Marketing editoriale post 2.0

da | 6 Apr 2017

In questo post voglio mostrarti perché una delle tecniche di marketing editoriale più sfruttate al mondo sia destinata a diventare inefficace, quale nuova direzione sta prendendo il mercato, e quale sia la strada che i dati stanno indicando come la migliore per anticipare il cambiamento.

La tecnica di marketing editoriale di cui voglio parlarti è usatissima sia dalle piccole che dalle grandi case editrici; i risultati non sono sempre brillanti, ma il rapporto qualità/prezzo è decisamente vantaggioso; sto naturalmente parlando del web marketing e del social media marketing editoriale.

Pensi che strategie di marketing editoriale come questa, questa, o quest’altra oppure quest’altra ancora siano efficaci come potevano essere dieci o anche solo cinque anni fa?
Beh, la risposta è no. Come ho detto, pressoché tutti gli editori ci danno dentro con i social, ma creare la pagina Facebook o il canale Twitter non è sufficiente, i lettori vogliono essere coinvolti, vogliono interagire, non sono pupazzi a cui sparare pubblicità a pagamento, desiderano il confronto, far sapere le proprie idee, dialogare con gli autori. Questo non tutti lo fanno, anzi, sono in pochi quelli che lo fanno davvero.

Facebook

Aprire una pagine Facebook con il solo intento di sfruttare le inserzioni a pagamento per raggiungere i lettori è quello che vuole Facebook, non è quello che chiedono i lettori.
Infatti il primo articolo che vorrei farti leggere è 7 milioni di italiani usano gli AdBlocker, in cui puoi vedere come dal 2015 al 1016 gli utenti che usano programmi per bloccare i contenuti pubblicitari siano cresciuti ben del 10% (in un solo anno!)
Gli utenti bloccano le pubblicità per i motivi più disparati: chi per evitare le interruzioni, chi preoccupato dai possibili malware, chi non vuole diminuire la velocità di navigazione, chi infastidito ecc.
Se consideriamo che la portata dell’audience organica di una pagina facebook è molto limitata (il 5% di chi ha messo il like), seguendo questo trend le pagine saranno da una parte castrate da Facebook stesso, e dall’altra intercettate dagli AdBlocker di nuova generazione.

Twitter

E Twitter come sta? A me piace molto – sarà che essere conciso mi riesce naturale – ma avrai di certo notato negli ultimi mesi quanto sia inquieto, come se non trovasse la posizione comoda nel letto. Mentre aspettiamo che capisca che cosa vorrà essere da grande, ogni tanto qualcuno prova a leggere nella sfera di cristallo, come in questo articolo Twitter in cerca d’ossigeno, spunta l’opzione “abbonamento” dove si specula che la piattaforma per aziende/profesisonisti (ottima per il marketing editoriale) possa diventare a pagamento. Al di là di tutto, una grande instabilità.

Google

Stavo dimenticando Google? Affatto, ho pronto l’articolo anche sul nostro amico dalla grossa G. Non intendo infierire su Google Plus – ‘poraccio – ma hai letto del pasticcio di questi giorni? Ne parla l’articolo Fuga della pubblicità da YouTube, Google brucia 22,6 miliardi di dollari de Il Sole 24 Ore, proprio un bel crash!

I social emergenti

Snapchat è l’emblema dei social emergenti, e ha iniziato a dar fastidio a Facebook che, seguendo una strategia di Microsoftiana memoria, ora se lo sta sbranando. Dai un’occhiata se non ci credi: Facebook lancia le sue “Storie”, all’inseguimento di Snapchat, e questa è solo la prima mossa.

Marketing editoriale: lo scenario

Dici che sto dipingendo uno scenario troppo pessimista? OK, mi ci hai costretto: siediti e guarda questo grafico.

Marketing editoriale: Distribuzione del tempo totale trascorso online (dicembre 2016)Secondo le analisi Audiweb di dicembre 2016, il 79,2% del tempo online è trascorso su dispositivi mobile e, di questo, l’88,8% all’interno di app. No web, app: i programmi installati sugli smartphone/tablet.

Aggiungo un altro tassello alla mia analisi: probabilmente ne hai già sentito parlare, in questo caso salta pure l’articolo, altrimenti leggi attentamente Si legge sempre meno, si salvano solo gli ebook. Il titolo è autoesplicativo: dopo la timida crescita del 2015 (+1,2%) il mercato dei libri cartacei s’è nuovamente impantanato.

Momento recap

  • Il marketing editoriale sul web inizia a scricchiolare.
  • Le app vanno forte.
  • Gli ebook vendono più dei cartacei.

E se…

Fino a questo momento mi sono limitato a esporti una serie di fatti documentati da fonti autorevoli, ora è il momento di fantasticare e mettere sul piatto qualche opinione e qualche ipotesi.
Io, personalmente, se avessi i mezzi non ci penserei due volte: caricherei sugli store la mia app!
L’ho già anche pensata: alcune pagine con contenuti statici (es: chi sono, contatti ecc.) una sezione per veicolare i contenuti del blog (basta un connettore che ciucci i dati, e via), e poi una sezione dove poter leggere i miei ebook, con un modello di download a pagamento per alcuni (es: i romanzi) e gratuito per altri (es: i racconti brevi).

Che ne pensi della mia app idea?
A me sembra un’ottima soluzione, e non perché l’ho avuta io… così buona che mi sono chiesto se qualcun altro non ci abbia già pensato!
Allora ho cercato la lista degli autori italiani viventi con più seguito. Non ho trovato niente di ufficiale; ammetto di non essermi impegnato più di tanto, in ogni caso i nomi più frequenti erano questi:

Ho messo il link alla pagina ufficiale dell’autore, se ce n’era una (giusto per far capire la fiducia nel web: il 50% di loro non ha il sito!), e il risultato della mia ricerca è che fra i dieci uno solo ha una propria app e, che ci credi o no, è quello che forse ti sembrerà il meno tecnologico: Andrea Camilleri!
La sua però non rispecchia molto la mia app idea, prima di tutto è dedicata a un solo suo romanzo, e un marketing editoriale ben fatto dovrebbe sapere che l’app-romanzo è meno efficace dell’app-autore (infatti, se ti piace Camilleri, con questa seconda devo compiere solo lo sforzo di fartela scaricare la prima volta, non a ogni nuovo libro). Inoltre è a pagamento, e onestamente mi sembra un metodo piuttosto rozzo per far fruttare l’app (nella mia ipotesi si guadagna facendo pagare solo alcuni contenuti in-app, non ti sembra un metodo più affabile?).

Credo che la strada sarà davvero questa, anzi: annualmente verificherò chi fra i dieci nomi di prima avrà optato per una bella app su misura, e se qualcuno avesse preso spunto dalla mia idea (rubato) come minimo vorrò un miliard… un mil… cen… diec… vabbè, almeno un caffè me lo sarò meritato! O no?

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Ariano Geta
7 anni fa

L’idea in se è interessantissima, però c’è sempre il problema di base: come fare affinché l’utente medio sappia che esiste un app per scaricare / comprare i miei libri?…