesso alle informazioni in maniera capillare, attraverso l’imposizione massiva della realtà aumentata, che di fatto dovrebbe chiamarsi realtà manipolata.

Ti va di commentare questo aspetto, che tanto strizza l’occhio all’attuale ruolo dei social media in mobilità iperconnessa?

Grazie per aver usato il termine realtà manipolata, più adatto ad esprimere ciò che intendevo. Ritengo che quanto io ipotizzo sia già presente, magari in forma meno digitale. Ciò che osserviamo è coperto da un velo, che inizia dal commercio, con la falsificazione permanente dell’aspetto dei prodotti.

Le immagini e la narrazione pubblicitaria non hanno nessuna necessità di basarsi sul reale, possono limitarsi ad approssimare la vera natura del prodotto per evitare shock eccessivi all’apertura della scatola, ma in caso di bugia difficile da riconoscere ci si può spingere a livelli di falsità elevati.

Siamo al punto che quasi nulla di ciò che viene detto va creduto senza adeguato approfondimento. C’è però tutto quello che non possiamo approfondire di prima mano, ovvero il mondo più distante, quello che ci viene raccontato da lontano. Qui il reale diviene un mito e l’unica risorsa, la sola arma per difenderci è la pluralità delle fonti, nella speranza che il loro conflitto sia sufficiente a svelare qualcosa nel mezzo.

Nel mondo che descrivo la pluralità quasi non esiste più (la setta degli Interferenti è morente), la realtà aumentata ha un solo padrone e gode della massima efficacia. I social contemporanei, quelli nostri, di oggi, sono strumenti di manipolazione, ma ancora sono plurali (o almeno più di uno), sebbene la forza delle correnti non sia equivalente. Nella marea di dati si trovano pesci anomali che talvolta sono più falsi del falso che vogliono smascherare. Talvolta, però, questi pesci portano un messaggio potente. Spariranno? È un momento difficile, ma non lo considero del tutto negativo.

I social hanno molti peccati, ma sono strumenti in grado di metterci in contatto con tante dimensioni e quello che, semmai, va sviluppato meglio, è il nostro muscolo cerebrale, la nostra capacità di analizzare e dubitare. L’idea sarebbe di non considerare mai nessuna informazione vera di default, con l’eccezione di quelle irrilevanti che non devono rubarci energie. Si può fare, con cognizione e misura, senza cadere nella paranoia. Ovvio, ma non facile. I social possono anche aiutare, se ben avvicinati.

Piuttosto mi dispero nel vedere lo spazio dato alla cattiveria e alla mediocrità morale, sia online che offline. Ho poche parole dolci per chi RUBA un parcheggio per disabili avendo il fondoschiena troppo pesante per camminare o per chi RUBA un posto in fila superandola tutta per poi inserirsi a rischio di sportellate per uscire dalla tangenziale prima di altri.

Sono piccole cose, ma rappresentano una forma di idiozia che si riflette anche sui social. E spesso l’immagine di tali pezzi guasti dell’umanità viene manipolata vestendola della sfolgorante aura dell’audace, del vittorioso, del corridore che andando più forte, sputando sulle regole ottiene di più. La verità è che tale soggetto è un perdente, perché allontana lo scopo ultimo della nostra (più che fortunata, potenzialmente) specie: la felicità universale.

Ecco che la realtà manipolata ci mostra un giardino in fiore (il vittorioso), laddove in verità abbiamo una rovina di terra marcia e maleodorante (il ladro di diritti).

L’accesso in mobilità è solo un’estensione, per adesso. Ma è la base tecnologica per la realtà aumentata. O manipolata!

Il casting

Passiamo a un tema più leggero: ho letto Orfani del Sole appassionandomi davvero molto e – come credo spesso accada – ho provato a dare un volto ai personaggi. Se dovessi scegliere un personaggio noto da far recitare nei panni dei tuoi personaggi, chi sceglieresti? (Ho scritto se dovessi? Beh, devi! 🙂 )

Sono ben felice che ti sia appassionato!

Viggo Mortensen per Orfani del Sole
Hugh: facile: che ne dici di Viggo Mortensen in versione The Road?
Tom Hanks per Orfani del Sole
Terrence: non facile… di fatto Terrence è un debole, un bastardo da poco, a mezzo servizio. Ma ha il coraggio della disperazione. Uomo di modeste qualità, alquanto ordinario. I suoi comportamenti peggiori derivano dalla paura e dal dolore, non dalla brama di potere. Non mi vengono in mente ruoli famosi con queste caratteristiche, di norma questi tizi sono comunque forti in qualcosa, per esempio fisicamente (Biff Tannen) oppure sono coraggiosi, ma corrotti (Cypher di Matrix), o ancora sono proprio cattivoni top o vice. Terrence non è niente di tutto questo. Secondo me per un ruolo così difficile ci vuole Tom Hanks.
Doug Hutchison per Orfani del Sole
Quem: il male personificato. Personaggio tutto sommato facile, potrei dire banale. Vuole il peggio ed ha il potere di attuarlo. Nessuna morale. Nessun tradimento alle spalle. Solo una persona che, uscita dalle catene di una vita ordinaria e poi dalla prigionia di una malattia assoluta, libera il suo animo corrotto al 100%. Mi viene in mente Jeff Fahey e il suo Giobbe nel film Il Tagliaerbe, alla fine ovviamente, ma come tratti somatici potrebbe non essere adatto. Allora direi lui, con il volto di Toshiro Mifune. Solo che Giobbe, come sappiamo, dimostra anche pietà, pure al suo apice. Quindi no, non è adatto. Che ne dici del Master Control Program? Troppo digitale… Facciamo così: la guardia abietta del Miglio Verde con i poteri di Giobbe e l’animo implacabile dell’MCP!
Melissa McCarthy per Orfani del Sole
Ursula: la brutta strega della favola, giusto? Corpo deformato dagli innesti, un passato famigliare di gloria offuscata da recuperare. Fame di denaro e potere, piuttosto usuale, ma con uno scopo. Forse (ed è un caso) ci vuole proprio un’altra Ursula… quella della Sirenetta! Che ha pure le gambe strane.
Stefania Rocca per Orfani del Sole
Ada: scelta durissima. Il personaggio è nato per celebrare la memoria di Ada Lovelace (è ovvio, per chi legge), ma le sue azioni sono senza dubbio scollegate dalla vita della nota signora dell’informatica antica. Ho subito pensato a Naima di Nirvana, interpretata dalla bravissima Stefania Rocca.

15 giorni

Ho scoperto che per scrivere Orfani del Sole hai impiegato solo 15 giorni, anzi: 15 notti! Che danni ha subito la tua memoria per riuscire in quest’impresa? 🙂 E quando invece hai tempo per lavorare con serenità, come funziona il tuo momento creativo? Quanto ti dedichi alla scrittura? C’è qualcosa del tuo essere scrittore che cambieresti o che ritieni non ancora maturo e da sviluppare?

Esatto, quindici giorni. Mi perdonerai, quindi, qualche piccola svista… Scrivevo di notte, di domenica, la sera durante le trasferte di lavoro e nel resto del tempo pensavo alla trama. È stata una fulminazione. Una volta nella vita volevo provare questa esperienza. Ne sono uscito sfinito. Anzi, come si diceva a scuola dopo le gite, stanco, ma contento.

Io sono uno scrittore indisciplinato. Niente ora quotidiana imposta, niente metodologia rigorosa. Sono capace di non scrivere per un mese (ma allora leggo molto) e poi esplodere e buttare giù pezzi, dialoghi, immagini. È un casino, richiede rivisitazioni e correzioni, devo spesso amalgamare il tutto dopo aver concluso un romanzo. Ma queste meteore creative, singolarmente, mi piacciono troppo per piegarle a una disciplina del prodotto editoriale progettato e confezionato. Io non progetto niente nel dettaglio. Sto però cercando di decidere prima almeno una traccia generale e un contenuto ipotetico dei capitoli, per dare al lettore qualcosa di più amichevole.

Al momento io scrivo dieci racconti che poi vengono armonizzati in un romanzo. Sono il re delle trame parallele 😛 Cambierei questo aspetto, per concentrarmi di più su un filo conduttore e fare un favore a chi legge, inoltre ho tanto, ma proprio tanto da imparare in tema di costruzione dei personaggi. Sto studiando molti personaggi femminili, ancora non so rendere la differenza di sensibilità rispetto a quelli maschili. Insomma… non sono neanche al 20% di quello che vorrei essere.

Controdomanda

Ora fai tu una domanda all’intervistatore!

Carissimo Andrea, mi piacerebbe che raccontassi una tua memoria speciale, naturalmente scelta tra quelle condivisibili, per dare valore ai ricordi. Ti faccio un esempio: io rammento bene i minuti che seguivano l’arrivo in Trentino, per andare dalla nonna, dopo essere stati per mesi a Bologna (dove mio padre lavorava e dove ho vissuto fino a pochi anni fa). Ricordo il profumo della cucina, la freschezza dell’abito a fiori della nonna, il suo abbraccio e il saluto, sempre quello: Ciao, beleza!

Bene, cerco di mantenere il tema del viaggio: ricordo come se accadesse in questo momento quando, da bambino, si rientrava a ora tarda da una gita. Nel momento in cui l’auto si spegneva, mi risvegliavo dal torpore del viaggio e mi sembrava di trovarmi in uno stato sospeso, quasi etereo. Era un attimo breve ma intenso, in cui il confine tra sogno e realtà sembrava sfumare.

Contatti

Come ultima domanda ti chiedo di spiegarci come fare a seguirti per rimanere aggiornati sulle tue attività letterarie.

Mi presento spesso ai lettori, per esempio il 18 maggio li incontrerò alla Fiera del Libro di Torino alle ore 11 (evento sul sito della Fiera, cercate Tamanini), oppure a settembre a Modena, a ottobre a Baranzate e… chissà, forse a Trieste a novembre per il premio Mondofuturo? L’anno scorso ero là come finalista, ma no, non spero in altrettanta fortuna! Sui social mi trovate su Facebook con il mio nome e cognome dove pubblico spesso recensioni di libri (anche videorecensioni). Non dedico molto tempo alla promozione dei miei libri, preferisco leggere e scrivere di altre opere, ma chiaramente quando accade qualcosa lo diffondo!

Acquista Orfani del Sole

Un grazie a Federico che ha accettato di partecipare, e ora corriamo tutti a scoprire il mondo di Orfani del Sole cliccando siffatto pulsante!

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