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Questa è bella! Ho letto Abrakadabra. Storia dell'avvenire di Antonio Ghislanzoni perché un commento all'articolo Il 1° romanzo distopico italiano: Le meraviglie del Duemila, di Emilio Salgari sosteneva che fosse proprio Abakadabra il primo romanzo distopico italiano!
Le meraviglie del Duemila è stato pubblicato nel 1907, mentre Abrakadabra. Storia dell'avvenire è del 1884: la bellezza di 23 anni prima! È dunque così? È davvero Abrakadabra il primo romanzo distopico italiano? Devo cambiare il titolo all'articolo su Le meraviglie del Duemila? Prima di prendere decisioni avventate ho deciso di leggere il romanzo con i miei stessi occhi indagatori!
Abrakadabra: quarta di copertina
Abrakadabra (1884) è un romanzo di fantascienza surreale: le vicende sono ambientate nella Milano del 1982, tra gondole volanti e altre invenzioni surreali. Il volume fu pubblicato per la prima volta nel 1884, rappresentando, di fatto, uno dei primi esempi di proto-fantascienza italiana.
Antonio Ghislanzoni (Lecco 1824 - Caprino Bergamasco, Bergamo, 1893) fu librettista e letterato.
Antonio Ghislanzoni
Come possiamo leggere dalla quarta di copertina, Antonio Ghislanzoni fu anche librettista, ovvero l'autore dei libretti delle opere liriche. Giusto per fissare un punto di riferimento, fu librettista per Aida (da Wikipedia: Aida è un'opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale dell'archeologo francese Auguste Mariette), una delle opere liriche più famose al mondo.
Io che invece di opera lirica capisco ben poco, conosco Ghislanzoni per il romanzo La Contessa di Karolystria - Storia tragicomica, una divertente parodia di un romanzo d'avventura che lessi un paio di anni fa.
Prima della parte in cui do il peggio di me esprimendo giudizi non richiesti, ti lascio un po' di tempo per consultare le mie sottolineature da Abrakadabra, Storia dell’Avvenire!
Citazioni da Abrakadabra
Posizione 32-33
In paese correva voce che il signore fosse malato di cervello per eccessiva applicazione agli studi
Posizione 38-44
Il curato, il sindaco e il farmacista di C… per lui rappresentavano i tre partiti, la eterna invariabile trinità del pensiero umano, che a suo credere, era cominciata nella mente dei tre primi abitatori dell’universo. Il curato rappresentava il non possumus, la forza reazionaria; Il sindaco il liberale moderato o moderatore; Il farmacista l’uomo del progresso ad ogni costo, l’utopista rivoluzionario, che non ammette intervallo tra il pensiero e l’azione. Questi tre principii, come ognuno può immaginare, si detestavano cordialmente; e il loro attrito era scabro e sfavillante come quello dell’acciaio colla pietra.
Posizione 49-50
Essi amavano il buon vino con esemplare concordia;
Posizione 126-127
Coloro che si oppongono al progresso come quelli che pretendono moderarlo, rimarranno stritolati sotto le sue ruote prepotenti».
Posizione 127-127
Il terribile oratore pose fine alla sua arringa per essiccamento di fauci
Posizione 174-180
«La guerra! sublime spettacolo nelle epopee di Omero e di Ossian! Quando nel 1859, il cannone degli invalidi annunziò alla Francia la grande battaglia, la grande vittoria di Solferino, tutta la nazione si scosse di entusiasmo. Le contrade pavesate di drappi tricolori, le luminarie, i fuochi di gioia salutarono il fausto avvenimento. Ma sotto quella superficie festante, nella retroscena di quei splendidi entusiasmi, quante lacrime, quanti terrori! «Quarantamila morti! In verità il bullettino non poteva essere più splendido. Chi non ha gustato l’epico entusiasmo di quel grandioso massacro? L’avete voi veduto un campo di battaglia, una pianura di Solferino, dopo una grande vittoria? Quarantamila cadaveri o frammenti di carne umana, orribilmente pestati, confusi, ingrommati di caligine e di sangue?…
Posizione 224-226
Il curato si levò in piedi, e volgendosi all’uditorio con un gesto da dominus vobiscum, replicò a tutta voce due parole latine, il motto inesorabile, nel quale si riassume tutto il programma religioso e politico della setta clericale: «Non possumus!
Posizione 256-258
Il nostro non possumus data da secoli, e mette capo a quel libro divino, a cui non vorrete negare qualche autorità–parlo del vangelo. I pericoli e i danni della scienza universale sono prevenuti in quel codice santo, dove la povertà dello spirito e l’umiltà del cuore stabiliscono la base di una morale feconda di beatitudine.
Posizione 260-263
«Fummo avversi alla stampa, presaghi delle sue abbominazioni infrenabili; perseguitammo Galileo; ponemmo ostacolo per quanto era da noi alle temerarie pellegrinazioni di Colombo–abbiamo negato il vapore, contrastato il telegrafo, imprecato a tutti gli abusi della ragione, alla filosofia, all’esame critico, ai sacrileghi attentati della chimica e del magnetismo, due scienze di terribile avvenire!…
Posizione 277-278
Compiacetevi di abbandonare le astrazioni, e di scendere con me sul terreno della vita reale, a cui, se non mi inganno, voi altri liberali vi dimenticate troppo spesso di appartenere.
Posizione 294-297
Questi paria, questi schiavi della civiltà, che dovranno necessariamente moltiplicarsi per servire ai nuovi bisogni, ai nuovi comodi del secolo–impareranno anch’essi a leggere, a filosofare con voi? E qual sarà la catena per vincolarli alle cave tenebrose, al maglio rodente delle officine? Forse la coscienza del dovere?–Io
Posizione 338-341
«Perchè si dice progresso?… Moto è la parola. Se l’umanità progredisse nel meglio; quanto sarebbero da compiangere i nostri antenati, che vissero seimila anni prima di noi! Pure anch’essi lavoravano per la medesima illusione… e si affannavano in questo moto d’idee e di tentativi che non dà requie allo spirito umano.–Seimila anni di corsa; e dove siamo arrivati?…–Al punto di partenza. Valeva la pena di mettersi in cammino?…
Posizione 355-359
Il principio delle nazionalità, che rappresenta il non plus ultra del liberalismo contemporaneo, come dovrà apparire meschino e puerile fra un secolo, quando nel pensiero della comunanza di origine e della fratellanza naturale, l’uomo si dirà cosmopolita; quando le frontiere delle Alpi, dei fiumi e dei mari, scompariranno, insieme ai pregiudizii di razza; e l’umanità, che oggi pone il suo vanto nel suddividersi in cento frazioni nemiche, si riunirà tutta per formare una sola famiglia!
Posizione 396-398
Arrestare il movimento? Uccidere l’idea?–Non ha egli appreso dalla istoria che una idea, antica o nuova non importa, purchè lusinghi questo istintivo desiderio del meglio che è il principio motore della umanità, deve fare il suo cammino, svolgersi e completarsi nella esperienza fino a quando l’esperienza non la riprovi?
Posizione 480-482
–L’Abrakadabra–rispose il signore–è la storia perenne del movimento umano riflessa in un’epoca sconosciuta all’universale, in un’epoca avvenire.
Posizione 504-505
Finiva coll’amarli–e da ultimo, come il Dio della Genesi, si pentiva di averli creati.
Posizione 587-588
Istallarsi in Roma, consenziente la Curia, benevolo il papa, voleva dire per il governo italiano abdicazione di ogni idea liberale, di ogni principio di moralità.
Posizione 624-624
L’avvenire comincia a beffarsi del presente.
Posizione 627-629
Monarchia costituzionale o Repubblica, tale il dilemma rappresentato da due frazioni ugualmente ispirate da liberalismo. Le moltitudini si lasciavano imporre dalla parola senza badare all’essenza. Ignare di storia o dimentiche, non comprendevano che la tirannia può prendere tutti i nomi e inalberare tutte le bandiere.
Posizione 643-647
Lo statuto della Unione ha per base la santificazione di un diritto naturale che l’umanità per lunghi secoli disconobbe; il diritto di esistenza. Ciascun cittadino di Europa, dal giorno della nascita fino al giorno dell’estinzione, è alloggiato, vestito, nutrito a spese del comune. Questo comune, che noi chiameremo Famiglia per conformarci al linguaggio dei tempi, diviene necessariamente l’esclusivo proprietario delle terre, l’amministratore della sostanza pubblica.
Posizione 656-657
La coscrizione agraria prenderà il posto della coscrizione militare. Dai venti ai venticinque anni, per legge del nuovo Statuto, ciascun individuo della Unione sarà coltivatore.
Posizione 677-679
Dagli otto ai quindici anni–il tempo che i barbari del secolo precedente sprecavano nel latino e nel greco–oggi viene impiegato negli studi matematici e filosofici, nella storia, nella fisica, nella astronomia, nella geologia, e nella spiritodossia, di cui fa parte il magnetismo, il galvanismo animale, e l’ipoteticonia.
Posizione 713-714
Le multe criminali costituiscono per la famiglia una sorgente di reddito importantissimo. Desse furono sostituite, nel nuovo codice, alla pena di reclusione.
Posizione 739-741
E perchè l’uniforme obbligatoria agli adulti che percepiscono l’assegno di famiglia?–Una misura economica basata sull’orgoglio umano. Non accordandosi l’assegno agli adulti che a patto di indossare la uniforme del nullatenente, molti si asterranno per vergogna, e penseranno a guadagnarsi l’esistenza col lavoro.
Posizione 823-823
alle leggi e alle savie istituzioni sociali non è concesso mutare la natura dell’uomo.
Posizione 932-934
Quando io penso che il despotismo ha inventato la galera e la forca prima di stabilire il Diritto all’esistenza, debbo credere che le generazioni precedenti alla nostra non fossero al mondo che per espiare un delitto. Possiamo noi leggere le storie del passato, senza provare una specie di ribrezzo per coloro che ci hanno preceduti?
Posizione 957-958
–Io credo che l’amore abbia sempre esistito nel mondo–e che a lui si debba ogni sviluppo delle umane perfezioni.
Posizione 1011-1011
Rimescolare la materia, agitarla, trasformarla, tale è la missione dell’uomo.
Posizione 1069-1070
–Presto! a venti passi dall’Arco c’è una stazione di gondole volanti–disse Viola, dando il braccio alla giovane amica…–In meno di tre minuti, prima che la campana abbia cessato di suonare, noi scenderemo alla porta del tuo palazzo.
Posizione 1078-1079
Corse alla sedia ascendente, toccò il bottone dorato, e tosto, pel rapido agitarsi delle carrucole, tra il fremito armonioso delle corde vellutate, ella trovossi negli appartamenti superiori.
Posizione 1152-1154
Sulla piazza del Duomo, mentre la folla dei nullabbienti si accalcava presso la porta della decima Dispensa per ricevere il pane, venne a cadere una pioggia di grosse ostriche, le quali, ti giuro, non resero il miglior servizio alle nuche pelate di alcuni poveretti…
Posizione 1227-1229
–Bella invenzione davvero, le vostre pillole di midollo concentrato!–disse Rousseau, crollando la testa.–I Milanesi non diedero mai prova di tanto buon senso, quanto nel rifiutare questo nuovo metodo di alimentazione, che debilita lo stomaco e priva l’uomo de’ più squisiti piaceri.
Posizione 1244-1247
Le tue pillole di midollo affrettano di due secoli il suicidio totale dell’umanità. –Il tempo farà ragione delle nostre differenze–rispose l’altro scienziato, il quale era appunto l’illustre Raspail III, inventore dell’alimento omeopatico.–Ma i tuoi sofismi non possono distruggere nel mio cuore la compiacenza che io provo in questo momento!
Posizione 1396-1405
La donna che si consacra ad un uomo per tutta la vita, non solo deve assolvere il di lui passato, ma anche il di lui avvenire. In ciò la donna è più sublime di Dio! Così parlando, Fidelia chinò le labbra sulla fronte infuocata, dell’Albani, e vi ristette con un lungo bacio. Poi ella fece un movimento per levarsi in piedi e cedere il suo posto al giovane, che tuttavia rimaneva inginocchiato. –Mio fidanzato, mio fratello d’amore–riprese Fidelia con dolcissimo accento–dispensandoti dalla confessione io mi sono prevalsa di un mio diritto, ma non intendo perciò esonerarmi da’ miei doveri. Al contrario, io ti prego di acconsentirmi questo sfogo dell’anima che la legge mi impone, perocchè io sappia che l’uomo non può gustare, nelle braccia di una donna, tutta intera la voluttà dell’amore, quand’egli non sia ben certo che questa donna non abbia mai appartenuto ad alcuno… –E potrei io dubitare della tua illibatezza?–esclamò l’Albani trattenendo la giovinetta con dolce violenza.–Tutta la tua vita si riflette nel tuo purissimo sguardo. Nella freschezza delle tue mani, nella fragranza del tuo alito, nelle caste pieghe dei
Posizione 1423-1424
–Non è dunque compiuta la nostra felicità?–domandò Fidelia con ingenua sorpresa.–Che altro ci resta a desiderare? sono amata, e ti amo!
Posizione 1488-1491
–Voi parlate come un giornale dell’opposizione, eccellentissimo signor Proposto.–Moderate le vostre parole, ovvero sarò costretto a registrare il vostro nome fra quelli dei malcontenti, dei pregiudicati politici, dei settari, dei nemici dell’ordine, di quei sciagurati che cospirano contro il migliore dei Governi… contro il Governo attuale…
Posizione 1500-1503
–Vero… verissimo… quanto voi asserite–riprese il Gran Proposto–i nemici naturali dei governanti sono i popoli governati. Le leggi, per quanto eque e liberali esse sieno–non cesseranno mai di rappresentare, nel giudizio del popolo, altrettanti vincoli di schiavitù. Noi, che ne siamo gli interpreti e gli esecutori, dobbiamo necessariamente subire l’odio delle moltitudini ignoranti e depravate… I popoli troveranno sempre dei pretesti per cospirare contro il principio di autorità che si incarna nei pubblici funzionari…
Posizione 1620-1621
–Io credo che in due linee di scritto si trovino sempre dieci capi di accusa per far condannare un imbecille, così l’uomo il più astuto
Posizione 1683-1684
I birboni della scienza favoriscono le ladrerie e le truffe: ma fortunatamente ci porgono mille mezzi per discoprirle e punirle… C’è progresso da ambe le parti, signori garbatissimi!
Posizione 1684-1685
Peccato che gli statuti dell’Unione non ci permettano di violentare i cittadini!… Le manette, la prigione, la forca, quelli erano espedienti efficacissimi per tutelare l’ordine pubblico!…
Posizione 1844-1844
I cavalieri di industria corrono dov’è la folla.
Posizione 1844-1845
La biografia del nostro barattiere fornirebbe un romanzo poco edificante, ma pieno di interesse.
Posizione 1853-1856
Esageriamo il bene a comodo nostro, e noi vedremo, sulle orme di quello, insorgere il male in proporzioni gigantesche. Estraete il fuoco dalla silice; e mentre gli assiderati ne ritrarranno la vita, il prete si trarrà in disparte a meditare l’orrendo supplizio dei roghi. Mentre voi benedite l’acciaio che vi fornisce il vomere a coltura dei campi, il boia imaginerà la mannaia. Quale è la scienza, quale l’industria, che possa vantarsi innocente di corruzione e di calamità?
Posizione 1945-1947
Voi non riescirete a concepire questi nuovi perfezionamenti della acconciatura, dove la guttaperca è chiamata ad operare delle trasformazioni prodigiose. Ma io non avrò certo la pazienza di spiegarvi tutto un processo, che d’altronde può essere facilmente indovinato dagli spiriti arguti.
Posizione 1975-1977
–Dieci giorni ancora!… sai che sono lunghi… dieci giorni! –Cosa sarebbe l’amore, cosa sarebbe la gioia–esclamava Speranza con accento ispirato–senza i giorni del desiderio e della aspettazione!
Posizione 2032-2044
l’anziana.–Egli… il vostro Albani non verrà a dimorare in questa villa, che tutta vi appartiene. Vi spiegherò il suo concetto come io credo di averlo compreso. Dell’Albani voi non dovete conoscere che l’amante e lo sposo. Egli verrà in questo luogo per portarvi il suo amore, per cogliervi il vostro, per godere dei vostri tripudii, per consolare le vostre afflizioni, per chiedere a sua volta il diletto e la forza a sostenere i dolori della vita. I vostri rapporti, in una parola, non devon essere che rapporti d’amore. Perchè riesca feconda di bene, l’unione coniugale vuol essere circondata di poesia. In altri tempi, quando era obbligatorio agli sposi convivere sotto il medesimo tetto, vedersi a tutte l’ore del giorno e della notte, dividere le cure disaggradevoli e qualche volta un po’ volgari del regime di famiglia, avveniva sovente una rilassatezza di affetti, che a lungo andare degenerava in fastidio, in avversione. C’è molta differenza fra il vedersi spesso e il vedersi sempre. L’augello che rinnova così frequenti i trasporti dell’amore, si allontana dalla sua compagna dopo l’ebbrezza vivace del connubio, e si perde negli spazi finchè quella non lo richiami co’ suoi gorgheggi, finchè quella non gli dica coi suoi gemiti melodiosi: ritorna! ho bisogno delle tue carezze, dei tuoi baci! Desideriamoci, se vogliamo amarci eternamente! Il vostro Albani, ispirandosi a questo concetto, verrà in questa casa come un ospite. Egli vi apparirà inaspettato–egli giungerà fino a voi per cento vie misteriose. Lo vedrete uscire da questa gondola, lo troverete adagiato in quella grotta, udrete la sua voce carezzante rispondervi da quella nube. Quando i vostri due cuori si chiameranno per quella voce arcana che esala dall’amore, vi sentirete allacciati da soavissimo amplesso.
Posizione 2065-2066
«Iddio ha creato la terra, ma l’amore soltanto ha creato il paradiso.
Posizione 2163-2164
Come ognun vede, quell’anima ardente ed onesta era sempre agitata dal dubbio e dai presentimenti sinistri.
Posizione 2170-2173
La condanna della morte civile, dopo i cinque anni di espiazione, prometteva l’oblìo del delitto, e la riabilitazione completa. Tutto ciò era scritto nei codici, tutto ciò era articolo di legge. Ma i codici, gli statuti, le leggi sono un contratto sociale, che non può mutare la essenza, la natura dell’uomo, quand’anche quest’uomo apparisca grandemente modificato dalla così detta civilizzazione.
Posizione 2230-2233
–I conforti che io ti posso offrire derivano sempre della medesima sorgente, dalla fede nello spirito del bene; i consigli saranno ora come sempre quelli della ragione e della legalità. Non hai tu nulla da rimproverare a te stesso? Sei tu disceso nella tua coscienza per investigarne le pieghe più occulte? Hai chiamato a rassegna le tue azioni dal giorno in cui la umanità ti aperse le braccia rendendoti il bacio del perdono e dell’oblio?
Posizione 2362-2364
«Cittadini ladri, truffatori, manutengoli, barattieri, furfanti d’ogni specie che costituite la maggioranza della Società umana: «Esultate! Ciò che era nei vostri voti si è compiuto; la dimissione di sua Eccellenza Riveritissima il Gran Proposto Terzo Berretta implica necessariamente la mia.
Posizione 2652-2653
La sua testa era enorme. Figuratevi la materia organica di quattro teste, impiegata a formarne una sola. Al vederlo, il Virey provò un fremito di ribrezzo e si arrestò come impietrito.
Posizione 2667-2668
–Noi apparteniamo alla umanità tutta intera–rispose l’Immolata sospirando;–ma quelli che soffrono, quelli che partono dalla terra hanno su noi dei diritti più urgenti.
Posizione 2794-2795
La reminiscenza di una ebbrezza sovrumana, ravvivata dall’aspetto, dalla voce, dalle ardenti carezze di una donna incomparabilmente leggiadra, operarono il miracolo.
Posizione 2811-2812
–noi viviamo di amore, e ogni voto, ogni legge sociale che si oppone a questo sovrano istinto della natura, è una mostruosità di cui Dio deve inorridire.
Posizione 2842-2843
–Vi è un motto che sempre fu mormorato dalle masse all’indomani di ogni conquista, di ogni progresso liberale: si stava meglio quando si stava peggio.
Posizione 2868-2869
–Come afferma il vecchio Pungolo, tutte le opinioni politiche sono rispettabili quando si ispirino, al pari delle vostre, ai grandi interessi della patria.
Posizione 2874-2876
ladro, dico io! –E che ladro! Si vuole che tutti gli anni mandasse secretamente a Madera un miliardo di lussi!… –E i buoni Milanesi l’han lasciato partire… –Oh! la morte del Prina!…
Posizione 2881-2885
«La mano ci trema… le lagrime ci fan velo agli occhi… il cuore ci si spezza nel trascrivere l’infausta novella… Quell’ottimo patriota, quell’illustre pubblicista, quell’integro amministratore della cosa pubblica, quel solerte funzionario al cui genio, alla cui operosità Milano va debitrice dei tanti abbellimenti edilizii, dei tanti provvedimenti economici e filantropici che in pochi anni la elevarono al rango di città capitalissima–l’illustre, il benemerito, il grande, l’immortale nostro concittadino Berretta non è più! Al momento di abbandonare per sempre la sua diletta Milano, quel nobile cuore si è spezzato… di angoscia».
Posizione 2896-2897
–Ecco un altro cittadino benemerito, a cui verrà resa giustizia quando i suoi compatrioti non vedranno più in lui che un uomo di Pietra!–mormora
Posizione 2900-2909
La libertà di stampa fu utile e buona ai tempi in cui l’istruzione era privilegio di pochi. A quell’epoca, l’audacia dello scrivere quasi sempre andava accompagnata alla coscienza del sapere. La falange degli scrittori pessimi non era tanto compatta da chiudere il varco agli intelligenti ed agli onesti, e la voce solitaria del genio poteva ancora soverchiare il raglio collettivo delle plebi. Ma oggi? Tutti leggono, tutti scrivono. La statistica libraria ci afferma che nella Unione Europea vengono in luce da venti a trentamila volumi ogni giorno. Altrettanti, e forse più, ne produce l’America; e non parliamo delle altre province già invase e corrotte dalla nostra civiltà. A leggere tutti i volumi che si pubblicano in un giorno, appena basterebbe la vita di un uomo! Qual criterio può ora guidare le nostre preferenze? E chi ci addita il buon libro? Chi vorrà sommergersi in questo oceano di insensatezze stampate, colla incerta lusinga di scoprire quando che sia, per favore del caso, qualche perla sepolta fra le alghe? Ammesso che alla espansività dell’idiotismo che scrive non si voglia mettere un freno, qual sarà l’avvenire della nostra letteratura? L’asfissia del senso comune, e un contagio di asinità irreparabile. Uomini di genio, appiccatevi! Il mondo non ha più orecchio per voi, dacchè la stampa è in balia dell’ebete maggioranza.
Posizione 2927-2928
Il più simpatico degli esercizi viene a noia quando sia imposto rigidamente dalla legge.
Posizione 2949-2953
Corpo sano e vigoroso, ecco ciò che si esige a costituire il benessere. Riempite l’universo di meraviglie industriali; create, a mezzo dell’elettricità o della condensazione radiale, una luce abbagliante che faccia impallidire il sole; inventate dei mezzi di locomozione più rapidi del baleno, ecc., ecc., qual grado di felicità potrà attendersi da tali parvenze di bene l’uomo estenuato, l’uomo deperito e quasi consunto da’ suoi abusi vitali? Non vi ha godimento possibile quando non sussistano in noi le condizioni che ci rendano atti a godere. L’individuo malato non gode; ed oggimai l’umanità tutta intera è peggio che malata, è quasi agonizzante.
Posizione 2977-2981
La donna del secolo ventesimo ha quasi cessato di appartenere alla classe zoologica dei mammiferi. Le pillole Raspail ed altri surrogati di allattamento insensibilmente hanno quasi atrofizzato ciò che costituiva nell’organismo del sesso muliebre un soave agente della maternità, ed un gentile, attraentissimo accessorio della bellezza. Cento anni prima, il gran Darvin avea lasciato sospettare questo pericolo, ma pur troppo le divinazioni della scienza passano in ogni tempo inavvertite.
Posizione 2999-3000
Vi è del pazzo in ogni uomo di genio; e tutte le audacie dello spirito inventivo provocarono in ogni tempo, prima del fatto compiuto, diffidenza e derisione.
Posizione 3041-3041
La nostra lotta deve compendiarsi in un monosillabo, in un No assoluto e irrevocabile.
Posizione 3053-3055
Alto là! grida un bramino, un levita, un sindaco od un assessore del palazzo di petizione: le vostre estasi deliziose sono un abbominio, se io bramino, se io prete, se io sindaco, non intervengo a legittimarle con una cerimonia religiosa, con un atto notarile.
Posizione 3147-3152
Recava però meraviglia, anche a molti dei più enfatici aderenti al programma degli equilibristi, che la colta ed onesta famiglia di Milano avesse scelto a suo reggitore e rappresentante uno degli uomini più scandalosamente famigerati della Confederazione. Per succedere al compianto Berretta nella carica di Gran Proposto i milanesi avevano eletto Antonio Casanova. Il ragionamento degli elettori equilibristi era stato codesto: «Casanova è un furfante, Casanova è un falsario, Casanova è un barattiere da gioco; ma egli è il solo della triade che professi i nostri principii, e noi dobbiamo concordi e compatti votare per lui. Al disopra di tutto e di tutti, il trionfo del partito!»
Posizione 3158-3160
Accordando una specie di impunità agli eletti della nazione, i nostri sapienti legislatori hanno mostrato di saper interpretare lo spirito delle masse. Credilo, amico: le masse, analfabete od erudite, barbare o civili, saranno sempre cretine; correranno sempre dietro il carro del ciarlatano che batterà più forte la gran cassa.
Posizione 3207-3207
quella belva capace di tutti gli orrori, che è un popolo scatenato.
Posizione 3277-3280
lo stesso Casanova, l’Acclamato di Milano, il Redentore del popolo, il Messia dell’uguaglianza universale, nella adunanza del 30 Novembre dichiarava in pieno Parlamento che i suoi elettori, prendendo sul serio il programma da lui pubblicato per scroccare un milione di voti, aveano mostrato di essere una mandra di ciuchi. Un secolo addietro, i ciarlatani della politica non giudicavano altrimenti il criterio dei pecoroni che si affidavano alle loro ciance; ma non eran abbastanza civilizzati per dichiarare alla Camera i loro apprezzamenti.
Posizione 3429-3432
Le più amare riflessioni si succedevano nel mio spirito.–Perchè son venuti a ridestarmi? Di qual modo potrò io riannodare la mia alla esistenza di questa generazione? Non si vive bene che fra i contemporanei; la gente che ora mi brulica dattorno rappresenta la mia posterità. Nulla oggimai vi può essere di comune fra me e costoro. Io non li comprendo; essi dovranno deridermi. In un mezzo secolo si rinnovano le idee, le tendenze, le istituzioni. Chi non ha preso parte alla graduale metamorfosi, non può essere capace di apprezzarla.
Posizione 3461-3463
Il suicidio è una delle manifestazioni più evidenti della superiorità dell’intelligenza umana. È nullameno deplorabile che la nostra razza sia tanto percossa dalla infelicità che in molti casi ci convenga invocare la morte quale unico rimedio alle angosce della nostra travagliata esistenza.
Posizione 3570-3571
Quell’uomo amava Glicinia disperatamente, come il mostro soltanto può amare ciò che è bello e perfetto.
Posizione 3608-3612
Antonio Casanova, nella sua gondola aerea vertiginosamente sbattuta dal vento, esilarava, ebbro di sciampagna, i membri infrolliti della Commissione di inchiesta, esponendo la sincera diagnosi della sua vita. «Dal canto mio ho sempre pigliato il mondo come vuol essere preso da ogni persona che abbia senno: ho sempre mangiato e bevuto lautamente; ho goduto quanto si può godere, ho gabbato il prossimo quanto il prossìmo avrebbe voluto gabbarmi; ho vissuto da gran signore rasentando la galera; e i miei concittadini mandandomi alla camera elettiva, hanno dichiarato che ero degno di rappresentarli. Viva dunque il pianeta Osiride! Era ben tempo di farla finita con questa generazione di imbecilli!»
Abrakadabra: prologo & origine
Il lungo prologo di Abrakadabra è la storia di un gentiluomo che ospita una discussione fra il prete, il sindaco e il farmacista del paesotto dove si trova in villeggiatura. Questi tre personaggi rappresentano, rispettivamente: i reazionari, i moderati e i progressisti. Secondo diverse fonti questo non è che la raffigurazione letteraria di quello che accadde a Ghislanzoni (alias il gentiluomo) trasferitosi in montagna in pensione (?) e della decisione di scrivere il Abrakadabra.
Giudizi non richiesti su Abrakadabra
Abrakadabra è un romanzo di fantascienza ambientato nella Milano nel 1982 (98 anni nel futuro dell'autore), in cui Ghislanzoni ha anticipato l'Unione Europea e davvero poco altro. Ci sono le gondole volanti perché le auto forse non erano così diffuse ma tante altre cose sono per lo più fra il surreale e l'improbabile.
Ma se dovessi usare un solo termine per descriverlo sceglierei sconclusionato: ho avuto seri dubbi sull'intenzione dell'autore di fare di Abrakadabra una lettura piacevole, pur tenendo in considerazione un coefficiente di indolenza da parte mia, certi passaggi sono davvero misteriosi: personaggi che credevo morti appaiono sotto altre identità segrete, e poi come se nulla fosse sono reintegrati al 100% nella storia. Boh. Mi sa che ho perso io qualche passaggio... ma ammetto di non aver avuto la forza di rileggere, la fine di questo romanzo era agognata oltre misura.
Abrakadabra è un romanzo distopico?
Bella domanda, e la risposta è che non l'ho ancora capito. Sono presenti in Abrakadabra evidenti componenti distopiche: la società del futuro immaginata da Ghislanzoni non è tutta rose e fiori, ma questo è quello che percepisce un lettore del XXI secolo. Un lettore del secolo XIX forse non lo considererebbe un futuro così nero.
Quindi sì: Abrakadabra è un romanzo distopico; ma anche no: Abrakadabra non è un romanzo distopico.
Nel dubbio, il titolo all'articolo su Le meraviglie del Duemia non lo cambio, ma inserisco Abrakadabra nella lista dei romanzi distopici italiani, così tutti sono contenti e scontenti allo stesso tempo. E chi sono io, Babbo Natale?