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Mi sono deciso a locchiare Arancia Meccanica libro e tutta quella sguana per splorarne benebenebene un piccolopo' con voi, o miei cari soma.
Per l'appunto, la scrittura di Anthony Burgess è tutta un'invenzione stilistica magnifica e terribile. I primi capitoli praticamente sono un tutorial per imparare l'astruso linguaggio... o una specie di test d'ingresso, vedila come preferisci.
Fatto sta che se riesci a superare questo scoglio poi hai fra le mani un romanzo meraviglioso (e nel planetario parole inventate dal dubbio significato).
Arancia Meccanica Trama Libro
Arancia Meccanica libro di Anthony Burgess del 1962. Titolo originale: A clockwork orange (trad: Un'arancia a orologeria).
Alex è a capo di una banda di teppisti, fra loro si chiamano soma e vanno in giro compiendo atti di efferata violenza dopo aver assunto droghe. Un giorno però Alex è tradito dai compagni, portato in prigione e successivamente condannato a 14 anni di carcere. Alex ha soli 15 anni.
Durante il secondo anno di permanenza alla Prista (Prigione Statale) Alex scopre l’esistenza della Cura Ludovico, che potrebbe consentirgli di tornare in libertà nel giro di due settimane. Alex si sottopone ma le conseguenze sono terribili.
Uscito dalla Prista, Alex è letteralmente abbandonato a se stesso, e la sua nuova condizione lo rende vittima di violenze fisiche e psicologiche, fino al tentativo disperato di togliersi la vita. Nel finale assistiamo alla redenzione del protagonista, che recuperata la capacità di scegliere è indirizzato sulla strada del bene.
Mi rendo conto di non essere molto bravo con i riassunti - tanto per usare un eufemismo - quindi se questo pezzo non ti ha soddisfatto qua puoi trovare qualcosa di meglio. Non mi offendo, giuro.
«Per molti versi il libro sono io: perché quello che scriviamo riguarda molto quello che siamo. E il libro rivela una battaglia interiore con questa idea: quella del male. Non solo il male, ma il pericolo di provare a correggerlo.
In linea di massima sono molto scettico riguardo all'uso del potere per cambiare gli altri. Alla fine noi, in quanto esseri umani, dobbiamo scendere a patti da soli con il dilemma del bene e del male, di ciò che è giusto e sbagliato, come di qualsiasi altra cosa.
Dio non lo farà al posto nostro. Se un Dio c'è, è un Dio sovrumano: a lui poco importa delle motivazioni umane.
Anche se al mondo non ci fossero piú esseri umani i principî del bene e del male continuerebbero a esistere. Non credo che tra duemila anni, sempre se esisterà ancora, il mondo sarà meno malvagio, o meno buono. Il conflitto non finisce mai.»
Anthony Burgess
Arancia Meccanica: significato
Il titolo del romanzo Arancia meccanica di Anthony Burgess è stato tradotto dall'originale inglese A Clockwork Orange, arancia a orologeria. Questa frase non ha un significato specifico in sé, ma Burgess ha spiegato che l'ha scelta perché voleva un titolo che fosse strano e inquietante, ma che allo stesso tempo avesse un'aura di familiarità.
Il termine clockwork in inglese si riferisce ai meccanismi che muovono gli ingranaggi di un orologio, ma può essere usato anche in senso figurato per descrivere qualcosa che funziona in modo preciso e regolare, come un orologio appunto. Nel romanzo, il termine clockwork orange è usato per descrivere il protagonista, Alex, e il suo gruppo di amici, che sembrano funzionare come un meccanismo preciso e perfetto, ma che in realtà sono violenti e imprevedibili.
Inoltre, il titolo ha un doppio significato, poiché orange può essere letto anche come oranž, la parola russa per uomo, suggerendo che il romanzo esplora anche il concetto di libero arbitrio e di ciò che rende veramente umani gli individui.
Frasi Arancia Meccanica
Posizione 154-155
Allora si dovette festarla perbenino con uno dei pesi della bilancia e poi le feci una bella carezza con un piede di porco che tenevano per aprire le casse, e quello fece uscire il rosso come un vecchio amico.
Posizione 188-191
Ma quando Bamba gli mollò un paio di pugni su quel fetente truglio da ubriacone, lui smise di cantare e scricciò: – Avanti, fatemi fuori, bastardi vigliacconi, tanto non me ne importa niente di vivere in un lurido mondo com’è questo -. Allora dissi a Bamba di sospendere un momento perché ogni tanto m’interessava snicchiare cosa avessero da dire questi bigi esequiandi sulla vita e sul mondo. Dissi: – Oh. E cos’avrebbe di così lurido, secondo te?
Posizione 331-333
Tornammo indietro verso la città, fratelli, ma quando eravamo ormai vicini, a due passi di quello che chiamavano il Canale industriale, locchiammo che l’ago della benzina aveva avuto un collasso, proprio come l’ago delle nostre gufate, e l’auto stava tossendo hem hem hem.
Posizione 360-380
E poi il disco sullo stereo finì e si zittì (era Jonny Zhivago, un russosky che cantava Solo a giorni alterni) e nella specie d’intervallo, il breve silenzio prima che ne cominciasse un altro, una delle quaglie – molto bionda e con un gran truglio rosso e sorridente e sui trentacinque circa – improvvisamente esplose a cantare, solo una battuta e mezzo e come se desse un esempio di qualcosa di cui stavano sprolando prima, e fu come se per un momento, O fratelli, qualche grande uccello si fosse messo a volare dentro il milkbar, e io sentii tutti i migni peletti delle mie macerie che si drizzavano in punta e i brividi mi strisciarono addosso dappertutto come lente lucertole, prima su e poi di nuovo giù. Perché sapevo cos’era che lei stava cantando. Era da un’opera di Friedich Gitterfenster chiamata Das Bettzeug, ed era il pezzo dove lei, con la gola tagliata, sta chiudendo con la vita, e le mottate sono: “Forse è meglio così”. Comunque, io rabbrividii. Ma il vecchio Bamba, appena snicchiò questo bréndolo di canzone che era tipo una trincia di carne rossa sbattuta sul piatto, lasciò andare una delle sue volgarità, che in questo caso era una tromba labiale seguita da un’abbaiata seguita da due dita puntate due volte per aria seguite da una ragliata claunesca. Io, locchiando e snicchiando la volgarità di Bamba, mi sentii improvvisamente tutto una febbre e mi sembrò di stare annegando in un bagno di sangue bollente, e dissi: – Bastardo. Sporco coglione maleducato d’un bastardo -. Poi mi sporsi sopra Georgie, che era tra me e l’orribile Bamba, e gli mollai allampo un festone sul truglio. Bamba fece l’aria stupita, il truglio aperto, asciugandosi il sangue dalle lerfie con la granfia e guardando a turno me e la salsa rossa che colava. – Per cosa l’hai fatto a fare? – mi domandò con la sua parlata da ignorantone. Quello che avevo fatto l’avevano locchiato in pochi, e quelli che l’avevano locchiato se ne sbattevano. Lo stereo era di nuovo in funzione e stava suonando una trucca nauseante per chitarra elettronica. Io dissi: – Perché sei un bastardone maleducato e non hai una riga d’un’idea di come ci si comporta pubblicamente, fratello mio. Bamba mise su un’aria malvagia friggibuco, dicendo: – Allora a me non mi piace che tu faccia quel che hai fatto. E non sono più tuo fratello per niente e non voglio nemmeno esserlo -. Aveva preso di tasca un grande garzuolo tutto moccicoso e si stava asciugando il gocciolio rosso, continuando a guardarlo tutto stupito e ingrugnito come se il sangue andasse bene per gli altri ma non per lui. Era come se volesse cantare sangue per rimediare alla sua volgarità verso la quaglia che cantava musica. Ma questa quaglia stava gufando ha ha ha con i suoi soma al bar, col truglio rosso che macinava e gli zughi scintillanti, e non si era accorta di nulla. Ma era a me che Bamba aveva mancato di rispetto.
Posizione 424-425
Volevo un’orgia di musica prima di farmi timbrare il passaporto alla frontiera del sonno, fratelli, e prima che il cancello a strisce si alzasse per farmi passare.
Posizione 464-469
Sono le otto passate, figliolo. Farai tardi di nuovo. Così io risposi: – Mi fa un po’ male il planetario. Lasciami stare che cerco di dormire ancora un po’ per farmelo passare, così oggi pome sarò più sviccio -. Snicchiai che lei faceva una specie di sospiro, poi disse: – Allora ti lascio la colazione nel forno, figliolo, perché devo uscire subito anch’io -. Ed era vero, dato che c’era questa legge che chiunque non fosse un bambino o non avesse un bambino o non fosse malato doveva andare a sgroppare. La mia mamma lavorava in uno di quegli Statalmarket, come li chiamavano, e riempiva gli scaffali di minestre e piselli in scatola e tutte quelle sguanate.
Posizione 519-529
Secondo i miei calcoli dovresti ormai essere maturo. è per questo che sono venuto ad avvertirti, piccolo Alex, di tenere la tua bella proboscidina fuori dai pasticci, già. Sono stato chiaro? – Come l’acqua di fonte, signore, – dissi. – Chiaro come il cielo azzurro dell’estate. Può contare su di me, signore -. E gli feci un sorriso con tutti gli zughi. Ma quando lui smammò e io mi misi a fare questo cià bello forte, ridevo tra me pensando a quello di cui si preoccupavano P.R. Deltoid e i suoi soma. D’accordo, io faccio male, pensavo, con questi festaggi e questi lavoretti con la lisca e il vecchio vaevieni, e se mi rabattano, be’, peggio per me, O fratellini, capisco che non si può mandare avanti una nazione se tutti quanti i martini si comportano come faccio io la notte. Così se mi rabattano e faccio tre mesi in un sosto e altri sei in un altro e poi, come mi avverte gentilmente P.R. Deltoid, nonostante la gran tenerezza delle mie primavere, fratelli, la prossima volta mi ficcano direttamente nel grande zoo, be’, io dico: “Giusto, ma è un gran peccato, signori miei, perché io semplicemente non sopporto di star rinchiuso. Ragion per cui farò di tutto, nel futuro che tende verso di me le rosee braccia prima che lo sgarzo subentri o il sangue canti la sua ultima strofa tra un groviglio di metalli contorti sull’autostrada, perché non mi rabattino mai più”.
Posizione 529-535
fratelli, questo mordersi le unghie dei piedi su qual è la causa della cattiveria mi fa solo venir voglia di gufare. Non si chiedono mica qual è la causa della bontà, e allora perché il contrario? Se i martini sono buoni è perché così gli piace, e io non interferirei mai coi loro gusti, e così dovrebbe essere per l’altra parte. E io patrocinavo l’altra parte. In pila, cattiveria viene dall’io, dal te o dal me e da quel che siamo, e quel che siamo è stato fatto dal vecchio Zio o Dio ed è il suo grande orgoglio e consolazione. Ma i non-io non vogliono avere il male, e cioè quelli del governo e i giudici e le scuole non possono ammettere il male perché non possono ammettere l’io. E la nostra storia moderna, fratelli, non è la storia di piccoli io coraggiosi che combattono queste grandi macchine? Parlo sul serio, fratelli, quando dico questo.
Posizione 538-540
La gazzetta parlava come al solito di ultraviolenza e rapine nelle banche e scioperi e calciatori che rendevano tutti paralitici per il terrore minacciando di non giocare la prossima domenica se non ricevevano paghe più alte, i cattivelli.
Posizione 546-551
Di articoli sulla Gioventù Moderna ce n’erano sempre, ma la trucca migliore che avessero mai stampato sulla vecchia gazzetta era di un bigio papalone col collare da cane che diceva come, secondo la sua stimatissima opinione, e lui sprolava da uomo di Zio, ERA IL DIAVOLO CHE SI TROVAVA OVUNQUE che si scavava la strada dentro la giovane carne innocente, ed era il mondo degli adulti che doveva assumersene la responsabilità per via delle loro guerre e delle bombe e tutte quelle assurdità. Ora sì che andava bene. Lui sì che sapeva di cosa parlava dato che era un uomo di Dio. E dunque noi malcichi eravamo innocenti e nessuno poteva darci la colpa. Benebenebene.
Posizione 588-589
Queste due giovani quaglie si somigliavano molto, ma non erano sorelle. Avevano le stesse idee, o la stessa mancanza di medesime, e lo stesso colore di capelli
Posizione 643-644
Mi feci un ghigno interno, dato che il papapa credeva che mi avessero corretto davvero, o credeva di crederlo.
Posizione 696-696
Ma quando fummo sulla strada locchiai che pensare è per i tonni e che i falchi usano invece l’ispirazione o quel che Zio manda.
Posizione 886-891
Ma c’erano le ciangotte dei cerini che dicevano a tutti di chiudere il becco e si poteva perfino snicchiare lo spatàc di qualcuno che veniva festato cinebrivido e faceva ouuuuuuuu, ed era come una ciangotta di bigia babusca sbronza, non di uomo. In questa cantona con me c’erano quattro rozzi che si facevano una bella glutata sonora di cià dato che ce n’era un pentolone sul tavolo e quelli lì succhiavano e ruttavano sulle loro sporche tazzacce. Non me ne offrirono neanche un po’. Tutto ciò che mi offrirono, fratelli, fu un bigio specchio stronzo perché mi ci guardassi, e a dir la verità non ero più il vostro bel giovane Narratore ma ero una vera frana, con il truglio tutto gonfio e i fari rossi e il naso ammaccato.
Posizione 976-986
Ricomincio da qui, e questa è la parte tipo lacrimosa e tragica della storia, fratelli miei e miei unici amici, che inizia nella Prista (Prigione Statale, cioè) Numero 84F. Non avrete certo molta voglia di snicchiare tutta la sguanosa e orribile storia dello shock che mandò il mio papà a battere le granfie ammaccate e salsose contro l’ingiustizia di Zio nel Suo Cielo e della mia mamma che allargava il truglio per fare ouuuuu ouuuuu ouuuuu nel suo dolore di madre per l’unico figlio e frutto del suo ventre deprimendo tutti quanti cinebrivido. Poi ci fu il bigio magistrato molto torvo nella lower court che sprolò mottate durissime contro il vostro Amico e Umile Narratore, dopo tutte le saloppe e sguanose calunnie vomitate da P.R. Deltoid e dai cerini, che Zio li stramaledica. Poi fui rimesso in una lurida cella insieme a lezzosi pervertiti e sgarroni. Poi ci fu il processo della corte suprema coi giudici e una giuria, poi ci furono molte mottate davvero bruttissime sprolate in modo solenne, poi ci fu il Colpevole, e la mia mamma giù a far baaahaaaahaaa quando dissero Quattordici Anni, fratelli miei. Così adesso ero qua, due anni giusti da quando ero stato sbattuto a calci e inchiavistellato nella Prista 84F, vestito all’estremo grido della prigione che era un abito a un pezzo di un colore sporco tipo sguana, e il numero cucito sulle parti tuberose proprio sopra il vecchio tictoc e pure sulla schiena, così che andassi o venissi ero sempre il 6655321 e non più il vostro piccolo soma Alex.
Posizione 1072-1082
Mi perdoni l’ardire, signore, ma perché non mi propone per questa faccenda? Si locchiava che stava meditando mentre sfumacchiava a tutt’ andare la sua cancerosa, e forse si stava chiedendo se doveva o no dirmi quello che sapeva. Poi disse: – Immagino che tu ti riferisca alla Tecnica Ludovico -. Era ancora molto circospetto. – Non so come si chiami, signore, – dissi. – So soltanto che ti fa uscire alla svelta e che non ti ci fa tornare mai piè. – Così, – disse, con le sopracciglia tutte un groviglio mentre si chinava a guardarmi. – è proprio così, 6655321. Naturalmente, per ora è solo in fase sperimentale. è molto semplice ma molto drastica. – Ma la stanno usando anche qui, non è vero? – dissi. – In quegli edifici nuovi vicino alla Parete Sud, signore. Abbiamo visto che li costruivano quando si usciva per l’aria. – Non è stata ancora messa in pratica, – disse, – non in questa prigione, 6655321. Lui ha dei seri dubbi in proposito. E devo confessare che io condivido quei dubbi. Il quesito è se una tecnica del genere possa davvero rendere buoni. La bontà viene da dentro, 6655321. La bontà è qualcosa che si sceglie. Quando un uomo non può scegliere cessa d’essere un uomo
Posizione 1093-1095
Quello che ora stava dicendo tutto per conto suo era: – E a quei tempi non potevi mai mettere le mani sopra un pogo (minima idea di cosa fosse, fratelli) manco a pagarlo dieci milioni di arcibaldi, allora che faccio, vado giù dal Turco, vado, e dico che ci ho questa raffa proprio quella mattina, e lui che fa? – Parlava sempre con quell’antico gergo della malavita.
Posizione 1188-1191
Il Governo non può più avallare delle teorie penologiche tanto sorpassate. Ammucchiate dei criminali insieme ed ecco quello che succede. Ottenete della criminalità concentrata, il delitto dentro il gastigo. Presto potremo avere bisogno di tutto lo spazio delle nostre prigioni per i delinquenti politici -. Io non zeccai un accidente, ma dopotutto non stava mica sprolando con me.
Posizione 1221-1236
Il Capo Satellite disse: – Il Cappellano della prigione vorrebbe dirgli due parole, signore -. Così fui accompagnato fuori e giù per il corridoio verso la Cappella, festato per tutta la strada sul planetario da uno dei satelliti, ma in un modo tutto noia e sbadigli. E mi accompagnarono attraverso la Cappella e dentro la cantonetta del salmiere. Il salmiere era seduto alla scrivania e aveva addosso una bella sniffa forte di cancerose e di Scotch di prima qualità. Mi disse: – Ah, piccolo 6655321, accomodati -. E ai guardiani: – Aspettate fuori, eh? – E loro andarono. Poi mi parlò in un modo molto serio, dicendo: – Una cosa voglio che tu sappia, ragazzo, ed è che questo non ha niente a che fare con me. Se fosse il caso io protesterei, ma non lo è. C’è la questione della mia carriera, e la mia voce è ben debole per opporsi a certi elementi che hanno molto più peso nel sistema. Sono stato chiaro? – Non era stato chiaro per niente, fratelli, ma io feci lo stesso di sì. – Tutto ciò comporta dei problemi etici molto ardui, – continuò. – Stanno per farti diventare un bravo ragazzo, 6655321. Non sentirai mai più il desiderio di commettere atti violenti o di offendere chicchessia in alcun modo o di turbare la Pace dello Stato. Spero che te ne renda conto. Spero che tutto ciò ti sia assolutamente chiaro -. Io dissi: – Oh, sarà bellissimo diventare buoni, signore -. Ma dentro di me mi feci una gufata cinebrivido, fratelli. Lui disse: – Essere buoni può non essere affatto bello, piccolo 6655321. Essere buoni può essere orribile. E mentre te lo dico mi rendo conto di quanto sembri contraddittorio. So che passerò molte notti insonni per questo. Che cos’è che Dio vuole? Dio vuole il bene o la scelta del bene? Un uomo che sceglie il male è forse in qualche modo migliore di un uomo cui è stato imposto il bene? Sono questioni profonde e difficili, piccolo 6655321. Ma ora voglio dirti solo questo: se in qualsiasi momento, nel futuro, tu dovessi ripensare a questi giorni e ricordarti di me, il più infimo e il più umile dei servitori di Dio, ti prego, non pensar male di me in cuor tuo, non credermi in alcun modo coinvolto in ciò che adesso sta per accaderti.
Posizione 1568-1569
E allora, fratelli, io dovetti fuggire nel sonno dall’orrenda e sbagliata sensazione che era meglio prendere le botte che darle. E se quel martino fosse rimasto avrei potuto perfino porgergli l’altra guancia.
Posizione 1631-1632
Gli alti valori morali non ci riguardano, noi ci preoccupiamo soltanto di stroncare la delinquenza…
Posizione 1668-1670
Redenzione, – scricciò lui. – Gioia per gli Angeli di Dio. – Il fatto è, – stava dicendo molto altisuono questo Ministro degli Esterni, – che funziona. – Oh, – disse il salmiere della prigione, tipo sospirando, – per funzionare funziona, che Dio ci aiuti tutti quanti.
Posizione 1689-1706
Mentre lo facevo, un migno nanerottolo pistonò dentro a vendere le gazzette del mattino, un tipo di sgarrone tutto storto e sguanoso con delle lenti spesse montate su metallo e le palandre che avevano il colore di un budino di ribes putrefatto. Io cattai una gazzetta, con l’idea di locchiare quel che capitava nel mondo per prepararmi al tuffo in una seigiorni normale. Questa gazzetta pareva una gazzetta del Governo, perché tutti gli articoli di prima pagina dicevano la stessa trucca e cioè che era necessario per ogni martino rimettere in carica il Governo alle prossime Elezioni Generali che pare dovessero avvenire tra due o tre settimane. C’erano delle mottate molto sbruffone su tutto ciò che il Governo aveva fatto negli ultimi tempi, dato l’aumento di esportazione e una politica estera proprio cinebrivido e l’assistenza sociale migliorata e tutta quella sguana. Ma ciò di cui il Governo si vantava di piera il modo in cui negli ultimi mesi le strade erano state rese meno pericolose per tutta la grega pacifica che passeggiava di notte, per via delle paghe migliori ai poliziotti e della polizia che era più dura coi giovani teppisti e i pervertiti e i rapinatori e quel genere di sguanate. Il che interessava piuttosto il Vostro Umile Narratore. E sulla seconda pagina c’era una foto tutta confusa di qualcuno che mi pareva di conoscere e poi saltò fuori che quello ero proprio io io io. Avevo un’aria molto giù e tipo spaventata, ma era per via dei flash che facevano plop plop continuamente. Sotto la foto diceva che quello era il primo diplomato del nuovo istituto Statale per la Redenzione dei Criminali, che era stato guarito dei suoi istinti criminali in soli quindici giorni, e che adesso era un buon cittadino rispettoso delle leggi e tutta quella sguana. Poi locchiai che c’era un articolo molto spaccone su questa Tecnica Ludovico e su com’era intelligente il Governo eccetera. Poi c’era un’altra foto di qualcuno che mi sembrava di conoscere ed era questo Ministro degli Esterni. Pareva che si fosse vantato un bel po’ e che secondo lui era vicina un’epoca felice libera dai delinquenti e in cui non ci sarebbe più stata paura di venire vigliaccamente assaliti dai giovani teppisti e dai pervertiti e dai rapinatori e tutta quella sguana. Così io feci aaaaarg e buttai la gazzetta per terra, ricoprendo le macchie di cià versato e gli orribili sputacchi dei lezzoni che frequentavano quel sosto.
Posizione 1781-1782
Così presi l’autobus per il Center, poi tornai indietro fino al Taylor Place dove c’era la disco-butik MELODIA che avevo onorato della mia inestimabile preferenza
Posizione 1948-1948
Arrivai a una specie di villaggio che mi pareva d’aver già locchiato, forse per via che tutti i villaggi si somigliano, specialmente al buio.
Posizione 1983-1985
Credo di sapere chi sei, – disse lui. – Se sei chi credo tu sia, allora sei capitato proprio nel posto giusto, amico mio. Non era tua la foto sui giornali di oggi? Non sei tu la povera vittima di quell’orribile tecnica nuova? Se è così è la Provvidenza che ti manda. Torturato in prigione e poi sbattuto fuori perché la polizia continui a torturarti. Hai tutta la mia compassione, povero ragazzo
Posizione 2001-2005
Tu hai peccato, immagino, ma la tua punizione è stata davvero sproporzionata. In fondo eri un essere umano, e loro ti hanno cambiato in qualcos’altro. Non sei più in grado di scegliere. Ora sei obbligato a compiere soltanto delle azioni socialmente accettabili, come una macchina capace di fare solo il bene. Oh, capisco benissimo….Anche quella faccenda del condizionamento marginale. Musica e sesso, arte e letteratura non devono più essere fonte di piacere per te, ma di dolore.
Posizione 2007-2007
Un uomo che non può scegliere cessa di essere un uomo.
Posizione 2031-2039
c’erano anche due o tre scaffali di libri e c’era anche, come immaginavo, una copia di Un’arancia a orologeria e dietro, sulla costa, c’era la targa dell’autore: F. Alexander. Zio buono, pensai, è un Alex pure lui. Mi misi a sfogliare il libro così com’ero, in pigiama e a patte nude, dato che non avevo neanche una riga di freddo per via che il cottage era tutto bello caldo, ma non zeccai tanto bene di cosa parlasse. Era scritto in uno stile tipo scardinato tutto pieno di Ah e di Oh e quelle sguanate, ma il succo di tutta la faccenda sarebbe stato che ai nostri giorni i martini venivano trasformati in macchine ma che invece tutti – io e voi e il baciami-le-bacche – avrebbero dovuto fare una crescita naturale come i frutti. F. Alexander pensava, pare, che tutti noi cresciamo su quello che lui chiamava l’albero-del-mondo nell’orto-del-mondo che Zio o Dio aveva seminato, e che stavamo lì perché Zio o Dio aveva bisogno di noi per calmare la sua sete d’amore o una sguanata del genere. A me tutta questa roba mica mi piaceva tanto, fratelli miei, e mi chiedevo se per caso questo F. Alexander non si fosse del tutto scardinato da quando sua moglie aveva sbaraccato.
Posizione 2065-2069
Qualcuno deve pur lottare. Abbiamo una grande tradizione di libertà da difendere. Io non appartengo a nessun partito. Quando vedo l’infamia cerco di combatterla. I partiti non significano nulla, la tradizione di libertà è tutto. Oh, certo, la gente comune non se ne preoccupa. Sono pronti a vendere la libertà per una vita più tranquilla. è per questo che devono essere pungolati, pungolati… – E a questo punto, fratelli, prese una forchetta e cercò di ficcarla due o tre volte nel muro finché si piegò tutta. Poi la buttò per terra.
Posizione 2203-2204
Comunque questi poldi politici se ne andarono. E me ne andai anch’io, ma tornai in orbita, tornai nel gran buio acceso ogni tanto da sogni che non sapevo se erano sogni o no, fratelli miei.
Posizione 2308-2309
Quello che si glutava noi era il vecchio mommo coi coltelli dentro, come si diceva, per diventare più svicci e pronti per un po’ di porco diciannove, ma questo ve l’ho già raccontato.
Posizione 2441-2445
Sì sì sì, proprio così. La giovinezza deve andarsene, oh sì. Ma la giovinezza è un po’ come essere un animale. No, non proprio come un animale ma come uno di quei migni giocattoli che vendono per le strade, tipo dei piccoli martini fatti di latta e con una molla dentro e una chiavetta fuori e tu lo carichi trrr trrr trrr e quello pistona via, tipo camminando, O fratelli miei. Ma cammina in linea retta e va a sbattere contro le cose, sbam, e non può farne a meno. Essere giovani è come essere una di queste migne macchinette.
Arancia Meccanica Libro Distopico
Il libro Arancia Meccanica è di certo una pietra miliare della letteratura distopica. Alex è l'antieroe che si muove in questo futuro caratterizzato dalle sregolatezze e l'ultraviolenza giovanili, e Alex stesso e i suoi soma ne sono protagonisti.
L'attenzione sebra puntare il dito contro questo stile di vita, ma è successivamente che la vera violenza ha luogo, quando le pacifiche strutture correttive governative riescono addirittura a interferire con il libero arbitrio dei cittadini, condizionati dalla Cura Ludovico a non commettere più azioni malvagie.
Ma il cuore di questo romanzo distopico è proprio questo: che cos'è un uomo che non può scegliere?
PS: anche l'accenno ai delinquenti politici non è male!
Arancia Meccanica Libro VS Film
Arancia Meccanica è un famoso film di Kubrick del 1971. Anzi, il film Arancia Meccanica è sicuramente il motivo per cui ho deciso di leggere il romanzo di Burgess (e scommetto che è lo stesso per molti).
Non voglio fare il listone delle microdifferenze fra Arancia Meccanica libro e film, ma solo segnalare le più evidenti, quelle che maggiormente mi hanno dato da pensare.
- Per prima cosa, Arancia Meccanica libro è molto più crudo. Senza entrare nei dettagli, le violenze commesse da Alex e soma sono peggiori di quelle viste in Arancia Meccanica film (che pure non erano poca roba).
- Altro punto degno di nota, l'Alex di Arancia Meccanica film era un marcantonio, Malcom McDowell che lo interpreta aveva 27-28 anni, mentre l'Alex di Arancia Meccanica libro è un quindicenne: questo dà maggior peso anche al punto precedente!
- Sempre Alex, in Arancia Meccanica libro è appassionato di musica classica in generale (ed è su questa tutta che la cura Ludovico ha effetto), e non del solo Ludwig Van Beethoven, come invece l'Alex di Arancia Meccanica film.
- Anche lo slang è diverso fra le due versioni, ma credo sia da imputare solo ed esclusivamente alle diverse traduzioni.
- Il finale: non voglio spoilerare troppo (anche se...) ma giusto per far capire l'entità, in Arancia Meccanica film manca l'ultimo capitolo di Arancia Meccanica libro, e quindi il finale è completamente diverso! Roba da gufare cinebrivido!