Racconto breve del mio soggiorno a Parigi, agosto 2022

da | 17 Set 2022

11 agosto 2022: l’arrivo a Parigi

L'andata a Parigi in aereo!

10:30: Orio al Serio (BG), Italia: il nostro volo ha avuto un ritardo di 55+1-3 minuti (per ora) quindi dovremmo partire alle 11:36 (nel frattempo ci sono state altre modifiche).

11:55: sto ascoltando le raccomandazioni del capitano nella terza lingua (credo). Il mio telefono è in modalità aereo e l'aereo e modalità ape cross, infatti ci sta portando in Francia via terra.

11:59: limite di velocità superato + decollo.

12:58: sto indossando una mascherina talmente stretta che non riuscirò a toglierla mai più.

13:13 mi sembrava che stessimo volando un po' bassi... all'improvviso l'atterraggio!

Foglia

19:28: questa è una foglia dell'albero più vecchio di Parigi.

23:32: dopo l'aereo - la Tati ha vomitato - il bus navetta che per la sua tratta ha impiegato più tempo dell'aereo - la Tati ha vomitato di nuovo - e svariate linee della metro - qua la Tati ha minacciato ma alla fine ha mostrato pietà - siamo arrivati al nostro albergo. I DB sono al nostro stesso piano, e dopo una pausa per riprenderci, i bambini si sono trovati nella hall per giocare.

Una volta usciti - altre infinite fermate di metro - abbiamo visitato il Pantheon, celebre per aver lo stesso nome del Pantheon romano, non assomigliargli per niente e avere una serie meravigliosa di panchine all'ombra nelle vicinanze. Promosso.

Il Pantheon

Quando è stato il momento di cercare un locale per il ristoro materiale dei nostri stomaci ci siamo spostati verso Notre Dame. Una nota speciale per quando i bambini hanno visto - sorpresa! - la torre Eiffel in lontananza: urla di entusiasmo e sguardi increduli dei parigini.

Dopo ciò siamo finiti nel buco più bucoso per turisti: no posto fuori, no posto vicino a finestre, no aria condizionata, no cambio tavolo e mezzo litro di birra a 10 €. Eau de robinet ha vinto. Bravi, davvero.

Dopo cena visita a Notre Dame de Paris - che è in ristrutturazione e non è possibile visitarla - e al Ponte Nuovo. La prima con i gargoyle, il secondo con i faccioni di pietra.

Rientro in metro, bimbe distrutte, bagno, letto, nanna, ciao. Ah, qui il WC ha una stanza dedicata, quindi se ti scappa la pipì devi visitare il doppio delle stanze, e attento a non sbagliare l'ordine. Ora comincio a scrivere un po' storto, segno che è l'ora che vada.

PS: cose che ho dimenticato di raccontare

  • FrancescaDB è stata attaccata da un ratto che ha visto solo lei.
  • La metro mi ha schiacciato nelle porte ma non mi ha tranciato a metà.
  • Ci sono un sacco di Fumetteria manga.
  • Siamo andati alla libreria Shakespeare And Company, con un sacco di libri in inglese e francese!
  • Una cosa mi è poco chiara: il quartiere latino a chi dovrebbe essere dedicato? Chi sono i latini secondo i francesi? Boh!

12 agosto 2022: Parigi val bene un caffè

Dopo una notte trascorsa a sognare la colazione, ecco la colazione! Un buffet non indifferente con alcuni tipici piatti parigini, come le uova al bacon, pane e cioccolata e il burro d'arachidi.

Una nota speciale all'espresso: è più che espresso: mezzo nanosecondo per una tazza giga di caffè! Per una quantità italian style devi praticamente a fare doppio clic sul pulsante della macchinetta: accendi/spegni. Finita la colazione, inizia la parte noiosa della giornata: si va alla tour Eiffel.

Prima della torre siamo passati dal Trocadero, dove tutti (noi compresi) facevano le foto fingendo di sostenere la torre di Pisa, o la versione francese di questa scemata. Un posto davvero impressionante, sia standoci, sia guardando dall'alto della torre.

Torre Eiffel vista da lontano da Trocadero

Siamo saliti sulla torre Eiffel. All'andata abbiamo scelto l'ascensore, complice il caldo, i bambini e la poca voglia di scarpinare. Quando eravamo al secondo piano - la nostra prima tappa - la vista del panorama era molto bella, ma salendo non è che migliorasse poi così tanto... anzi, visto che si era praticamente chiusi in una specie di capsula era un po' anonimo... più in basso invece si aveva proprio la sensazione di essere sulla torre!

Torre Eiffel vista da vicino da Trocadero

La discesa invece è stata mista: un po' a piedi un po' su ascensore. È lì che abbiamo notato che il macchinista seduto su uno sgabello all'esterno dell'ascensore era in realtà un manichino!

Torre Eiffel 5

Al primo piano ci siamo fermati per il pranzo, e quale pietanza rappresenta la Francia, anzi, la stessa Parigi, meglio della pizza? Appunto. E la birra continua a costare carissima! Dopo essere riusciti a invadere le sedie predisposte all'ammirazione del panorama, e usarle per consumare il nostro pasto, siamo scesi definitivamente, tornando al saldo suolo.

Torre Eiffel 6

Un aneddoto sulla torre: è fatta perlopiù di ferro.

Seguendo il lungo Senna abbiamo visto il ponte dell'Alma, con la statua dello zuavo che indica il livello di piena del fiume. Una statua di uno zuavo (che se non ho capito male è un tipo di militare). Non un indicatore con una scala in - che so - centimetri è una boa, ma uno zuavo. «Oggi l'acqua arriva alle caviglie dello zuavo», «Oh, pensa quando gli arrivò alle ginocchia!», «Parbleu! Una volta gli arrivò perfino alle #censored#». Molto caratteristico.

Ah, di caffè non ne parliamo... certi posti riportanti la scritta Cafè probabilmente servono bile di ratto... je non mi fido pas.

Dopo una pausa, ginocchia sbucciate, lividi e pianti vari, ma soprattutto una fervente discussione su quale ponte prendere per attraversare la Senna, e la conseguente conta dei passi che separavano il ponte brutto da quello bello - ovvero 100 passi di zuavo - abbiamo optato per quello bello, ovvero il ponte Alexandre II (forse sbaglio il numero, ma più o meno...) quello con le coppie di cavalli dorati con i putti alle due sponde!

Il ponte Alexandre II di Parigi
Gli Champs-Élysées a Parigi

Una volta attraversato ci siamo diretti agli Champs-Élysées, ma desistendo all'idea di raggiungere l'Arc De Triomphe, per via dei troppi negozi visitati (notevole quello delle magliette da calcio classico, con veri gioiellini!).

Siamo dunque passati per place de la Concorde, ai piedi dell'obelisco egiziano deturpato da cavi elettrici e camere di sorveglianza. Place de la Concorde è enorme, ma siccome è interrotta in più punti dalla circolazione automobilistica, alla fine lo spazio pedonale vivibile è quello di una piazza qualunque. Da lì: metro, camera, doccia e nanna.

PS: altre cose che ho scordato di raccontare

  • La Paciu ha dato spettacolo con acrobazie e spaccate durante la fila per salire sulla torre Eiffel.
  • I macaron più famosi di Parigi, quelli di Pierre Hermé, sono come tutti gli altri macaron che abbia mai assaggiato: una delusione.
  • Sono riuscito a fare un pisolino ≤10 minuti durante una sosta.
  • Abbiamo scoperto un'app per trovare le fontane di acqua potabile, ma quando ne avevamo bisogno e non ne trovavamo, siamo entrati in un parco e lì c'era.

13 agosto 2022: The Monna Lisa incident

Si parte con un'altra grandiosa colazione, per accumulare le energie in vista della visita al museo del Louvre. Le piramidi ci sono davvero, sono effettivamente di vetro, e si protendono anche verso il basso, al piano da cui siamo entrati giungendo direttamente dalla metro.

Le audioguide erano in realtà un software con mappe, navigatore, punti di interesse, spiegazione audio e testuale, fruibile attraverso un Nintendo 3DS!

Peccato solo che da un certo punto - circa metà - in poi hanno smesso di funzionare in automatico, ed è diventato terribilmente complicato, fino al momento in cui le batterie si sono scaricate e ha smesso di funzionare del tutto.

Il museo è enorme, e tratta moltissimi argomenti. Ho apprezzato molto la parte dedicata all'antichità - babilonesi, greci, egiziani ecc. - sia quella Rinascimento. La mensa/ristorante interno era invece imbarazzante e la birra costa come una replica della Gioconda, che non è altro che un quadretto insignificante con una valangata di gente attorno che si scatta foto dando le spalle al quadro.

OK, non è vero che è insignificante, ma le persone che si fanno la fila per un autoscatto senza nemmeno guardarla, sì! E il vantaggio di trovarsi all'estero è quello di poterli vaccagare senza che mi capiscano.

Parigi, esterni del Louvre
Dopo cinque ore belle belle di Louvre torniamo in camera per rinfrescarci in vista della cena: abbiamo prenotato in un ristorantino in zona Montmartre specializzato in burgignon (in realtà si scrive bourguignonne) e fondue, in cui abbiamo mangiato bourguignonne e fondue, bevendo vino rosso da biberon in vetro (e caucciù). Locale lungo stretto, fitto fitto di posti e tavolate senza soluzione di continuità, dai muri scarabocchiati dagli avventori (con pennarelli forniti dal locale stesso) è una cameriera mitica che parlava italiano - o in alternativa conosceva quattro frasi e le usava in modo molto convincente.
La bourguignonne di Parigi
La bourguignonne di Parigi
La bourguignonne di Parigi

PS: le solite cose che ho dimenticato di raccontare

  • Stamattina a colazione ho sperimentato il caffè-ristretto-doppio. Un altro passo verso la perfezione
  • Elena e la Paciu per fare pipì sono uscite dalla metro - perdendo un treno - e rimanendo bloccate fuori. Grazie al signore abbonato che le ha fatte passare!

15 agosto 2022: Recap

21:30: mentre l'aereo sta decollando per il rientro, provo a ricordare gli avvenimenti degli ultimi due giorni - nonostante le scoregge che emettono gli auricolari del mio vicino di posto e gli annunci incomprensibili che passano dall'altoparlante - che non posso davvero dire siano passati lisci come l'olio (o meglio: come il burro francese).

14 agosto 2022: Le Sacré-Cœur 'e mammeta

Dopo questo tempo non ricordo se prima o dopo colazione, ma succede che la Paciu sente una certa indisposizione abbinata a spossatezza, ed è immediatamente chiaro che non sarebbe riuscita a affrontare la giornata, che prevedeva gita a Montmartre con visita alla basilica del Sacré-Cœur e un giro per la Senna su Bateaux Mouches.

Dividiamo dunque il gruppo: Elena e la Paciu restano in hotel, il resto della compagnia prosegue verso la prima meta, con il proposito di riaggiornarci più tardi e decidere il da farsi.

Le Moulin Rouge

Il quartiere è popolato di artisti da strada, i più interessanti erano musicisti, qualche caricaturista, un uomo-statua e loschi figuri che facevano il gioco delle tre carte; nel complesso me ne aspettavo di più. Però c'era una discreta folla e un numero esagerato di gradini e via in salita.

Ai bambini è piaciuto molto il muro con la versione in tutte (?) le lingue di ti amo, tranne l'italiano, che invece riportava un più moderato ti voglio bene.

Giusto a Sacré-Cœeur abbiamo ammirato la facciata. Non siamo entrati sia perché non si poteva ma soprattutto per l'eventuale coda improponibile. Ci siamo allora intrattenuti con lo spettacolo dei venditori ambulanti che lanciavano sulla folla uccelli meccanici, i quali sbattendo le ali planavano quasi sempre dolcemente.

Nota di merito al palazzo che sbuca dal fianco della collinetta per raggiungere Sacré-Cœeur, che debitamente fotografato sembra sorgere storto. Non sono capaci nemmeno di costruire edifici pendenti veri 'sti francesi!

Siparietto comico: compriamo panini da asporto in una brasserie gestita da Madame Scattodipotenza e Monsieur Accidia. Ovviamente a noi tocca essere serviti da quest'ultimo, in permesso speciale per la giornata dell'omonimo girone dantesco. OK, così non fa molto ridere, e nemmeno se dico che era lui il vero artista... ma se un panino fosse quello che ci vuole, è a lui che mi rivolgerei (l'articolo potrebbe contenere messaggi promozionali).

Nel frattempo scopro che i fermenti lattici in francese si chiamano probiotiques, e che è meglio non comprare il burrocacao in farmacia. Dopo aver consumato i fantastici panardi all'unico posto all'ombra di Montmartre e appurato che le vespe gradiscono l'ombra, ci sintonizziamo con il resto del gruppo.

La vista di Parigi da Monmartre

La Paciu non è ancora in forma, così io e la Tati salutiamo e torniamo alla base… non prima di trovare tutte le farmacie chiuse (cercavo una confezione di sali minerali) e intrufolarci in un bar per fare pipì, scoprire che i bagni hanno la luce temporizzata e che i sensori non reagiscono a pianti e urla di terrore. Ma per fortuna è durato poco.

Tornato in camera esco alla ricerca di sali minerali ma trovo tutto chiuso: OK che è domenica, ma i francesi alla domenica non comprano le cose?

Cerco acqua, riso bollito per il microonde, una mela e altre cose che potrebbero servire.

Il fantastico supermarket a cinque metri dal nostro ingresso era - indovina indovinello - chiuso, e così gironzolo in cerca di ispirazione, che si presenta nella forma di una bancarella della frutta!

La fermata Liberté

Mi avvicino memore della richiesta di una mela e… colpo di scena! Annesso al fruttivendolo c'è un minimarket di una catena piuttosto famosa, m'è parso di capire, ma che non mi paga abbastanza perché ne citassi il nome o perché me lo ricordassi.

Qua, in piena trance agonistica, faccio la mia spesa e pago, parlando completamente in francese! Bummete! La Tati scopre la Xbox nella hall, così ne approfittiamo per far riposare la Paciu, e quando i DB tornano in albergo siamo lì per salutarli. La serata si conclude con la preparazione delle valigie.

15 agosto 2022: Reprise

7:30: al risveglio la Paciu è ancora uno straccetto bagnato, così decidiamo di restare in camera, ma mandiamo la Tati con i DB, e per sapere la cronaca della sua mattinata dovrai aspettare che lo scriva lei stessa. Io dopo colazione vado in perlustrazione per capire gli orari della farmacia del quartiere, e verso le nove mi ci reco con l'obiettivo di acquistare i misteriosi sali minerali!

Misteriosi perché la farmacista quando le ho chiesto mineral salts e saux mineraux mi ha guardato come se avessi chiesto una barra di plutonio. Ci sta che in francese abbiano un altro nome, ma se sei farmacista non ci dovresti arrivare da sola? Evidentemente no. Allora le ho spiegato i sintomi e la situazione, quindi lei mi ha proposto i fermenti lattici - li avevo già presi - un altro farmaco che non ricordo - lo avevo portato da casa - e alla fine un medicinale dal nome improponibile, dalla cui descrizione ho capito si trattasse di (frullo di frullatore) sali minerali!

Ovvio dire che alla Paciu facevano schifissimo, ma il racconto di questa cosa me lo risparmio. Verso metà mattina usciamo nelle vicinanze per inviare le cartoline e ne approfittiamo per visitare il quartiere, entriamo in stanza, mangiamo un boccone, prendiamo le valigie e facciamo il check out dall'albergo.

Imbuchiamo le Cartoline

Ci rechiamo alla Gare de Lyon per lasciare i bagagli e raggiungiamo la Tati e gli altri sulla Promenade plantée, dove i bambini giocano (la Paciu da straccetto si trasforma in scimmia urlatrice) gli adulti si riposano e ne approfitto per visitare l'esterno della casa di Victor Hugo. Bello? No, è solo un portone con una targa.

Il portone di Victor Hugo a PArigi

Salutiamo i DB e ci dirig… un momento, dimenticavo una cosa importantissima: prima siamo andati a pranzo in una bella boulangerie dove abbiamo finalmente trovato un ristoratore francese degno della fama di categoria: antipatico, indisponente e sgarbato! Meno male, per un istante ho pensato che i francesi fossero davvero tutti amichevoli e simpatici.

Avendo a disposizione il pane dei toast e una cosa che sembrava prosciutto da un altro piatto, ho chiesto se fosse possibile un toast al prosciutto per la Paciu che non era troppo in forma. Risposta: un secco no: se non compare a menù non si può ordinare. Grande, ristoratore francese! È così che ti vogliamo e ti amiamo (a modo nostro).

Comunque, stavo dicendo che salutiamo i DB, ci fermiamo a un'edicola per comprare una calamita - souvenir - e ci dirigiamo verso Gare de Lyon per recuperare i bagagli, con la Paciu a spalle o in braccio, prendiamo l'autobus per tornare in Italia in autobus… ah no, era solo lo stesso lunghissimo tragitto dell'andata. Arriviamo in aeroporto, cose, decollo, e alle 10:38 finalmente atterriamo al punto di partenza.

Piazza della Bastiglia

Fin.

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