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Il tema dell’ispirazione è stato di recente trattato su alcuni fra i miei blog preferiti. Dal canto mio, all’inizio ho provato a partecipare alle discussioni ma, mentre pensavo a quale contributo potesse dare la mia visione… ovvero, mentre cercavo le parole migliori per il mio pensiero, la faccenda ha assunto una dimensione tale da obbligarmi a scrivere un post tutto mio. Insomma, si direbbe che questo sia un post ispirato.
Voglio partire dal principio, definendo di che cosa si parla:
ispirazióne (ant. o letter. inspirazióne; ant. anche spirazióne) s. f. [dal lat. tardo inspiratio -onis, der. di inspirare: v. ispirare]. –
Vocabolario Treccani
Il vocabolario Treccani dà poi tre diverse interpretazioni della nostra parola magica, la prima addirittura scomposta in tre punti; vediamole:
1a. Intervento di uno spirito divino che, con azione soprannaturale, determina la volontà dell’uomo ad agire o pensare in un determinato modo, o rivela alla sua mente delle verità, spesso stimolandolo e guidandolo a esprimerle con la parola o con gli scritti: operare, scrivere, parlare per ispirazione divina o di Dio (meno com. con compl. di specificazione oggettiva: l’ispirazione dei profeti, degli apostoli, dei libri sacri); ricevere l’ispirazione. dallo Spirito Santo. Analogam., nel mondo pagano: le sibille vaticinavano per ispirazione di Apollo.
1b. Per estens., ogni impulso o idea felice che sorga nell’animo quasi per suggerimento della divinità: fu un’ispirazione di Dio; ho avuto l’ispirazione dal cielo; questa è veramente una buona ispirazione; fare, dire come per ispirazione, con decisione improvvisa, spinti da una forza interiore. Con sign. attenuato, nel linguaggio fam., idea improvvisa: mi è venuta l’i. di rivolgermi a un avvocato; sentendo odore di gas, gli venne l’i. di aprire immediatamente la finestra; fu un’i. del cuore, un moto o un presentimento opportuno.
1c. Più genericam., consiglio, suggerimento e sim.: ascoltare le ispirazioni della coscienza; prendere i. dall’esempio, dalle parole altrui; ha certamente agito così per ispirazione di qualcuno; se sei indeciso, chiedi ispirazione al tuo cuore. E per indicare il carattere, l’orientamento, l’impronta ideologica: giornale di ispirazione cattolica; la stampa di ispirazione socialista.
La storiella dello spirito sovrannaturale che suggerisce all’orecchio è – appunto – una storiella; io a Babbo Natale non ho mai creduto nemmeno da bambino, figuriamoci questo. In realtà la definizione è piuttosto deludente, ci spiega molto bene come usare la parola ispirazione, senza però spiegarne il significato (a parte quella cosa dei giornali che però non ha niente a che fare con la nostra ricerca). Passiamo alla prossima.
2. Stato di entusiasmo, di eccitazione fantastica in cui l’artista crea la sua opera, e il motivo stesso che eccita e feconda la sua fantasia: scrivere, comporre, dipingere nel fervore dell’ispirazione; per cominciare il sonetto, aspetto che mi venga l’ispirazione; chiedere, attingere ispirazione alla natura; trarre ispirazione dai proprî sentimenti; cercare, invocare l’i.; musica d’i. profonda, potente; versi senza i., privi di calore poetico; l’amore è una delle maggiori fonti d’i. della poesia.
Qua è definita sia come uno stato di entusiasmo o eccitazione, che il motivo che causa questo stato. Sicuramente corretto, ma la definizione ancora mi sembra debole.
3. Raro come variante di inspirazione nel sign. fisiologico. ◆ Dim. e spreg. ispirazioncèlla (soprattutto nel sign. 2).
Totalmente fuori strada.
Il Treccani non mi ha completamente soddisfatto, lo stesso dicasi per altri dizionari che ho consultato. Ho provato allora a cercare su Wikipedia; ecco un estratto:
Con il termine ispirazione si intende una particolare eccitazione della mente, della fantasia o del sentimento che spinge un individuo a dar vita a un’opera. […] Per quanto riguarda le composizioni artistiche, l’i. si riferisce a un’irrazionale e incomprensibile esplosione di creatività.
Wikipedia
Mi ritrovo nella definizione esplosione di creatività, però quell’irrazionale e incomprensibile tende a banalizzare tutto quanto. Potevano far prima dicendo magia che ti dice che cosa fare. A un certo punto però è citato il filosofo John Locke, che descrive l’ispirazione in un modo che mi piace molto, eccolo:
Un’eco mentale di idee che si richiamano a vicenda.
John Locke
Beh, nella sua semplicità questa definizione è assolutamente perfetta! Racchiude in sé tutta l’essenza del mio pensiero su che cosa sia l’ispirazione: idee che si richiamano a vicenda. Non si tratta di sussurri all’orecchio, energie alchemiche o congiunzioni astrali, ma di una rielaborazione delle proprie conoscenze, frutto del proprio studio e del proprio lavoro, azione e reazione: studio e lavoro per accumulare conoscenza, stimolo la mia creatività, produco nuovo materiale.
E in questo modo – alla faccia di muse e deucci – soddisfiamo anche la terza legge della dinamica: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
L’ispirazione è il frutto dell’albero dello studio
Rimane una sola domanda in sospeso: come opera la creatività? Ovvero: come funziona la rielaborazione delle proprie conoscenze? Qui si entra in un terreno a dir poco spinoso, il terreno dell’inconscio. L’inconscio è stato teorizzato per la prima volta da Cartesio, ma è stato Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, a paragona la mente a un iceberg nel quale da parte che emerge dall’acqua è la mente conscia, mentre la parte sommersa – molto più grande e nascosta – rappresenta l’inconscio:
Le attività che influiscono maggiormente sui comportamenti dell’individuo sono chiaramente quelle che agiscono a livello inconscio, cui fa parte la creatività. Possiamo quindi affermare che la creatività è un processo di rielaborazione delle idee, dei dati, delle informazioni, che lavora a livello inconscio, e che quindi è influenzata – a sua volta – dalle esperienze accumulate dall’individuo.
Che ne dite? Siamo davvero quel che mangiamo? Beh, io ho provato a dare una spiegazione razionale, in fondo non crederete mica sia il Fantasma Formaggino a ispirarvi, no? Ditemi che ne pensate!
Direi decisamente di sì. Abbiamo un carattere ben definito e ognuno di noi reagisce in modo diverso a fronte del medesimo evento. Però, ecco, l’evento ci deve essere. L’esperienza deve aver corso. Il ricordo dell’evento deve sedimentarsi. Sono questi aspetti quelli che maggiormente influenzano certe scelte o idee scrittorie. Almeno secondo il qui presente.
Certo, se uno non matura alcuna esperienza, quale bagaglio può avere per future rielaborazioni?
Mister “poesia della vita” , che bella riflessione! 🙂
Non è male nemmeno il tuo approccio, anche questa volta il tuo pragmatismo, come lo chiami tu, è al primo posto. Che l’ispirazione sia un’eco mentale di idee che si richiamano a vicenda è vero, com’è vero che la creatività sia un processo inconscio. Per me l’ispirazione è quel desiderio che spinge dal fondo per venire a galla e che, come un vulcano attivo, sputa idee, dati e informazioni sedimentate nel tempo.
Ma sei sicura che si tratti di un desiderio? O magari per qualcuno lo è, e per altri invece no?
Certo, per qualcuno non lo è, ma ho risposto io! 😛
Brava fratella, mi piace come ragioni! 😉
Mi piace la tua spiegazione razionale.
Non credo che l’ispirazione venga dalla voce che ti sussurra all’orecchio. “Solve et coagula”, si scioglie e si solidifica o, più semplicemente, nulla si crea e nulla si distrugge, cambia solo forma.
Le parole su un libro diventano ricordo immagazzinato che si unisce ad altri ricordi fino a formare un’idea nuova che altro non è che un’unione di frammenti base messi in connessione da neuroni e sinapsi, o almeno io la penso così 😉
Nulla vieta di considerarla magica, ovviamente. Il Natale è più bello, quando Babbo Natale porta i doni 😀
Ma è meglio che magica, è vera! 😀
Concordo con quello che scrive Ariano, ognuno di noi è diverso dall’altro ed ognuno di noi reagisce in maniera differente.
Ma quindi il processo di “rielaborazione” sarebbe più una conseguenza di un talento personale, o frutto di studio e lavoro?