Il Maestro e Margherita: al diavolo il titolo! }:-)

da | 20 Ago 2019

Ho sempre associato Il Maestro e Margherita alla storia di un anziano falegname e della sua allieva, ambientato in una non ben definita campagna nel tardo diciannovesimo secolo: era grosso modo quello che mi suggeriva il titolo.
Al diavolo il titolo: Il Maestro e Margherita parla del diavolo! }:-)

Quarta di copertina

Il Diavolo è il più appariscente personaggio del grande romanzo postumo di Bulgakov. Appare un mattino dinanzi a due cittadini, uno dei quali sta enumerando le prove dell’inesistenza di Dio. Il neovenuto non è di questo parere… Ma c’è ben altro: era anche presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione in un capitolo che è forse il più stupefacente del libro… Poco dopo, il demonio si esibisce al Teatro di varietà di fronte a un pubblico enorme. I fatti che accadono sono cosi fenomenali che alcuni spettatori devono essere ricoverati in una clinica psichiatrica… Un romanzo-poema o, se volete, uno show in cui intervengono numerosissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione… È qui che Bulgakov si congiunge con la più profonda tradizione letteraria della sua terra: la vena messianica, quella che troviamo in certe figure di Gogol’ e Dostoevskij e in quel pazzo di Dio che è il quasi immancabile comprimario di ogni grande melodramma russo.

Eugenio Montale
Il Maestro e Margherita - Michail Bulgakov: copertina

Citazioni da Il Maestro e Margherita

Posizione 417-420
il suo era un Gesú del tutto vivo, un Gesú che un tempo aveva avuto una sua esistenza, anche se, a dire il vero, era un Gesú fornito di tutta una serie di attributi negativi. Berlioz invece voleva dimostrare al poeta che l’importante non era la bontà o meno di Gesú, ma il fatto che Gesú in quanto persona non era mai esistito, e che tutti i racconti su di lui erano pure invenzioni e banalissimi miti.
Posizione 427-428
Non esiste una sola religione orientale, – diceva Berlioz, – in cui manchi, di regola, una vergine immacolata che metta al mondo un dio.
Posizione 506-511
Ma ecco il problema che mi preoccupa: se dio non esiste, chi dirige la vita umana e tutto l’ordine sulla terra? – È l’uomo che dirige, – si affrettò a rispondere irritato Bezdomnyj a questa domanda che, bisogna riconoscerlo, non era molto chiara. – Mi perdoni, – replicò con dolcezza lo sconosciuto, – per dirigere bisogna avere un piano esatto per un periodo abbastanza lungo. Mi permetta perciò di chiederle come può l’uomo dirigere, se non solo gli manca la possibilità di fare un piano perfino per un periodo ridicolmente breve come, diciamo, un millennio, ma non è neppure in grado di rispondere del proprio domani!
Posizione 758-758
Non so chi ti abbia messo la lingua in bocca, ma te l’ha messa bene.
Posizione 1119-1119
Berlioz non gettò un grido, ma intorno a lui tutta la via strillò in un coro di disperate voci femminili.
Posizione 1391-1394
Qualcuno si agitava, gridava che bisognava subito, all’istante, lí per lí scrivere un telegramma collettivo e spedirlo immediatamente. Ma quale telegramma, chiediamo noi, e a chi? E perché spedirlo? Infatti, a chi spedirlo? A che serve un telegramma, quale che esso sia, all’uomo la cui nuca schiacciata è stretta ora dalle mani di gomma del preparatore e il cui collo è cucito dagli aghi curvi del professore?
Posizione 1939-1940
«È intelligente, – pensò Ivan, – bisogna ammettere che anche tra gli intellettuali si trovano persone d’intelligenza non comune, non lo si può negare»,
Posizione 2371-2372
La ragazza si avvicinò all’amministratore e gli mise le mani sulle spalle. I capelli di Varenucha si rizzarono perché anche attraverso la stoffa fredda, imbevuta d’acqua, del camiciotto, sentí che quelle mani erano ancora piú fredde, fredde di un freddo di ghiaccio.
Posizione 2427-2428
L’uomo è mortale, e, come giustamente è stato detto, a volte muore all’improvviso.
Posizione 2856-2857
L’amore ci si parò dinanzi come un assassino sbuca fuori in un vicolo, quasi uscisse dalla terra, e ci colpí subito entrambi.
Posizione 2966-2969
Tolsi dal cassetto del tavolo le pesanti copie del romanzo e i quaderni di appunti, e cominciai a bruciarli. Era difficilissimo, perché la carta scritta non brucia volentieri. Spezzandomi le unghie laceravo i quaderni, li ponevo ritti tra i pezzi di legno, e ne scuotevo le pagine con l’attizzatoio. A volte la cenere vinceva, spegneva le fiamme, ma io continuavo a lottare, e il romanzo, pur difendendosi tenacemente, periva. Le parole familiari mi balenavano davanti, un giallore saliva irresistibile lungo le pagine, eppure le frasi trasparivano ancora.
Posizione 3321-3322
Adesso vada a casa, e l’inferno che le farà passare la sua consorte sia la sua punizione.
Posizione 4016-4016
L’orecchio di Poplavskij spuntava dal vetro rotto. Questo orecchio afferrò una risata femminile.
Posizione 4254-4256
Quali altri avvenimenti portentosi succedessero a Mosca in quella notte, non lo sappiamo e non staremo naturalmente a indagarlo, tanto piú che è giunto il momento di passare alla seconda parte di questa veridica narrazione. Seguimi, lettore!
Posizione 4295-4296
Appena fu conscia di questo presentimento, si diede a scaldarlo e ad alimentarlo nella sua anima per timore che esso l’abbandonasse.
Posizione 4513-4515
In certi momenti Margherita cominciava ad aver l’impressione che l’orologio si fosse rotto e che le lancette non si muovessero. Ma si muovevano, seppure molto lentamente, come se si appiccicassero e alla fine la lancetta lunga calò sul ventinovesimo minuto delle nove.
Posizione 4655-4658
Mirando attentamente, essa colpí la tastiera del pianoforte e per tutto l’appartamento si diffuse il primo urlo lamentoso. Gridava disperatamente il Becker a mezza coda che era del tutto innocente. I suoi tasti sprofondavano, i rivestimenti di osso volavano da ogni parte. Lo strumento rimbombava, ululava, rantolava, tintinnava.
Posizione 4679-4680
Margherita si alzò di un metro e menò un colpo al lampadario. Due lampadine andarono in pezzi e le gocce di cristallo schizzarono da ogni parte.
Posizione 4704-4719
In un lettino con le reti ai lati sedeva un bimbo sui quattro anni e stava in ascolto, spaventato. Adulti non ce n’erano nella stanza, evidentemente tutti erano corsi via dall’alloggio. – Rompono i vetri, – disse il bimbo e chiamò: – Mamma! Nessuno rispose, e allora egli disse: – Mamma, ho paura. Margherita scostò la tenda e entrò dalla finestra. – Ho paura, – ripeté il bimbo e cominciò a tremare. – Non aver paura, non aver paura, piccolino, – disse Margherita, sforzandosi di addolcire la sua voce di delinquente, arrochita dal vento, – sono stati dei ragazzacci a rompere i vetri. – Con la fionda? – chiese il bimbo, smettendo di tremare. – Con la fionda, con la fionda, – confermò Margherita, – ma tu, devi dormire. – È stato Sitnik, – disse il bimbo, – lui ce l’ha, una fionda. – Ma certo, è stato lui. Il bimbo guardò dall’altra parte con aria maliziosa e chiese: – Ma tu, zia, dove sei? – Io non ci sono, – rispose Margherita, – tu mi stai sognando. – Lo pensavo anch’io, – disse il bimbo. – Coricati, – ordinò Margherita, – metti la mano sotto la guancia e mi sognerai. – Va bene, ti sognerò, ti sognerò, – assentí il bimbo, e si coricò subito e mise la mano sotto la guancia. – Ti racconterò una fiaba, – riprese Margherita, e posò la mano calda sulla testa rapata. – C’era una volta una zia… Non aveva figli e in generale non aveva neppure fortuna. Ed ecco che da principio essa pianse a lungo, ma poi diventò una strega… – Margherita tacque, tolse la mano, il bimbo dormiva.
Posizione 4732-4733
Dal fatto che in basso le due file di luci rade si erano fuse in due linee ininterrotte e dalla rapidità con la quale esse scomparvero, Margherita intuí che volava a una fantastica velocità, e fu sorpresa di non rimaner senza fiato.
Posizione 4794-4794
L’ombra lieve della volatrice la precedeva scivolando sul suolo, adesso la luna le brillava alle spalle.
Posizione 4808-4813
Scorgendo Margherita, il grassone la guardò in tralice, poi urlò, esultante: – Che succede? Cosa vedono i miei occhi? Claudine, vedova intrepida, sei proprio tu? Tu, qui? – e s’avvicinò per salutarla. Margherita arretrò e rispose dignitosamente: – Va’ un po’ al diavolo! Che c’entro io con Claudine? Guarda bene con chi parli! – e, dopo averci ripensato un attimo, aggiunse al suo discorso una lunga, irripetibile ingiuria. Lo sconsiderato grassone ci rimase cosí male che la sbornia gli passò di colpo.
Posizione 4902-4904
Io, d’altra parte, – continuò a cicalare Korov′ev, – ho conosciuto delle persone che non solo non avevano nessun’idea della quinta dimensione, ma in genere, non avevano nessun’idea di nulla
Posizione 4998-5000
I calzoni non si addicono a un gatto, Messere, – rispose il gatto con gran sussiego. – Non pretenderà mica che mi metta anche gli stivali? Soltanto nelle fiabe s’incontra un gatto con gli stivali, Messere. Ma ha mai visto a un ballo qualcuno senza cravatta?
Posizione 5010-5012
I miei discorsi non sono affatto fesserie, come lei si è espresso in presenza di una signora, ma una catena di ben condizionati sillogismi che verrebbero degnamente apprezzati da conoscitori come Sesto Empirico, Marziano Capella, se non addirittura dallo stesso Aristotele.
Posizione 5338-5338
il fatto è la cosa piú ostinata del mondo.
Posizione 5597-5606
Già, è vero, – rispose Woland, – ho avuto il piacere d’incontrarmi con quel giovanotto agli stagni Patriaršie. Per un pelo non ha fatto impazzire anche me, dimostrandomi che io non esisto. Ma ci crede che io sono veramente io? – Bisogna crederci, – disse il nuovo venuto, – ma naturalmente, sarebbe assai piú comodo ritenere che lei è il prodotto d’un’allucinazione. Mi scusi, – soggiunse il Maestro, riprendendosi. – Be’, perché no? Se è piú comodo, lo ritenga pure, – rispose cortesemente Woland. – No, no! – disse Margherita, spaventata, e scosse il Maestro per le spalle. – Rientra in te! Dinanzi a te c’è realmente lui! A questo punto il gatto intervenne di nuovo: – Io, però, assomiglio per davvero a un’allucinazione. Osservate un po’ il mio profilo al chiaro di luna –. Il gatto s’infilò nella striscia di luce lunare e stava per aggiungere ancora qualcosa, ma fu pregato di star zitto ed egli rispose: – Bene, bene, sono pronto a tacere. Sarò un’allucinazione taciturna, – e non fiatò piú.
Posizione 5833-5834
Quando fu sazia di piangere, Margherita prese i quaderni intatti e ritrovò il passo che aveva riletto prima d’incontrarsi con Azazello
Posizione 5927-5928
Senza volerlo, volse lo sguardo nella direzione in cui, oltre le terrazze del giardino, in basso, finivano di ardere le colonne e i tetti piatti, indorati dagli ultimi raggi.
Posizione 6204-6204
Verso mezzanotte il sonno ebbe finalmente pietà dell’egemone.
Posizione 6622-6623
In quel tempo, in città stavano nascendo e diffondendosi voci assolutamente assurde, in cui una minutissima porzione di verità era infiorata da rigogliosissime fandonie.
Posizione 6977-6985
Se vieni da me, perché non mi hai salutato, ex pubblicano? – disse severo Woland. – Perché non voglio che tu goda salute, – rispose l’altro insolentemente. – Eppure dovrai metterti l’animo in pace, – replicò Woland, e un sorriso beffardo storse la sua bocca. – Non hai fatto in tempo ad apparire sul tetto che hai già detto una sciocchezza, e ti dirò io in che cosa consiste: nel tuo tono. Hai pronunciato le tue parole come se tu non riconoscessi l’esistenza delle ombre, e neppure del male. Non vorresti avere la bontà di riflettere sulla questione: che cosa farebbe il tuo bene, se non esistesse il male? E come apparirebbe la terra, se ne sparissero le ombre? Le ombre provengono dagli uomini e dalle cose. Ecco l’ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Vuoi forse scorticare tutto il globo terrestre, portandogli via tutti gli alberi e tutto quanto c’è di vivo per il tuo capriccio di goderti la luce nuda? Sei sciocco.
Posizione 7063-7065
senti, tu sei una persona intelligente, e pazza non sei stata… sei proprio convinta che ieri siamo stati da Satana? – Nel modo piú assoluto, – rispose Margherita. – Naturalmente, naturalmente, – disse ironico il Maestro, – quindi adesso invece di uno ci sono due pazzi,
Posizione 7118-7120
Ma mi scusi, Azazello, se sono nuda! Azazello la pregò di non preoccuparsi, assicurando che aveva avuto occasione di vedere donne non solo nude, ma interamente scorticate,
Posizione 7237-7239
Povero, povero Ivan, – sussurrò Margherita con le sole labbra, chinandosi sul letto. – Com’è bella, – disse Ivan senza invidia, ma con mestizia e con una placida commozione, – guarda come le cose si sono messe bene per voi. Per me invece no, – qui rifletté, e aggiunse, pensieroso: – o forse sí, invece…

Il Maestro e Margherita: giudizio finale

Senza il minimo tentennamento affermo che Il Maestro e Margherita è un capolavoro dell’oniricità, un romanzo lirico, crudele, delirante, ironico e visionario.

Al pari di Cuore di Cane – sempre di Bulgakov – non si tratta di un romanzo per tutti, e per questo sarà utile approcciartici con molta cautela. Però fallo!

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