SPLASC

da | 16 Ott 2023

Da relativamente poco tempo - quest'estate a occhio e croce - ho adottato la tecnica di appuntare le idee per nuovi racconti in senso letterale: con una puntina a una bacheca di sughero. Insieme ai foglietti con queste idee, ho aggiunto anche i titoli di alcuni vecchi racconti brevi che iniziai un bel po' di tempo fa e che per un motivo o per l'altro ho abbandonato (non voglio fare il vago per darmi un tono, il fatto è che proprio non ricordo).

Caffè Camillo

Può sembrare un metodo arcaico, ma averli sempre a portata visiva è più stimolante di dover aprire un software o la tal pagina di un quaderno. Questa settimana, in cui la bozza di JTTP (Jack Tano - titolo provvisorio) è sottoposta al mio primo beta lettore, ne ho approfittato per recuperare pezzi mai trascritti al PC, per lo più poesie e racconti lasciati a metà, fra cui anche uno di questi col titolo in bacheca.

Da recitare a Camillo

Ammetto che ricordavo solo il titolo - ispirato al nome di un mio pesciolino rosso del passato - e che appunto narrasse la storia di un pesciolino. Così come non ricordavo perché l'avessi mollato, allo stesso modo non ricordavo di che parlasse, ma soprattutto... non ricordavo che in realtà l'avevo finito!

Per ma quella albero che

Ecco dunque svelato il motivo per cui l'avevo mollato: era finito! E io che man mano leggevo pensavo potrei far evolvere la storia in questo modo e effettivamente la storia continuava così; sarebbe bello che ora accadesse questo ed eccolo accadere! Diciamo che il tempo non mi ha fatto cambiare troppo il modo di pensare a una storia. Il tempo... eh già, ne è passato un bel po'! Quasi la bellezza di 13 anni!

SPLASC

Ecco quel che si dice ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo! Il titolo del racconto è Un pesce non sa cosa vuol dire la sete, nella forma della fiaba per l'apprezzabilissima lunghezza di oltre 1.100 parole, scarabocchi esclusi.

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Marina
1 anno fa

Poco male. Io ho trovato dei racconti scritti appena l’anno scorso e ne ho fatto polpette! Altroché non cambiare il modo di pensare a una storia!

Andrea Cabassi
1 anno fa
Rispondi  Marina

Poi dicono che la scrittura non riempie lo stomaco! 😀

Ranyyl
Ranyyl
1 anno fa

Ha lo stesso titolo della canzone di Sanremo