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Dal primo capitolo dei testi profetici della Sacra Scuola del Riciclone di Hokuto:
Non si butta via niente.
Specialmente quando si tratta di lavori che hanno richiesto lacrime e sudore, ma anche il semplice sforzo non è da sottovalutare. Ecco perché nel corso dei secoli abbiamo inventato le scatole. Le scatole sono oggetti che contengono altri oggetti: geniale! E nel mondo moderno abbiamo integrato le scaole con strumenti digitali che svolgono lo stesso compito: le cartelle, alias directory alias archivi alias riempio il desktop di roba che non userò mai ma almeno so sempre dov'è, perché... il perché ce lo spiega un passo dal secondo capitolo dei testi profetici della Sacra Scuola del Riciclone di Hokuto:
Non si sa mai.
Il mio archivio
Devo dire che il mio archivio delle produzioni letterarie è piuttosto ben organizzato: è diviso per forma, classificato per genere e ordinato per stato, dalla bozza al pubblicato passando per stadi intermedi che ricordo solo quando ci devo mettere mano (più che ricordarli ne prendo atto, ma vabbè).
Poi ci sarebbero anche gli appunti, ma quelli preferisco considerarli opportunità da cogliere in modo casuale a seconda dei capricci del destino.
Il miracolo del riciclone
Perché ne parlo? Credo che - sfumatura più, sfumatura meno - siamo tutti fedeli adepti della Sacra Scuola del Ricicolone di Hokuto, no? Ebbene, quante volte però è successo che un pezzo scritto e lasciato a decantare in archivio calzasse con perfezione quasi chirurgica con un bisogno specifico del presente? A me quasi mai... fino a ora!
Sì, perché ravanando fra i miei vecchi scritti alla ricerca di qualcosa che rispettasse i vincoli imposti da un concorso letterario cui intendevo partecipare, mi è capitato un pezzo di cui non ricordavo che il titolo e rileggerlo è stata un'epifania.
Oltre al piacere nella lettura (cosa non afftto scontata in lavori così vecchi e mai rimaneggiati) ho trovato il pezzo del puzzle che si incastrava perfettamente in quello che sto scrivendo ora: un brano al cui interno avevo lasciato un asterisco, con la nota di sviluppare il collegamento più avanti.
Qualcuno potrebbe pensare a una cosa simile come a una specie di scorciatoia, di trucco o di imbroglio, come se rubare a se stessi fosse una pratica da evitare, un peccato. Io invece ho visto la meravigliosa opportunità di perpetrare un crimine senza parte lesa! Anzi di più: recuperare dall'arido dimenticatoio una gemma e permetterle di fiorire in un terreno fertile, vedi pure come sono poetico!
Uniamoci sotto la croce del riciclone e ringraziamo
Che poi non è una croce, ma visto che è un nome di successo, ricicliamo anche il nome di quest'iconografia!
Tu per che cosa devi ringraziare la Sacra Scuola del Riciclone di Hokuto? Se vuoi puoi anche rispondere ricicilando questo post, e quando non ti servirà più stampalo e conferiscilo nel bidone della carta.
Non è una ruberia, l’avevi comunque scritto tu.
Pure io soprattutto per i concorsi agisco spesso in questo modo.
Grazie per la comprensione 😀
Per i concorsi… boccaccia mia statti zitta! XD
Sei eco-friendly!
E consumo anche poco!
Avevo un mare di file in una cartella magica contenente varie cose scritte in tempi diversi, (appunti, stralci, bozze…), il tutto salvato in una chiavetta che custodivo con mooolta cura. Poi, un giorno, venne mio figlio, volle usare l’usb, volle restituirmela, volle lanciarmela da lontano per non darmela in mano, perché convinto che io fossi con i superpoteri e la chiavetta è finita rovinosamente a terra, riportando un danneggiamento permanente. Fine del riciclo… e anche della mia voglia di recuperare tutto quel ben di dio! SIGH
Noooooooooo! Maledette siano le chiavette USB, nate per semplificare la perdita di dati! Se mi capitasse una cosa del genere non so come la prenderei… considera che una volta ho perso (non so come in verità) il file di un racconto di cui ho comunque il cartaceo, e ancora quando ci penso mi sale l’ira funesta!
Io ho cartelline apposite dove finiscono pezzi di carta con abbozzi di creature, intere pagine di bloc notes spesso indecifrabili anche per l’autore (io), note a piè di pagina con velleità di romanzi e romanzi con caratteristiche di note a piè di paginetta. Insomma ogni volta che rispulcio, qualche ideuzza esce sempre fuori a forma esatta di quello che stavo cercando.. un riciclo creativo ma più spesso ancora un ciclo nuovo di zecca!! 😉
Giusto valorizzare anche quelli! Sul fatto di non capire la propria scrittura, a volte è stimolante per la creatività! 😀
Ho ancora su carta i raccontini che scrissi durante il liceo durante delle verifiche di italiano o inglese. La mia prof di inglese rimase molto colpita da quel mio racconto (per il colpo di scena finale, non molto sorprendente, in realtà, ma che comunque non si attendeva, dato il livello generale della classe e la tematica scelta, molto vicina a X-Files), tanto che mi diede 8 (e mi disse che mi avrebbe anche dato di più, se non avessi superato il limite di parole concesse). Dodici anni dopo, ampiamente rimaneggiato (e soprattutto con un finale decisamente più originale e migliore) divenne il racconto di apertura della mia prima antologia. In seguito scoprii che c’era un episodio di Ai Confini della Realtà con un finale abbastanza simile, ma all’epoca non potevo certo saperlo…
Io guardo Ai Confini della Realtà con un sentimento fra il timore e lo stupore, proprio per paura di scoprire che alcune idee non erano poi così originali: non ricordo i dettagli ma un episodio era lo svolgimenti perfetto di un’idea che avevo avuto e così tanti saluti!
Io quando scrivevo a scuola non era mai per un compito, anzi! 😀
Nel 2017 ho riciclato un raccontino, parlava di un biglietto musicale impazzito che si metteva a suonare da solo dentro un cassetto. L’ho inviato, opportunamente rivisto per rientrare nel numero di battute, a un contest di Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica. E’ stato selezionato nientepopodimenoche da Andrea Kerbaker, scrittore, segretario del Premio Bagutta e direttore di Tempo di Libri, e sono finita prima sul Corriere della Sera, emozione, e poi sull’antologia Storie di Carta. C’è stata una presentazione a Bookcity e Kerbaker a sorpresa mi ha fatto leggere il racconto lì, senza alcuna preparazione (un’ansia, ma un’ansia!!!) Insomma, in questo caso riciclare era in tema e mi ha pure premiato. 🙂
Bella l’idea del biglietto musicale impazzito, però doverlo leggere in pubblico senza preparazione sarà stata una bella sfida! 😀