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Ho letto Le avventure di Huckleberry Finn solo per un motivo, e cioè che avevo letto Le avventure di Tom Sawyer e quindi dovevo leggermi anche il seguito.
Huckleberry Finn: quarta di copertina
Pubblicato nel 1884, Le avventure di Huckleberry Finn è uno dei libri più giustamente celebri di sempre. Le vicende del giovanissimo Huck, che discende il Mississippi su una zattera insieme allo schiavo fuggiasco Jim, rispecchiano le ansie profonde di una giovanissima nazione: i problemi razziali, l’incombere di un’assurda guerra civile, le laceranti divisioni di classe.
Twain lasciò con il romanzo un contributo fondamentale nella storia della letteratura statunitense e non solo, facendo del racconto picaresco uno strumento di lucida analisi sociale. Ma soprattutto consegnando nella mani della “generazione perduta” e di tutti gli scrittori novecenteschi un eccezionale strumento espressivo: la lingua americana, con tutti i suoi slang, usata senza alcuna reticenza o censura.
Citazioni da Huckleberry Finn
Huckleberry Finn: giudizio finale
Se Tom Sawyer è un classico per ragazzi, Le avventure di Huckleberry Finn è un romanzo molto più maturo: come da quarta di copertina l’avventura non manca (anche il titolo lo preannuncia, in effetti) ma si parla molto di razzismo, schiavismo e povertà, spesso in modo dissacrante e molto divertente.
Nel finale torna anche Tom, che con le sue bizzarrie alleggerisce molto i toni e ci riporta alla spensieratezza delle sue avventure, con un retrogusto però delle pagine appena lette, decisamente tendente all’amaro.
Inutile dire che, come per molti altri romanzi di quel filone narrativo, Huckleberry Finn l’ho adorato. Sono passati quasi quarant’anni da che lo lessi l’ultima volta, la percezione fu di stupore e meraviglia e la consapevolezza che qualunque sciocchezza o “marachella” avessi potuto fare da lì in avanti, era già stata fatta, elevata all’ennesima potenza e meglio. Huckleberry Finn e il suo degno compare Tom Sawyer dovrebbero essere imposti, come lettura obbligatoria, ai fanciulli del giorno d’oggi. Come hai osservato, le tematiche che affronta sono assimilabili all’eterno dilemma su quanto l’essere umano sia davvero in grado di essere costruttivo e scevro dal razzismo. Attuale, direi.
Imposti no, ma magari far qualcosa perché almeno sappiano che cosa sia serebbe bello 🙂
Buongiorno, ma qual è oggi la migliore traduzione in italiano di Huckleberry Finn?
La mia edizione (Mondadori) ha la traduzione di Franca Cavagnoli e mi sembra di capire si tratti di un lavoro recente. La giudico buona; non avendo altri termini di paragone non so rispondere alla tua domanda.