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Il fumo uccide, 27 settembre 2005
Egregio quaderno,
due giorni fa, domenica, qui seduto alla stessa scrivania dove le sto confidando questi pensieri, stavo facendo vedere a un amico l'inizio di una favola a cui stavo lavorando. Il protagonista è un piccolo alieno sperdutosi sulla Terra, investito da un mare di novità e bizzarre conoscenze.
Esponevo il mio desiderio che qualcuno facesse delle illustrazioni per questo racconto, e anche per gli episodi futuri. Mi piace passare da un genere all'altro, si hanno più occasioni per concentrare meglio certi registri nel loro ambiente naturale. In particolare in questa fiaba sono riuscito a far coesistere l'elemento fanciullesco della trama a quello più adulto dello stile, del tutto particolare, usato per narrare.
Insomma, delle illustrazioni con uno stile di disegno un po' originale sarebbero state la classica ciliegina sulla torta. Anzi, visto che di originalità si parla, sarebbero state la poco classica fetta di limone sulla frittella!
«Perché non le dipingi tu?», mi chiede questo mio amico.
«Ma perché non so disegnare!», rispondo io! A fatica riesco a tirare una riga dritta con la matita, senza copiare!
«Se è per questo non sai nemmeno scrivere!», la controrisposta seguita da una risata e una pacca sulla spalla!
Però so benissimo come si rompono le palle!
Tutto ciò per dire che davvero non mi va mai bene niente. Anche quando questo va contro i miei interessi personali. Per esempio le nuove normative riguardo il divieto di fumare in locali pubblici.
Per me, ma davvero, c'è da leccarsi le dita!
Prima, ogni volta che tornavo la sera da un locale e appoggiavo i vestiti sul bordo della vasca, giusto il tempo di risistemare l'olfatto, e mi chiedevo come avessi potuto indossare fino a poco prima quegli abiti così pregni di fumo maleodorante!
E quando capitava d'addormentarsi vestiti, il risveglio era così superlativamente intriso di negatività, da far arrivare a pentirsi di possedere un naso.
Per non voler vedere, poi, il lato salutistico della faccenda: tanto si dovrà morire per qualcosa, un giorno! La puzza però si sente da subito, mica c'è da scherzare!
Tirando le somme e i totali, posso dire che da questa recente regolamentazione ne ho tratto solo vantaggi.
Però non posso esimermi dall'esporle le mie lamentele, eccomi dunque un'altra volta a rivelarle i miei cattivi pensieri.
Parliamo della libertà. Non sembra forse questo un primo passo verso la lesione dei diritti personali di ognuno? Oggi sono le sigarette, e va di comodo a molti. Ma domani potrebbe essere il caffè!
Che ci vengano a raccontare «Ehi, ma lì c'è la caffeina, siete pazzi?!». Alla fine del 1800 l'assenzio non faceva male, se non si scadeva negli eccessi, all'inizio del 1900 il fumo non faceva male, se non si scadeva negli eccessi, all'inizio del 2000 il caffè non fa male, se non si scade negli eccessi.
Voglio dire, chissà quante delle cose che compiamo quotidianamente, i nostri bisnipoti considereranno pazzie!
«Pensa, mio nonno si beveva tre espressi al giorno! Oggi se ti beccano con cinque grammi di caffè c'è la sedia elettrica!»
Ho visto anche un film con più o meno questo tema, un'americanata con Sandra Bullock e Sylvester Stallone. Oddio, l'ho visto più per la Bullok che per Stallone, ma questo non c'entra. Il personaggio interpretato da Stallone era stato ibernato, credo, e nella società del futuro nella quale veniva risvegliato diverse sue normalissime abitudini venivano considerate degne di un troglodita DOC!
Forse anche per via del suo muso, ma quella, in verità, è stata colpa di Ivan Drago.
Esagerando nel fantasticare, perché questo passo verso una società pura, controllata e selezionata? La natura umana già s'è dimostrata capace di sovvertire le regole della selezione naturale, sopravvivendo a tigri dai denti a sciabola, vampiri succhiasangue, film trash anni '70, ecc.
L'uomo vuole selezionare i suoi stessi simili? Premiare i migliori e ricacciare i difettosi? Secondo quali canoni? Di solito la verità è del vincitore, indipendentemente dai suoi contenuti, quindi non resta che limitarsi a sperare che siano stati i buoni a vincere.
Gran cosa la superbia. Però chi compie ligiamente il suo dovere non si credi migliore di chi invece non lo fa, perché anche lui è libero di scegliere cosa fare di se stesso. E come il ligio ha deciso d'essere quello che è, anche l'inosservante l'ha fatto. E nessuno si merita d'esser giudicato dagli altri per le proprie scelte.
Come quella di volersi accendersi una sigaretta dopo il quarto giro di whisky triplo a stomaco leggero.
Il fumo uccide, lo vediamo scritto a caratteri belli grossi sulle confezioni di sigarette. E non basta, uccide anche i vicini, con gli effetti nocivi del fumo passivo. Peggio di una razzo dirompente!
Perché queste orribili scritte? Chi le ha volute? Ma la vera domanda è: Perché solo sulle sigarette?
Quando sono in giro per strada, immerso nel traffico, non è che gli effluvi dei gas di scarico delle automobili mi facciano tanto più bene del fumo passivo in un pub il sabato sera!
Immagino sia vietato entrare con un'automobile a motore acceso in un ristorante, però sarebbe interessante una nuova linea di adesivi da attaccare alle carrozzerie!
Non più felini rampanti o rapaci in picchiata: dei bellissimi polmoni cancerigni nero pece, con scritto bello in grande I GAS DI SCARICO DISPERSI NELL'AMBIENTE GENERATI DALLA COMBUSTIONE DEI DERIVATI DEL PETROLIO PRODOTTI DA QUESTO VEICOLO UCCIDONO, su tutta la fiancata. Per le utilitarie anche su due righe.
Avrei voluto io stesso prodigarmi per far la grafica di qualcuno di questi di mio pugno.
Solo che se avessi saputo disegnare fin dall'inizio, non avrei scritto nulla di tutto ciò.
Con rispetto e devozione,
Andre