Vox di Christina Dalcher (in più di 100 parole)

da | 13 Lug 2023

Vox di Christina Dalcher è un romanzo distopico avvincente e provocatorio che ci trasporta in un futuro inquietante, in cui il governo teocratico USA ha privato ogni donna del potere dell'eloquenza. Nella società immaginata da Dalcher, le donne sono costrette a indossare dei bracciali conta parole che le limitano a sole 100 parole al giorno, superate le quali subiscono una dolorosa scarica elettrica.

Protagonista di Vox è Jean McClellan, ex brillante linguista, ridotta al parziale silenzio forzato, costretta a sottostare al sistema patriarcale che ha preso il sopravvento sulla società. Ma quando si rende conto delle ripercussioni di quello stile di vita inumano sulla sua giovane figlia, si rende conto che deve fare qualcosa per ribellarsi.

Quarta di copertina

Vox di Christina Dalcher
Jean McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere. Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto. Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro. Ma è l'unica che ora ha la possibilità di ribellarsi. Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne. Limite di 100 parole raggiunto.

Citazioni da Vox

Posizione 171-173

Alla fine, che differenza c’è tra un manipolo di buzzurri sperduti nel nulla che consigliano di sposare ragazzine adolescenti e un gruppo di ubriaconi in maschera che lanciano perline a chiunque metta in mostra le tette su St. Charles Avenue?

Posizione 306-306

non puoi protestare contro qualcosa che non ti aspetti.

Posizione 526-527

il golf: un distillato di noia con mazze e palline.

Posizione 625-626

Io mi ritraggo d’istinto, come un cane randagio spaventato che sa cosa significa cadere in trappola.

Posizione 730-731

più di tutto, mi manca sperare.

Posizione 1280-1281

Quel semestre era stato l’inizio della fine per me e Jackie. Avevo cominciato a frequentare Patrick e preferivo le nostre chiacchierate notturne sui processi cognitivi agli sfoghi rabbiosi di Jackie contro qualunque cosa.

Posizione 1326-1327

Ultimamente, sembra che tutto sia una scelta fra diversi gradi di odio.

Posizione 1358-1361

Forse è questo che è capitato in Germania coi nazisti, in Bosnia coi serbi, in Ruanda con gli hutu. Mi sono chiesta spesso come facciano dei ragazzini a diventare dei mostri, come imparino che uccidere è giusto e l’oppressione legittima, come faccia il mondo a essere stravolto fino a diventare irriconoscibile nell’arco di una sola generazione. Non è poi così difficile.

Posizione 1369-1370

Morgan è un idiota che non sa di esserlo. La specie peggiore.

Posizione 1376-1376

Parole, passaporti, soldi: persino i criminali ne hanno due su tre.

Posizione 1512-1513

Per capire il vero carattere di un uomo, penso che sia necessario vedere come si comporta quando una donna gli vomita davanti

Posizione 1579-1586

Sapevo che c’erano due pesi e due misure, che esistevano club privati che erano sbucati in città sia piccole sia grandi, dove gli uomini single con le carte in regola potevano andare a scaricare stress e sperma su professioniste dell’intrattenimento. Patrick me ne aveva parlato dopo aver sentito una conversazione al lavoro. Erano l’unico posto in cui si poteva ancora trovare un pacchetto di preservativi. La prostituzione è la professione più vecchia del mondo, dicono. E non si può eliminare qualcosa di così antico. Inoltre gli omosessuali erano stati sistemati nei campi di prigionia e le adultere come Annie Wilson lavoravano in fattorie in North Dakota o nel Midwest rurale. I Puri dovevano occuparsi delle donne single che non avevano una famiglia che le potesse accogliere, perché non potevano certo vivere da sole, senza favella né entrate. Hanno dato loro una scelta: sposatevi o entrate in un bordello.

Posizione 1642-1643

Le labbra si muovono appena mentre parla; il torace robusto non sembra seguire il movimento abituale di chi respira.

Posizione 1678-1679

Ha la stazza di un congelatore industriale ed è silenzioso come una tomba. Ha l’aria di uno che ha ucciso per Dio o per la patria. O per soldi.

Posizione 1688-1690

«Porca puttana», dice Lin. Morgan sembra scandalizzato. Bene. Lorenzo pronuncia una parola sola in italiano, che però è un concentrato di significati. «Cazzo.»

Posizione 1709-1711

Lorenzo si sta ancora guardando attorno, in questa stanza che potrebbe contenere cinque laboratori scolastici di chimica. Siamo solo tre. Quattro, se contiamo Morgan, ma nessuno lo fa.

Posizione 1722-1723

La National Science Foundation si è trattenuta a malapena dal mettere l’emoticon che ride sulla nostra ultima richiesta di fondi

Posizione 1829-1831

Tra saluti, baci e promesse di risentirci domani, ci vogliono dieci minuti buoni per chiudere la chiamata. Se le donne italiane avessero un numero di parole limitato cui attingere come noi, le sprecherebbero tutte per salutare alla fine di una conversazione.

Posizione 1831-1833

Solo dopo aver chiuso FaceTime noto la busta di carta sulla scrivania di Patrick. Sopra, a lettere cubitali, c’è scritto TOP SECRET. Chiunque abbia avuto la brillante idea di segnalare documenti classificati con scritte rosse che ne suggeriscono il contenuto era un imbecille.

Posizione 1896-1899

Mi aspetto di sentire da un momento all’altro il campanello, un suono del tutto normale, che una volta sentivo con piacere. I campanelli significano amici in visita durante le vacanze, pacchi in arrivo, coppie di giovanotti amichevoli dallo Utah, sempre gradevoli e gentili a dispetto della mia resistenza alla conversione. I campanelli significano bambini mascherati da fantasmi e goblin e principesse e supereroi che urlano: «Dolcetto o scherzetto?»

Posizione 1982-1983

«Puoi sempre partire da una cosa piccola, Jeanie. Partecipa a una manifestazione, distribuisci volantini, parla alla gente di ciò che succede. Non devi mica cambiare il mondo da sola, sai.»

Posizione 2006-2008

«Piantala, tesoro.» Deve vedere quel filmato, anzi, dovrebbe essere legato alla sedia con le palpebre spalancate a forza, come quel figlio di puttana nel film tratto dal romanzo di Anthony Burgess.

Posizione 2134-2134

«Bellezza, c’è sempre una resistenza.

Posizione 2281-2284

Lorenzo. Devo trovare Lorenzo. Un tacco mi s’incastra nello spazio vuoto tra l’ascensore e il pavimento; che cosa stupida, i tacchi alti. Jackie diceva che erano macabri, come la pratica cinese di fasciare i piedi. «Un’invenzione del cazzo. Creati da qualche maschio stronzo per fare in modo che le donne barcollino, che gli camminino due passi indietro», diceva seduta sul divano, facendo ruotare il piede che calzava un sandalo.

Posizione 2317-2319

«Meglio che vada.» Il tragitto fino alla fattoria di Sharon Ray durerà un’ora, considerato il traffico, e vorrei passare da Olivia King prima di cena, chiamare l’ospedale dov’è ricoverata mia madre e (non dimenticartene, Jean) far ubriacare mio marito per poter rubare documenti governativi classificati dal suo ufficio. È un bel programmino, per un venerdì sera qualunque.

Posizione 2456-2470

«Insomma, compare la sua immagine sullo schermo e Mr Gustavson ci dice che quello è il tipo di ragazza che tutti dobbiamo evitare, perché ha il demonio dentro di sé e ci trascinerebbe tutti a fondo… sai, tipo all’inferno.» «Santo cielo.» Cerca di ricomporsi, inspirando a fondo e parlando con voce più ferma. «Lo sai cos’ha detto?» Non credo di volerlo sapere. «No. Cosa?» «Ha detto che non si dovrebbe mai insultare la gente con parole come ’puttana’ o ’vacca’ o ’sgualdrina’. Però ha detto pure che qualche donna meritava di essere chiamata in quel modo. Come Julia. Così ci ha chiesto di urlarle contro quelle cose, mentre il filmato andava avanti. Sembrava così piccola, mamma. Così indifesa. E le hanno tagliato i capelli. Tutti quanti. Proprio a spazzola, capito? Mr Gustavson ha detto che hanno fatto bene. È quello che si faceva con gli eretici durante l’Inquisizione spagnola, e alle streghe a Salem.» Inizia a ridere, in modo quasi isterico. È la risata di un pazzo. Ma non smette di parlare. «E non è finita qui! Mr Gustavson si è messo a girare per l’aula sorridendo, e ci ha mostrato un foglio di carta coi peggiori insulti immaginabili scritti sopra. Ti ricordi quella cosa delle sette parolacce? Ecco, lì ce n’erano altre cinquanta. Poi ci ha chiesto di prendere un quaderno e di scrivere una lettera – una lettera personale, da ciascuno di noi – a Julia King, usando quante più di quelle cazzo di parolacce possibili. Dovevamo dirle che si meritava ciò che le stava capitando, e augurarle buon divertimento a spaccarsi la schiena nei campi.» Non reagisco nemmeno quando Steven dice cazzo. A confronto di tutto ciò che mi sta raccontando, quella parolaccia sembra una ninnananna. «E tu l’hai fatto?» «Ho dovuto, mamma. Se mi fossi rifiutato, avrebbero pensato…» La bocca gli si tende in un sorrisino. «Il male trionfa quando la gente perbene rinuncia all’azione. È così che si dice, giusto?»

Posizione 2549-2553

Da due minuti a questa parte, non sono più solo Jean. Sono Jean la ladra. O la traditrice. Mi chiedo quale tipo di punizione il reverendo Carl e il suo branco di Uomini Puri abbiano ideato per i sovversivi. In un mondo in cui le donne vengono spedite in Siberia – in North Dakota, cioè – per crimini innocui come la fornicazione, e in cui Jackie è condannata a marcire per sempre in un campo di concentramento per omosessuali, di sicuro alle donne che trafugano segreti di Stato sarà riservato un orribile trattamento specifico.

Posizione 2563-2564

Non siamo certo messi male come Winston Smith, che deve accucciarsi nell’unico angolo cieco del suo monolocale perché il Grande Fratello non l’osservi attraverso uno schermo, ma abbiamo telecamere anche noi.

Posizione 2643-2644

Appena quattro giorni, e tutta la mia vita è passata da brutta a schifosa

Posizione 2661-2663

Faccio la doccia più rapida della mia vita, mi pettino i capelli ancora sporchi e metto un paio di jeans larghi e una camicia di lino che lascio fuori dai pantaloni. Chi se ne importa dell’eleganza: ho caldo, ho fretta e sono incinta.

Posizione 2665-2667

L’hanno rasata, ovviamente, me lo aspettavo. Non mi aspettavo però che avrebbero fatto un lavoro così raffazzonato, neanche l’avesse fatto un cieco malato di Parkinson con un tosapecore.

Posizione 2811-2813

La macchina di Lorenzo è parcheggiata nel vialetto, e le ondate di calore che ancora fuoriescono dal cofano infiammano l’aria, distorcendo le immagini. È arrivato per primo, è ovvio: un automobilista italiano può benissimo andare a vivere altrove ma la sua guida folle lo seguirà ovunque

Posizione 2858-2859

Sì, invece. E non solo da giovedì, quando ho firmato il contratto con Morgan. Ho iniziato a essere responsabile due decenni fa, la prima volta che non ho votato

Posizione 3180-3181

Il sonno ha il pregio di cancellare tutto, almeno finché dura.

Posizione 3585-3587

Nel laboratorio c’è un televisore, uno schermo piatto grande come un campo da football. Una dimensione ragionevole – rifletto –, visto che di solito un uomo compra una TV del genere per passare i weekend a guardare altri uomini che danno calci a un pezzo di cotenna di maiale su un prato artificiale.

Posizione 3918-3919

Uno scricchiolio indica il momento in cui un paio di occhiali diventa inutilizzabile.

Posizione 4151-4152

E poi mi piace guardare le donne italiane. Parlano con le mani, con tutto il corpo, con tutta l’anima. E cantano.

Tora "legge" Vox

L’unico arricciamento nasale

Devo dire che l'unica cosa che mi ha lasciato davvero interdetto è l'aspetto tecnologico dei bracciali fulminatori: possibile che questi apparecchi relativamente piccoli possano rilasciare scariche tanto forti, tanto numerose e non aver mai bisogno di essere ricaricati? OK, io sospendo l'incredulità, ma volevo puntualizzarlo lo stesso!

Giudizio finale

Vox è un'opera angosciante (nella migliore tradizione del romanzo distopico!) che prova a mettere in luce l'importanza della resistenza contro l'oppressione, ed esplora temi fondamentali come la libertà di parola, il potere del linguaggio e il ruolo delle donne nella società.

Con uno stile di scrittura coinvolgente, Dalcher ci immerge in un futuro distopico che mette in discussione le nostre percezioni sulla libertà e l'uguaglianza di genere. Attraverso le vicende di Jean e delle altre donne coraggiose che incontrerà lungo il suo cammino, il romanzo ci propone le conseguenze devastanti di una società controllata dal potere religioso, in cui le parole possono essere controllate e manipolate.

Non ho potuto fare a meno di avvicinarlo a Il racconto dell'ancella: entrambe le protagoniste - Difred e Jean - affrontano una teocrazia oppressiva che limita le loro libertà e che mira a sottometterle, entrambe lottano per mantenere la propria identità e cercano di resistere alle restrizioni imposte dal regime. Sono caratteri coraggiosi che si ribellano contro le ingiustizie e cercano di trovare modi per opporsi alle forze che cercano di sopprimerle. Noi ne saremo capaci?

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3 Commenti
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Franco Battaglia
1 anno fa

Mi piacerebbe regalarlo a qualcuna che conosco.. ed ecco l’unico pensiero maschilista sbucato dal fondo dell’anima perversa..

Ranyyl
Ranyyl
1 anno fa

Ne ho sentito parlare anche io come romanzo distopico alla Racconto dell’ancella… grazie per la conferma della segnalazione…