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Tutto molto chiaro, nevvero?
Fra le posizioni 1081 e 1089 ero colpito da questa citazione:
L’invisibile estratto di Luigi Capuana (che però si vede molto bene)
Raccontatemi una fiaba, datemi a leggere una storia meravigliosa e sto a sentirla tutta occhi e orecchi, e divoro le pagine con deliziosa ansietà, anche quando la paura mi fa accapponare la pelle. Le novelle, i romanzi, che ci rappresentano fatti di ogni giorno, che ci ricantano le solite storie, alle quali spesse volte abbiamo assistito da testimonii e un po’ forse da interessati; che, per lo meno, somigliano tanto a queste, da darci l’illusione che il merito del novelliere e del romanziere consista unicamente nella bella maniera con cui ha saputo raccontarceli; le solite novelle, i soliti romanzi mi fanno l’effetto di un pettegolezzo trasportato dai salotti nelle pagine di un libro. Invece, le storie meravigliose che hanno la potenza di farci penetrare lentamente, inavvertitamente, nelle regioni dell’impossibile, dell’assurdo, e farci sognare a occhi aperti e darci l’illusione che l’impossibile, l’assurdo siano, o siano stati, per eccezione, per misteriose circostanze, una realtà, non mi deliziano soltanto perchè mi trascinano con dolce violenza in un modo diverso dal nostro, ma anche perchè m’ispirano una grande ammirazione per l’ingegno dell’autore.
L’invisibile, Luigi Capuana
Inoltre, poco dopo i protagonisti parlano di un romanzo inglese – che per loro doveva essere una grande novità: la prima edizione è del 1897 – ma che per noi è una pietra miliare della fantascienza preistorica: The Invisible Man!
Insomma, sto leggendo Luigi Capuana, l’ideologo del Verismo, e mi trovo tre pagine di lodi al racconto fantastico e una citazione a un grande romanzo di fantascienza.
Che il mio subconscio l’abbia fatto apposta?
Un pettegolezzo trasportato dai salotti nelle pagine di un libro
Io però volevo ragionare della citazione; de L’Uomo Invisibile di H. G. Wells infatti ne ho già scritto qualche tempo fa.
Quello che emerge da questo estratto è che la bravura di uno scrittore di opere reali stia per lo più nello stile in cui trascrive una storia, la racconta, pescandola dalla piatta realtà.
Attenzione però: non è Capuana che parla ma un suo personaggio, quindi non posso che prenderla per la provocazione che sembra tanto essere.
Anche perché parla di le solite novelle, i soliti romanzi come se lo scrittore volesse fare una critica verso qualcuno di ben specifico… e non escludo che gli esperti di Capuana sappiano a chi si stia rivolgendo.
Quindi, lasciamo perdere la nota negativa a questi novellieri e romanzieri e concentriamoci invece sulla parte positiva delle lodi alla scrittura fantastica!
Le reali regioni dell’impossibile e dell’assurdo
Queste lodi sperticate vanno ai racconti che hanno la capacità di farci sognare a occhi aperti, trasportando la nostra mente nei regni dell’impossibile e dell’assurdo per farci credere che invece siano essi la realtà.
Sono questi racconti che nascono per merito dell’ingegno dell’autore?
Beh, sì. Ma anche I Malavoglia o I Promessi Sposi che sono rispettivamente un romanzo verista e un romanzo storico nascono grazie all’ingegno dell’autore.
Certo, riuscire a far credere vero – o per lo meno verosimile – qualcosa che non lo è richiede probabilmente uno sforzo creativo maggiore, ma non sono così convinto che sia tutto qua il merito, se così vogliamo chiamarlo, dell’autore!
Anche nei racconti fantastici lo stile è importante. Così come la caratterizzazione dei personaggi, l’atmosfera, la trama ecc.
Dunque, quale può essere la marcia in più della letteratura fantastica? Ma siamo poi sicuri che ci sia davvero?