Diario dalignese 2021, pt. 2 di 2 + altri titoli di racconti non (ancora?) scritti

da | 31 Ago 2021

Riassunto della puntata precedente: sono andato in vacanza in montagna a Ponte di Legno (BS) con famiglia e gatto incluso (se non ti fidi puoi leggere il resoconto della prima parte). E ora, la conclusione!

6 agosto: la giornata dei dialoghi surreali

Questa è stata la giornata dei dialoghi surreali. Apre la Tati, che raccontando un sogno fatto dice che aveva acquisito i superpoteri. Quali? La decorazione!

Non so se possa salvare il mondo, ma di certo lo può rendere più accogliente.

Segue la Paciu: per la grigliata in programma per il pranzo – quinto giorno e ancora nessuna grigliata? Non scherziamo, dai – ho comprato un pacchetto di accendini usa e getta.

Nei giorni prima della partenza abbiamo fatto pratica con acciarino e lente d’ingrandimento, che in caso di necessità vanno anche bene, ma l’accendino lasciamelo!

Dicevo che la Paciu voleva assolutamente averne uno per quando mi serve ha specificato. Al che le ho chiesto di farmi un esempio di quando le potesse servire: «Metti che a scuola scoppia un incendio, io con l’accendino… posso aumentarlo!»

È finita che non lo ha ottenuto.

Decorina

La grigliata ha avuto luogo in Valle Delle Messi, il giorno dell’addio di Messi a Barcellona. Una coincidenza? Direi di sì.

Mentre la truppa metteva le birre in fresca nelle gelide acque del torrente, io sperimento la delusione del pacchetto maxi di patatine che in realtà è mezzo vuoto. Patatinari vi odio!

Raccolta la legna, accendo il fuoco con aria snob (sono l’unico a non usare la pestilenziale diavolina e la mia pappa non avrà il tipico retrogusto petrolchimico).

Grigliata in Valle delle Messi

Mentre griglio si avvicinano due signore. La prima mi chiede se il bagno della casetta-con-i-bagni sia aperto.

Io le faccio cenno di sì, ma lei apre la porta del custode. «È chiuso!» mi dice, io le faccio un cenno con la mano che è possibile trascrivere sia con «Devi aprire la porta accanto» sia con «Ma perché chiedi a me?»

Vabbè, la storia finisce con lei che apre la porta giusta e da là non esce mai più. O forse è uscita quando non guardavo.

Il prossimo dialogo è quello più simpatico – non è che posso lamentarmi sempre, purtroppo – stavo sempre grigliando e si avvicina un’altra signora, che con accento emiliano mi chiede «Se ti do questo bastone, in cambio mi dai una salsiccia?»

Io la guardo con la faccia da pesce lesso per qualche secondo, lei riprende la parola: «È troppo poco, eh?» «Già» le faccio io. Mi sorride, appoggia il bastone al mucchio accanto al mio punto fuoco e si allontana soddisfatta.

Ma non quanto me con pà e strinù (ricetta tipica camuna).

.Avevamo prenotato nel pomeriggio una lezione di tennis per le bimbe, così ci rechiamo ai campi, le affidiamo all’istruttore e ci sediamo a osservarle a distanza di sicurezza.

Distanza di sicurezza e da aperitivo.

Entro nel bar della struttura (che è anche pizzeria) e chiedo… no, non me lo fa neanche chiedere, una cameriera mi dice che non può servire i tavoli esterni perché sta già servendo dentro il locale e non ce la fa.

Non voglio puntare il dito su quanto idiota sia questa cosa, probabilmente nelle località turistiche possono permettersi di trattare i clienti a pescinfaccia.

Comunque no problem, le propongo di servirmi al banco che poi ci penso io a portare due bicchieri a tre metri da lì, dove ci sono i tavoli esterni. Accetta, ma prima vuol sapere che cosa ordino.

E che ordinerò mai! Un Crodino – OK va bene – e un Campari Shackerato.

E qua mi dà la risposta più scema che potessi immaginare.

Ma prima una piccola premessa: io non sono un barista e non so nel dettaglio come si prepari un Campari Shackerato, ma grossomodo so che si prende il liquore che dà nome al cocktail, gin e si sbattono dentro quel coso da barista giocoliere.

Quindi, cara la mia cameriera, non puoi dirmi che non ce l’hai, perché non è qualcosa che si possa o non possa avere, ma lo devi preparare!

E se sei un bar senza Campari e gin allora c’è qualcosa che non va.

Ma sono restato calmo, ordinando qualcosa di più adatto alle sue capacità mentali e poi ho dato una recensione a una stellina.

Prima lezione di tennis

A rinforzarmi, poi, due ragazzi in attesa della loro pizza d’asporto che al tavolino dietro al mio si lamentavano apertamente, con una frase che mi sento in dovere di edulcorare: «Divinità del cielo! 19 euro sonanti per due pizze dell’accidente».

Poteva andargli peggio: potevano dirgli che le pizze erano finite! [7/8/21 0:49]

Il contapassi dice 10.562 passi.

Titoli di racconti non ancora scritti: parte seconda

Come ho già fatto nella prima parte del diario dalignese, ecco la prima serie di titoli di racconti brevi ispirati ai fatti di questi giorni di vacanza. Racconti – come da titolo – che non ho ancora scritto e che forse rimarranno solo titoli. Forse!

  • I Vendicativi: Belpaese Superheroes – Supereroi Locali Uniti
  • L’accendincendi
  • Racconto minuzioso dell’aquilone che non voleva più scendere

Invece il racconto della barista dalle dubbie capacità l’ho già scritto – clamoroso! – e si intitola Il mio bar.

7 agosto: gettare la spugna all’avventura

Il programma per oggi è stato oggetto di lungo dibattito: il parco delle marmotte è una tappa sempre molto affascinante, ma anche il ghiacciaio è incredibilmente attraente.

Alla fine è stata la terza opzione a prevalere: Lago Aviolo in Val Paghera.

Non ci siamo mai stati, e proprio questo ce l’ha fatto preferire. Ci siamo sbagliati.

Dopo una salita impervia ci siamo trovati a un passaggio da fare aggrappati a una catena, su rocce dove scorreva anche un ruscello e la Tati si è spaventata e non c’è stato modo di proseguire, se non tornando sui nostri passi.

Dopo una discesa ricca di recriminazioni abbiamo scelto il Rifugio alla Cascata per rifocillarci (e far asciugare la mia maglietta ridotta a un cencio zuppo).

Lì ho mangiato un panino fotonico con formaggio fuso, speck e puntarelle che guarda, seduti su rocce di granito e come tavola una mega roccia sempre di granito. Il top sarebbe stato bere una granita, ma la mia umiltà me l’ha vietato.

Sulla via del ritorno abbiamo fatto tappa all’Adamello Adventure Park dove le bimbe si sono sfogate in percorsi di arrampicata, carrucole e amenità connesse [19:44]

Il contapassi dice 6.241 passi.

La salita al Lago Aviolo in Val Paghera
Adamello Adventure Park

La seconda parte dei titoli della seconda parte

  • Caduta senza fine
  • Il panino fotonico
  • La strada sull’albero

8 agosto: l’ozio è lo zio delle virtù

Oggi è stato l’ultimo giorno prima del ritorno, così è stato a grande richiesta dedicato all’ozio.

Ci siamo svegliati tardi, abbiamo trovato tutti i tavoli del bar occupati e siamo andati nella magica cartoleria di Ponte per alcuni acquisti seri e faceti.

Seri come i diari di scuola delle bimbe, faceti come il cubo di Rubik per me. Abbiamo pranzato a birra e salsicce (non tutti in effetti) e poi siamo andati a casa a riposare le nostre membra da una mattinata di nulla sfrenato.

Nel pomeriggio qualche compito, gioco libero, pallone, nascondino unofficial e poi giretto in centro, con visita finale in Val Sozzine.

Qui giostre, anelli, giochi d’acqua – ah, io no – sdraio-altalena fino alla fine.

Poi rientriamo, abbozzando anche una corsa, fino a che Elena non si accorge di non avere il telefono con se punto allora corsa vera, ma in direzione opposta!

Fra lagne, pianti e litigi alla fine recuperiamo l’oggetto smarrito e riguadagniamo – di nuovo – la strada di casa inventando nuovi superpoteri e scegliendo le pizze per la cena.

Il telefono recuperato

Finalmente arriviamo in pizzeria senza ulteriori sorprese e ammiriamo la sacra arte della pizzaggine, per poi ripartire a tutta velocità verso casa, sfruttando il superpotere del mantenimento termico delle pietanze da asporto.

Ci prepariamo per l’ultima notte in montagna sistemando le cose da mettere in valigia e scrivendo le memorie della giornata sotto l’effetto di alcolici locali a base di artemisie alpine [23:14]

Il contapassi dice 17.301 passi.

La sacra arte della Pizza

Titoli: terza parte della seconda, con riporto di uno

  • La Magica Cartoleria
  • Il bosco della chiamata silenziosa
  • Pizza Gourmet Fuori Menù Factory

9 agosto: bye bye fresco

Ovvero il giorno della partenza. Cioè, del ritorno. La colazione take-away che trovo al risveglio è un buon inizio, dover raccattare tutte le cose e caricarle in macchina, un po’ meno.

In ogni caso, a lavoro completato facciamo un’ultima passeggiata in centro – che quest’anno abbiamo frequentato davvero poco – mangiamo un’autentica piadina romagnola camuna, chiudiamo casa e ce ne andiamo.

Non molto da raccontare, se non la prima faccia del mio cubo di Rubik completata!

Il contapassi dice 9.012 passi.

Gli ultimi titoli in assoluto di racconti brevi

  • Oggi, ovvero il giorno della partenza
  • Cubik
  • Il resoconto inutile

Fine

Cheppalle quando finiscono le vacanze, anche se divise in due parti, però prima o poi doveva succedere. Godiamoci questi ricordi e buona fine estate!
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