L’anno del contagio – Connie Willis (citazioni)

da | 15 Lug 2016

Con L’anno del contagio di Connie Willis riprendo dopo un po’ di tempo la lettura dei romanzi vincitori sia del premio Hugo che del Nebula, e in questo caso anche del premio Locus.
Si tratta sia di un romanzo fantascientifico che di un romanzo sul medioevo: in un futuro non troppo remoto i ricercatori universitari avranno a disposizione una macchina del tempo con cui recarsi in epoche passate per studiarle (altre implicazioni della macchina del tempo non sono mai trattate nel romanzo). La storia si svolge quindi su due piani paralleli: nel 2054 il Brasenose College di Oxford è vittima di un’epidemia e è posto in quarantena, mentre nel Medioevo Kivrin – una studentessa di storia partita proprio dal Brasenose – è accolta in un villaggio di Skendgate nell’Oxfordshire.

Nel romanzo il viaggio nel tempo avviene attraverso una macchina che non permette né la creazione di paradossi, né sensibili alterazioni della storia (nelle citazioni trovate alcune spiegazioni di queste logiche); L’anno del contagio appartiene dunque alla categoria dei romanzi sui viaggi nel tempo in cui il tempo è immutabile.

La quarta di copertina

Per la giovane Kivrin viaggiare nel tempo è un’esperienza unica e affascinante, ma in fondo non troppo difficile: l’importante è osservare le regole perché il suo improvviso arrivo nel 14° secolo risulti plausibile e passi inosservato. Il resto è compito della tecnologia futura che rende possibile un simile trasferimento temporale. Tuttavia il suo viaggio nel Medioevo sarà molto di più che la realizzazione di un sogno, anzi si trasformerà in un’esperienza decisiva, non solo per sé, ma addirittura per due epoche separate dall’abisso del tempo, eppure unite da un solo drammatico destino.

Citazioni da L’anno del contagio

Pagina 20 | Pos. 295-97

— Non è un’epoca più pericolosa del ventesimo secolo — aveva ribattuto Kivrin, — con le esalazioni di iprite, gli incidenti automobilistici e i bombardamenti di precisione… se non altro nel medioevo nessuno mi farà cadere in testa una bomba

Pagina 24 | Pos. 356-58

nel 1320 bruciavano ancora la gente sul rogo… per cui nessun vaccino avrebbe potuto proteggerla se qualcuno l’avesse vista apparire e avesse deciso di avere a che fare con una strega.

Pagina 46 | Pos. 700-702

— Questo è Finch che viene a chiedermi cosa deve dare loro per pranzo. — Carne bollita e verdure stracotte — suggerì Mary. — Gli Americani adorano raccontare storie relative alla nostra orribile cucina.

Pagina 48 | Pos. 724-27

La teoria comune era che lo slittamento costituisse il meccanismo di sicurezza proprio della rete, il mezzo usato dal Tempo per proteggersi dai paradossi del continuum: lo slittamento in avanti nel tempo era destinato a impedire collisioni o incontri o azioni che avrebbero influenzato la storia, portando lo storico che effettuava la transizione a scivolare oltre il momento cruciale in cui avrebbe per esempio potuto sparare a Hitler o salvare un bambino che stava per annegare.

Pagina 51 | Pos. 770-74

— Perché avete scelto lo Yorkshire? — si affrettò a intervenire Mary, posando una mano sul braccio di Dunworthy per invitarlo a controllarsi. — Questo non porrà Kivrin molto lontano da casa? È a settecento anni di distanza da casa, pensò Dunworthy, in un secolo che attribuiva alle donne un valore tanto scarso che i loro nomi non venivano neppure registrati quando morivano. — È stata la Signorina Engle a suggerirlo — replicò Gilchrist, — ritenendo che la provenienza da una tenuta tanto distante avrebbe garantito che nessuno cercasse di contattare la sua famiglia.

Pagina 57 | Pos. 873-75

— È una storia plausibile perché il medioevo pullulava di tagliagole e di ladri. — Lo so — aveva ribattuto lei, in tono impaziente, — e di malattie e di cavalieri in cerca di donne e di altri tipi pericolosi. Non c’erano persone oneste nel medioevo? — Erano tutte impegnate a bruciare le streghe sul rogo.

Pagina 60 | Pos. 919-23

Se fosse stato presente, il Signor Dunworthy si sarebbe certo convinto che stava rintoccando a morto per un funerale. — La durata media della vita nel 1300 era di trentotto anni — le aveva fatto notare, quando lei aveva dichiarato per la prima volta di voler andare nel medioevo, — e si viveva tanto a lungo soltanto se prima si era sopravvissuti al colera, al vaiolo e all’avvelenamento del sangue, se non si era mangiata carne avariata, non si era bevuta acqua contaminata e non si era stati calpestati da un cavallo. O non si era stati bruciati sul rogo per stregoneria.

Pagina 61 | Pos. 930-31

la convinzione del Signor Dunworthy che mezza Inghilterra sarebbe stata pronta a gettarsi su una donna svenuta per violentarla mente l’altra metà sarebbe rimasta in attesa in disparte per poi bruciarla sul rogo.

Pagina 62 | Pos. 937-38

Viaggiare così indietro nel passato le avrebbe infatti procurato tutti i sintomi connessi alla dislocazione temporale… mal di testa, insonnia e un generale sconvolgimento dei ritmi circadiani.

Pagina 63 | Pos. 954-55

fingere di essere privi di sensi non era il modo di fare il proprio ingresso in un secolo in cui i lupi si aggiravano ancora nelle foreste. E anche gli orsi.

Pagina 64 | Pos. 977-78

l’estinzione di massa non era cominciata fino agli Anni Settanta del ventesimo secolo, quindi a meno che si trattasse di piccioni migratori o di dodi la loro presenza non avrebbe comunque indicato un particolare tempo o luogo.

Pagina 65 | Pos. 986

a volte chi viaggiava nel tempo rimaneva confuso al riguardo fino al suo rientro

Pagina 68 | Pos. 1031-33

Gli unici segni di civiltà che aveva notato finora erano quei solchi nel terreno, il che significava che si poteva trovare in qualsiasi epoca successiva all’invenzione della ruota e antecendente all’adozione della pavimentazione stradale…

Pagina 68 | Pos. 1036-37

Pensando che sarebbe stato davvero sgradevole appurare la sua posizione temporale venendo investita da un’automobile o da una bicicletta si spostò su un lato della strada.

Pagina 79 | Pos. 1210-12

— Abbiamo soltanto termistori e capsule termometriche. Dovremo aspettare di averlo ricoverato — aggiunse, tenendo la sacca della fleboclisi sospesa sopra la testa di Badri finché l’alimentazione prodotta dalla forza di gravità non ebbe attivato il motore, per poi fissarla con del nastro adesivo al petto del paziente.

Pagina 86 | Pos. 1319-24

Lo slittamento tendeva ad essere maggiore quanto più indietro si andava nel tempo. Di solito le transizioni nel Ventesimo Secolo erano spostate di appena qualche minuto, quelle nel Diciottesimo Secolo di alcune ore. A Magdalen, dove stavano ancora effettuando transizioni di oggetti inanimati nel Rinascimento, si otteneva di solito uno slittamento che variava da tre a sei giorni. Questi erano però soltanto valori medi e lo slittamento variava da persona a persona, per cui era impossibile avanzare previsioni per ogni singola transizione. La Sezione Diciannovesimo Secolo aveva avuto in un’occasione uno slittamento di quarantotto giorni e nelle aree disabitate capitava di frequente che esso non si verificasse affatto.

Pagina 100 | Pos. 1519-21

i Nuovi Induisti erano convinti che ogni forma di vita fosse sacra e andasse rispettata, compresi i virus che non dovevano quindi essere uccisi… sempre che questo fosse un termine adeguato.

Pagina 114 | Pos. 1735-36

le malattie non potevano passare attraverso la rete se esisteva la minima possibilità che venissero diffuse nell’epoca di destinazione. I paradossi non lo permettevano, e se Kivrin fosse stata contagiosa la rete non si sarebbe aperta.

Pagina 119 | Pos. 1819-21

Nonostante il rivestimento di pelo di coniglio, quel mantello non teneva caldo per niente, e lei si chiese come avesse fatto l’umanità a sopravvivere alla Piccola Era Glaciale avendo a disposizione soltanto mantelli del genere per coprirsi. E come avevano fatto i conigli a sopravvivere?

Pagina 123 | Pos. 1877-78

— Non sarebbe terribile? Avere la peste nel medioevo? Se non altro mi integrerei perfettamente.

Pagina 129 | Pos. 1968-71

La scorsa settimana abbiamo trovato la tomba di un cavaliere, che era in splendide condizioni. Mi chiedo se Kivrin sia già là. — Spero di sì — replicò Dunworthy, supponendo che lei intendesse chiedersi se la ragazza era già al villaggio, e non in una delle tombe.

Pagina 165 | Pos. 2523-26

— Le dica che non abbiamo posto, che stanno sterilizzando i dormitori. — L’ho fatto, signore, ma ha risposto che se le cose stavano così si sarebbe sistemata in camera con William. Non mi piacerebbe fare una cosa del genere a quel ragazzo, signore. — Infatti — convenne Dunworthy. — Ci sono cose che non si possono infliggere ad un essere umano, anche se è in corso un’epidemia. Ha avvertito William dell’arrivo di sua madre?

Pagina 184 | Pos. 2821-23

— Spaegun yovor tongawn glais? — disse, e quelle parole avrebbero potuto significare «buon giorno» o «ti senti meglio?» oppure «Ti bruceremo all’alba» per quel che Kivrin era in grado di stabilire.

Pagina 189 | Pos. 2883-84

Le persone che hanno la peste non si chiedono di cosa sono malate perché sono troppo impegnate a morire.

Pagina 245 | Pos. 3756-5

Era sola, il fuoco si stava spegnendo e nessuno sapeva dove si trovava, tranne un ratto che avrebbe ucciso mezza Europa.

Pagina 247 | Pos. 3783-84

La seconda campana smise di suonare e la prima continuò a scandire rintocchi così lenti e solenni che doveva certo trattarsi di un funerale. Quel suono pareva accompagnare la morte stessa della speranza.

Pagina 253 | Pos. 3867-69

Mary interrogava Colin per sapere come avesse fatto a superare il perimetro della quarantena. — È stato facile — replicò il ragazzo, in tono indignato, — perché stanno impedendo alla gente di uscire e non di entrare.

Pagina 294 | Pos. 4500-4501

La chiesa di St. Mary è stata costruita nel 1139 e tutto è rimasto com’era nel medioevo, incluso il sistema di riscaldamento.

Pagina 298 | Pos. 4562-69

— O Dio, che hai mandato quest’afflizione fra di noi, dì al tuo Angelo distruggitore di frenare la sua mano e di non permettere che la terra venga resa desolata, e di non distruggere ogni anima vivente. Proprio quello che ci vuole per il morale, pensò Dunworthy. — Come in quei giorni in cui il Signore inviò una pestilenza su Israele e del popolo morirono settantamila uomini da Dan a Betsabea, così ora noi siamo in preda all’afflizione e Ti imploriamo di allontanare il flagello della Tua ira dai fedeli. I tubi dell’antica caldaia cominciarono ad emettere scricchiolii metallici, ma questo non parve disturbare il prete, che andò avanti per almeno cinque minuti nel suo elenco di tutte le occasioni in cui Dio aveva colpito gli empi e «recato pestilenze in mezzo a loro», chiedendo infine a tutti di alzarsi in piedi e di cantare «In Dio Riposate Sereni e Nulla vi Sgomenti».

Pagina 302 | Pos. 4618-23

— In questa stessa notte, oltre duemila anni fa, Dio ha mandato il Suo Figlio, il Suo prezioso figlio, nel nostro mondo. Riuscite a immaginare che genere di incredibile amore debba essere stato necessario per fare una cosa del genere? In quella notte Gesù lasciò il suo mondo celeste per venire in un mondo pieno di pericoli e di malattie, per venirvi nei panni di un neonato ignorante e impotente che non sapeva nulla del demonio e delle insidie che avrebbe incontrato. Come ha potuto Dio mandare il Suo unico Figlio, il Suo prezioso figlio, incontro a simili pericoli? La risposta risiede nell’amore. L’amore. — O l’incompenza — borbottò Dunworthy.

Pagina 304 | Pos. 4656-57

Eliwys è parsa davvero grata e Imeyne non mi ha guardata peggio del solito…

Pagina 307 | Pos. 4697-4701

Una parete divisoria di legno intagliato del dodicesimo secolo separa la navata dagli ombrosi recessi del coro e dell’altare. Sopra di essa, su entrambi i lati del crocifisso, ci sono due rozzi dipinti del Giudizio Universale. Uno mostra i fedeli che vengono accolti in cielo e l’altro i peccatori che vengono consegnati all’inferno, ma a me sembrano quasi uguali perché sono realizzati entrambi con vivide tinte rosse e azzurre e perché le figure hanno la stessa espressione sgomenta.

Pagina 318 | Pos. 4876-77

senza dubbio non era capace di cavalcare con cautela più di quanto riuscisse a camminare senza correre.

Pagina 336 | Pos. 5142-43

— Dio ti ha mandata fra di noi per qualche scopo. No, non lo ha fatto, pensò Kivrin. Non è stato Lui a mandarmi qui ma la Sezione Medievale.

Pagina 343 | Pos. 5252-53

Rosemund era ferma al bivio e lasciava che il cavallo esprimesse l’impazienza che lei stessa provava agitando la testa e battendo uno zoccolo contro il terreno.

Pagina 349 | Pos. 5343-45

— Vieni, Balaam — disse Padre Roche, tirando le redini con entrambe le grandi mani, ma l’asino non si spostò di un millimetro e continuò ad opporre resistenza ai tentativi del prete, piantando gli zoccoli posteriori nel terreno e protendendosi all’indietro come se stesse quasi per sedersi.

Pagina 360 | Pos. 5516-25

— A proposito della Signora Gaddson, signore… si sta comportando in maniera spaventosa, criticando il college e pretendendo di essere trasferita in camera con suo figlio. Sta minando il morale a tutti. — Direi proprio di sì — confermò Colin. — Quell’Arpia mi ha detto che i dolci sono dannosi al mio sistema immunitario. — Non c’è un lavoro volontario di qualche tipo che le si potrebbe assegnare all’Infermeria? — suggerì Finch. — Giusto per tenerla lontana dal college? — Non possiamo certo infliggerla alle povere e impotenti vittime dell’infuenza, perché questo potrebbe ucciderle. Perché non si rivolge al vicario? So che ha bisogno di volontari che assolvano incarichi per lui. — Al vicario? — protestò Colin. — Abbia cuore, Signor Dunworthy. Io sto già lavorando per il vicario. — Al prete della Santa Chiesa Riformata, allora — replicò Dunworthy. — Adora recitare la Messa in Tempo di Pestilenza per tirare su il morale alla gente, quindi quei due dovrebbero andare meravigliosamente d’accordo.

Pagina 366 | Pos. 5601-3

Il Signor Finch mi ha incaricato di dirle che zucchero e burro sono finiti e che non c’è quasi più panna per il caffè — aggiunse, tirando fuori di tasca una tartina. — Perché non restano mai a corto di cavoletti di Bruxelles?

Pagina 376 | Pos. 5751-72

— Quello che non capisco — continuò Colin, piegando la carta della gomma da masticare fino a renderla piccolissima, — è perché non si possa andare a prenderla. — Non è là. Dobbiamo aspettare il momento del prelievo. — No, quello che voglio dire è perché non può tornare indietro al momento in cui l’ha mandata nel passato e trattenerla finché è ancora qui? Prima che accada tutto… voglio dire, si può andare in qualsiasi momento del tempo, vero? — No — lo corresse Dunworthy. — Si può mandare uno storico in qualsiasi periodo, ma una volta che la persona è là la rete può operare soltanto in tempo reale. Non hai studiato i paradossi, a scuola? — Sì — annuì Colin, mostrandosi però incerto. — Sono una specie di regole per i viaggi nel tempo? — Il continuum spazio-temporale non permette i paradossi — spiegò Dunworthy, — e sarebbe un paradosso se Kivrin avesse fatto succedere qualcosa che non era successa o se avesse causato un anacronismo. Colin continuava ad apparire incerto. — Uno dei paradossi è costituito dal fatto che è impossibile essere in due posti nello stesso tempo. Kivrin è già stata nel passato per quattro giorni e non possiamo fare nulla per mutare questo dato di fatto. È già successo. — Allora come farà a tornare indietro? — Quando è avvenuta la transizione il tecnico ha effettuato quella che si definisce una verifica dei dati, che gli dice dove Kivrin si trova esattamente e serve come…. um… come una briglia — disse Dunworthy, annaspando alla ricerca di una parola comprensibile. — Serve a legare insieme i due momenti temporali in modo che la rete possa essere riaperta in un’ora prestabilita e che lei possa essere recuperata. — Come se io le dicessi di incontrarmi in chiesa alle sei e mezza? — Esatto. Si definisce recupero, e quello di Kivrin è fissato fra due settimane, il ventotto di dicembre. Quel giorno il tecnico aprirà la rete e Kivrin l’attraverserà. — Credevo avesse detto che il tempo era lo stesso di qui. Come può il ventotto essere fra due settimane? — Nel medioevo usavano un calendario diverso, quindi lì è il diciassette di dicembre e per noi la data del recupero è il sei di gennaio. Se lei sarà là, pensò, e se riuscirò a trovare un tecnico che apra la rete. Colin tirò fuori di bocca la gomma e la fissò con espressione pensosa: era a chiazze azzurre e bianche e sembrava una specie di mappa della luna. Poi se la rimise in bocca.

Pagina 377 | Pos. 5781-86

Colin si tolse ancora di bocca la gomma più volte per esaminare i suoi cambiamenti di colore. — Se le succedesse qualcosa di terribile, non potreste rompere le regole? — insistette. — Non so, se si tagliasse un braccio o morisse o una bomba la facesse saltare in aria o qualcosa del genere? — Non si tratta di regole, Colin, ma di leggi scientifiche, e non potremmo infrangerle neppure se ci provassimo. Se tentassimo di alterare eventi che sono già accaduti la rete semplicemente non si aprirebbe. — Sono certo che la ragazza sta bene — dichiarò Colin, sputando la gomma nella carta spiegazzata e riavvolgendovela con cura;

Pagina 385 | Pos. 5892-94

Quel monaco aveva scritto ogni cosa, rivelandosi un vero storico, e poi a quanto pareva era morto lui stesso in assoluta solitudine, perché sul manoscritto la sua calligrafia s’interrompeva e più in basso, con un’altra scrittura, qualcuno aveva aggiunto: «A questo punto, pare, l’autore è morto».

Pagina 388 | Pos. 5949-52

— Regola Tre — scandì la Signora Taylor. — «Ogni uomo deve restare alla sua campana senza interruzione». Questo vuol dire che non possiamo inserire qualcun altro a metà di un concerto se uno di noi improvvisamente crolla. Inoltre una cosa del genere rovinerebbe tutto il ritmo. Dunworthy fu assalito dall’immagine spontanea di uno dei suonatori di campane in guanti bianchi che si accasciava al suolo e veniva spinto di lato con i piedi perché non alterasse il ritmo.

Pagina 400 | Pos. 6124-27

I sistemi di riscaldamento, la CE e i viaggi nel tempo. Durante la Crisi Panepidemica i picchetti erano stati contro il programma di guerra batteriologica americano e contro l’aria condizionata, mentre nel medioevo la colpa delle epidemie era stata data a Satana e all’apparizione delle comete… senza dubbio, una volta che fosse stato rivelato che il virus aveva avuto origine nel Sud Carolina la colpa sarebbe andata alla Confederazione oppure ai polli fritti degli Stati Uniti meridionali.

Pagina 410 | Pos. 6280-86

– Temo che la ferita sia avvelenata — ha detto. — Preparerò un infuso di issopo per tirare fuori il veleno. Poi si è accostato al focolare e ha attizzato i carboni che apparivano appena tiepidi, versando dell’acqua da un secchio in una pentola di ferro. Il secchio era sporco, la pentola era sporca, le mani con cui aveva tastato la ferita di Agnes erano sporche, e mentre me ne stavo là a guardarlo mettere la pentola sul fuoco e tirare fuori un sacchetto altrettanto sporco mi è dispiaciuto di essere andata da lui. Roche non era meglio di Imeyne e un infuso di erbe e di semi non avrebbe curato l’avvelenamento del sangue più di quanto avrebbero potuto fare gli impiastri di Imeyne, e le sue preghiere non sarebbero state d’aiuto neppure loro, anche se parlava a Dio come se Lui fosse davvero presente.

Pagina 427 | Pos. 6546-50

È già successo tutto, si rese conto, con un senso di meraviglia. Il verdetto è già stato pronunciato e Lord Guillaume è tornato a casa e ha scoperto la tresca fra Gawyn ed Eliwys; Rosemund è già stata consegnata a Sir Bloet; Agnes è cresciuta e si è sposata, ed è morta di parto, oppure di avvelenamento del sangue o di colera o di polmonite. Sono tutti morti, si ripeté, senza riuscire ad indursi a crederlo. Quelle persone erano morte da oltre settecento anni.

Pagina 447 | Pos. 6854-56

Il servizio a St. Mary era durato un’ora e un quarto, e a metà dell’offertorio il cercapersone della Dottoressa Ahrens si era messo a trillare. — Deve nascere un bambino — aveva sussurrato a Kivrin e a Dunworthy, prima di andarsene in tutta fretta. — Davvero un’ora appropriata.

Pagina 507 | Pos. 7773-76

— Non devi correre in mezzo ai cavalli — disse Eliwys, stringendo Agnes contro di sé. — Il mio cane è morto — piagnucolò Agnes. — Questo non è un motivo per correre — replicò sua madre, in tono tale da far comprendere a Kivrin che non l’aveva neppure sentita, e tornò a girarsi verso l’inviato del vescovo.

Pagina 576 | Pos. 8830-32

— Dobbiamo dargli da bere e tenerlo caldo — disse infine. — Di certo Dio lo aiuterà — commentò Roche, guardando il segretario. Non lo farà, pensò Kivrin. Non lo ha fatto. Non ha aiutato mezza Europa.

Pagina 646 | Pos. 9899-9901

Intanto lei aveva perso il segno e sfogliò il libro avanti e indietro alla ricerca di passi che parlassero di pestilenze, prima di ricominciare a leggere. — «… poiché Dio ha mandato il suo unico Figlio nel mondo.» Dio non lo avrebbe mai mandato se avesse saputo cosa sarebbe successo,

Pagina 654 | Pos. 10026-30

— Perché Dio ci punisce così? — mi ha chiesto. — Non è una punizione, è una malattia — ho ripetuto, ma non è una risposta valida e lui lo sa. Tutta l’Europa lo sa, e lo sa anche la Chiesa. Cercherà di accampare scuse ancora per qualche secolo ma non potrà sorvolare il fatto essenziale… che Lui ha permesso che succedesse, che non è venuto a salvare nessuno.

Pagina 656 | Pos. 10048-49

— Non si preoccupi — insistette Colin. — Sono stati tutti gentili, tranne l’infermiera decrepita, che non voleva permettermi di vederla neppure quando ha cominciato a migliorare, e l’Arpia che continuava a leggermi passi delle Scritture che parlavano di come Dio abbatte gli empi.

Pagina 673 | Pos. 10307-8

Aveva ragione, Signor Dunworthy, pensò Kivrin, con rabbia crescente. Il bianco finisce per sporcarsi.

Pagina 684 | Pos. 10475-81

— Perché hai scavato tre tombe? — insistette Kivrin. — Chi è morto? La mucca le pungolò una spalla con il corno e lei si contorse per allontanarsi dall’animale. — Chi è morto? — ripeté. Il castaldo piantò la pala nel terreno e vi premette sopra un piede, gravandovi con tutto il suo peso. — Sono gli ultimi giorni, ragazzo — replicò, e Kivrin si rese conto che non l’aveva riconosciuta a causa dei suoi abiti maschili. — Sono io, Katherine — disse. — È la fine del tempo — annuì l’uomo, sollevando lo sguardo. — Coloro che ancora non sono morti moriranno. E riprese a scavare.

Pagina 698 | Pos. 10701-3

La porta si spalancò e la capoinfermiera fece irruzione nella stanza, infuriata. — Signor Dunworthy, questo è un comportamento assolutamente irresponsabile — dichiarò, in un tono che senza dubbio doveva aver causato delle vittime nel corso della Seconda Guerra delle Falkland.

Pagina 705 | Pos. 10796-97

— Cosa significa tutto questo, Signor Dunworthy? — domandò la Signora Gaddson. Sia Colin che Dunworthy sussultarono, mentre lei entrava nella stanza armata di Bibbia.

Pagina 738 | Pos. 11306-10

— Tutti gli uomini devono morire — dichiarò Roche, — e nessuno, neppure Cristo, li può salvare. — Lo so — annuì lei, piegando una mano a coppa contro la faccia per cercare di frenare le lacrime, che le si raccolsero nel palmo per poi gocciolare sul collo di Roche. — E tuttavia tu mi hai salvato — insistette il prete, con voce d’un tratto limpida. — Dalla paura.


L’anno del contagio: giudizio finale

Romanzo avvincente che offre un’interpretazione originalissima della teoria dei viaggi nel tempo. Affronta temi molto forti riuscendo però a essere a tratti divertente, comunque sempre intelligente. In ultima analisi, L’anno del contagio è stata una delle migliori letture da diverso tempo a questa parte.

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Maria Teresa Steri
8 anni fa

Ho amato molto questo romanzo, tanto che ho programma di rileggerlo. Oltre al tema dei viaggi del tempo (che è un argomento che a me attira molto), c’è poi anche la parte storica che mi è piaciuta molto, così come i personaggi e la vivacità dei dialoghi. Ho letto anche altre storie di quest’autrice, ma questa mi è sembrata la migliore.

Truman Burbank
Truman Burbank
8 anni fa

Suggerimento:
“Romanzo molto avvincente che offre un’interpretazione molto originale della teoria dei viaggi nel tempo. Affronta temi molto forti riuscendo però a essere a tratti divertente, comunque sempre molto intelligente.”
Così migliora:
“Romanzo avvincente che offre un’interpretazione originale della teoria dei viaggi nel tempo. Affronta temi forti riuscendo però a essere a tratti divertente, comunque sempre molto intelligente.”
A parte quanto sopra, geniale l’invenzione di “una macchia del tempo”.