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Prima di Adamo è uno dei romanzi meno noti di Jack London, al pari de Il tallone di ferro o La peste scarlatta. Il protagonista vive due mondi: il primo è quello reale, presumibilmente contemporaneo all’autore; il secondo è quello dei sogni, in cui rivive ricordi atavici di quando gli umani erano ancora ominidi (prima di Adamo, per l’appunto), poco più che scimmie.
Prima di Adamo: quarta di copertina
Attraverso una sorta di transfert onirico il protagonista si rivede bambino in una terra sconosciuta, abitata da popoli cavernicoli, nel bel mezzo del Medio Pleistocene. Inizia così per lui un viaggio misterioso e affascinante, a tratti crudele e spietato, dove incontrerà il Popolo degli Alberi e al fianco del suo inseparabile amico, Orecchio Pendente, dovrà coraggiosamente difendersi dalle insidie del truce e violento Occhio Rosso. Un vagabondaggio in terre sconosciute e inospitali, la scoperta dell’amore e della lotta per la sopravvivenza, la fuga e lo sterminio ad opera del più evoluto Popolo del Fuoco, l’approdo finalmente in una terra sicura. Fantasia preistorica limpida e inquietante, Prima di Adamo presenta tutte le tematiche più care a London assieme a forti suggestioni darwiniane. Una sorta di romanzo distopico proiettato nel passato, ma con un occhio rivolto alle distorsioni e alle ingiustizie del presente. Di ogni presente.
Citazioni da Prima di Adamo
sono spesso domandato da dove venisse la moltitudine delle immagini che popolava i miei sogni, e che erano del tutto diverse dalla realtà dello stato di veglia.
Pagina 14 | Pos. 204-5
Un istinto è semplicemente un’abitudine che si è impressa nella materia della nostra eredità, ecco tutto.
Pagina 14 | Pos. 207-10
Cadere sul suolo equivale a morire. I nostri antenati arboricoli che cadevano a terra morivano sul colpo. È vero che la scossa della caduta si comunicava alle loro cellule cerebrali, ma essi morivano immediatamente, prima di poter generare una discendenza. Voi ed io discendiamo da quelli che non toccarono terra
Pagina 24 | Pos. 355-58
La struttura del corpo, come quella dei nostri, presentava un’economia elementare. Un torace enorme, vasto come una caverna; ma non si vedevano muscoli densi e solidi, né spalle largamente protese, né snellezza di forme, né generosa simmetria di contorni. Il corpo di mio padre rappresentava la forza, ma la forza senza bellezza: la forza primitiva, feroce, fatta per agguantare, stritolare, lacerare, distruggere.
Pagina 26 | Pos. 398-99
Mai io avevo visto un cinghiale in vita mia, nemmeno un maiale domestico. Quel che avevo potuto vedere di più prossimo era il lardo della colazione.
Pagina 50 | Pos. 754-55
Era giovane, forte, ben piantata, molto pelosa, e le botte che somministrò al suo rampollo furono ragione d’allegria per tutta l’Orda.
Pagina 50 | Pos. 764-66
Non eravamo battaglieri come esse, ma eravamo astuti e codardi, e si deve appunto alla nostra astuzia e alla nostra codardia, alla nostra disordinata tendenza alla paura se riuscimmo a sopravvivere in quell’ambiente terribilmente ostile del mondo nascente.
Pagina 51 | Pos. 769-71
Il matrimonio era ancora allo stato primitivo, e le coppie potevano prendersi, litigare e separarsi a piacere. L’uomo moderno, inventando l’istituto del divorzio, fa la stessa cosa legalmente.
Pagina 57 | Pos. 874-76
Lo vidi precipitare girando su se stesso, tutto braccia e tutto gambe, con l’asta della freccia che gli usciva dal petto e spariva e riappariva a ogni rivolgimento del suo corpo nella caduta turbinosa.
Pagina 59 | Pos. 899-901
Io medito spesso su quella scena: piccoli uomini non compiutamente esperti della vita, al tempo dell’infanzia della Specie, uno di noi dominava la propria paura, frenava l’istinto egoista che lo spingeva a fuggire, per rimanere accanto all’altro e prestargli soccorso.
Pagina 71 | Pos. 1075-77
Non avevamo ancora scoperto il fuoco. La nostra evoluzione in animali cucinieri era ancora rinchiusa nel papiro strettamente arrotolato dell’avvenire.
Pagina 71 | Pos. 1080-81
Per quanto rudimentale fosse la nostra organizzazione sociale, egli era ancora troppo rozzo per darsene pensiero
Prima di Adamo: giudizio finale
La storia che si delinea col procedere della lettura è quella della tribù di ominidi; se all’inizio era dato più spazio al conflitto interiore del protagonista – che non sa come interpretare questi sogni così realistici – dopo i primi capitoli, infida come un serpente, sopraggiunge la noia. La sequela di eventi che vive il protagonista ominide è piuttosto banale e ripetitiva, inoltre la consapevolezza che il confronto fra i due piani temporali è stato completamente abbandonato dall’autore mi ha reso la lettura di Prima di Adamo pesante e piuttosto difficoltosa. Peccato, perché l’idea era molto interessante.
Sai che capita spesso in coloro che leggono London? Come mi è capitato di sostenere più volte, trovo London artificioso in molti passaggi, come se tentasse sempre di emulare una scrittura “più alta” rispetto alla sua. Con il suo The road avrebbe potuto tirare fuori e valorizzare meglio le peculiarità che lo caratterizzano, scrivere in maniera dura e cruda di tutte le vicissitudini che lo hanno visto protagonista (vita avventurosa la sua). E’ stato un precursore inconsapevole di un certo stile narrativo “itinerante” che ha visto illustri nomi salire alla ribalta. Poi, vabbè, ci sono i capo saldi della narrativa per ragazzi come Zanna Bianca ecc per cui entra di diritto nella sfera dei grandi narratori del ‘900. London è il classico scrittore con il complesso d’inferiorità, invece di valorizzare gli aspetti più triviali della sua scrittura ha spesso cercato di scimmiottare gli autori eleganti e colti.
Bravo, proprio così!
Non conoscevo quest’opera e dopo aver letto la tua recensione son ben felice di non averla letta!
Ti credo sulla parola e ti ringrazio di averne parlato così ora so che esiste, che è tutto ciò che mi serve! 😀
Dovere signorina, dovere.
😀