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I giocatori di Titano era l’ultimo volume che mi rimaneva da leggere dei romanzi di Philip K. Dick pubblicati qualche anno fa da Fanucci in una bellissima edizione cartonata con sovracopertina a un prezzo relativamente basso (circa 12 euro); non so perché non mi fossi ancora deciso a leggerlo, ma invece di cercare di rispondere a questa domanda… l’ho letto.
I giocatori di Titano: quarta di copertina
La popolazione terrestre si è enormemente ridotta dopo che una guerra globale ha devastato il pianeta rendendo sterile la maggior parte dell’umanità. Le macchine intelligenti sorvegliano la vita quotidiana; le automobili e le farmacie parlano e litigano con gli utenti, e molti, in modo ossessivo, giocano a Bluff, una lotteria che premia la fortuna dell’ambita fertilità. Ma il Bluff attrae anche i misteriosi invasori del pianeta Terra, i telepatici vug provenienti da Titano, che in nome di una tregua apparente aiutano i superstiti umani nella ricostruzione del loro mondo. E il gioco, tentazione universale, sembra coinvolgere anche questi misteriosi visitatori.
Pubblicato nel 1963, l’anno dell’uccisione del presidente Kennedy, I giocatori di Titano racconta in chiave metafisica il turbamento profondo degli anni Sessanta, e rappresenta una delle punte più alte e raffinate della produzione narrativa di Dick.
Lo scrittore affronta nel romanzo alcuni dei suoi temi più classici: la percezione soggettiva della realtà, la paranoia, il controllo occulto sugli individui e l’erosione dei rapporti sociali e personali.
Citazioni da I giocatori di Titano
I giocatori di Titano: giudizio finale
Se stile confusionario e allucinatorio fa per voi, la lettura di I giocatori di Titano vi entusiasmerà! Il romanzo vi sembrerà una di quelle partite di ping pong dove non si riesce a togliere lo sguardo dai giocatori che si muovono come sciamannati, ma è quasi impossibile star dietro alla pallina. I giocatori di Titano è un bel romanzo, non il mio preferito di Dick, ma che sicuramente consiglierei agli appassionati di fantascienza e storie schizzate.
Di Dick ho letto solo “Ubik”, particolarmente visionario come d’altronde presumo sia anche il resto della sua produzione. Anche lì è presente una “animazione” di oggetti di uso domestico e prodotti tecnologici che tuttavia non collaborano mai con l’uomo/utente, sembrano più propensi a creare problemi.
Molto bello anche Ubik… ma il mio non è un giudizio neutrale 🙂
Concordo: io li ho letti tutti i romanzi di sf di Dick, e anche per me non è uno dei miei preferiti. Però è sempre Dick. 🙂
Complimenti e, visto che li hai letti tutti, qual è il tuo preferito? Il mio è Un oscuro scrutare.
Il mio preferito è Tempo fuor di sesto.
Un oscuro scrutare lo metto al secondo posto.
Però ne ha davvero scritti parecchi molto belli che sarebbe difficile stilare una classifica.
Vero, < strong >Tempo fuor di sesto è eccezionale (credo sia d’accordo anche lo sceneggiatore di The Truman Show 😀 )