Di vizi e di virtù

da | 22 Dic 2015

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Una volta ho detto che scriviamo quello che siamo; nel ribadire la mia convinzione, aggiungo che scriviamo anche nel modo in cui siamo: alla fine la scrittura ci rappresenta a trecentosessanta gradi.
Marina Guarneri

Prendo spunto da un post de Il taccuino dello scrittore di Marina per mettermi a mia volta sotto la lente del microscopio e analizzare quali siano i vizi e le virtù che caratterizzano me e la mia scrittura.
Siccome potrei parlare delle mie virtù per ore e ore… e altrettanto per i miei vizi, ne sceglierò tre fra i più rappresentativi di quelli che mi verranno ora in mente.

I vizi

  1. Sono pignolo
  2. Pretendo molto da me stesso, e mi aspetto che anche gli altri si impegnino in quello che fanno almeno quanto faccio io. Trovo più accettabile un cattivo lavoro di un lavoro ben fatto, ma poco curato nei dettagli. Nel primo caso – evidentemente – c’era poco da pretendere, ma nel secondo è mancato lo sforzo finale per raggiungere l’eccellenza… e ditemi voi se non è un motivo più che valido per arrabbiarsi!

  3. Sono impaziente
  4. Quando ho un’idea che valuto buona vorrei sfruttarla immediatamente, anche se non ha nulla a che fare con quello a cui sto lavorando… e la tentazione di accantonare il lavoro in corso è enorme. La maggior parte delle volte la cosa si trasforma in un appunto, perché sono pignolo e non mi va di interrompere qualcosa prima di averla terminata, altre volte invece ci scappa un racconto breve… però è una piccola lotta interiore che sa sempre mettermi in difficoltà!

  5. Sono superbo
  6. Beh, è abbastanza figo essere superbo… ah no, scusate! Dovevo dire che invece no, non si fa, è pureppeccatoccapitale! Infatti la superbia è l’amore verso la propria superiorità, vera o presunta… beh, la mia è vera, naturalmente. Eh eh eh!
    Oh, insomma, diciamocelo: quando scriviamo qualcosa di veramente buono non siamo forse tutti pervasi da quel sano senso di onnipotenza d’una volta che tanto scalda e rallegra i nostri cuori? No? Beh, io sì, appacchi!

Le virtù

  1. Sono selettivo
  2. Ascolto l’opinione di tutti ma so decidere in autonomia. I suggerimenti sono sempre graditi e non c’è critica che possa offendermi: quelle sensate per il mio bene e quelle insensate in quanto tali. Riesco a trarre del buono perfino quelle date con cattiveria: primo perché è facile riconoscerle, secondo perché tante volte è sufficiente leggerle al contrario!

  3. Do il giusto peso alle parole
  4. Non esistono parole buone o parole cattive. Un calcio, una caduta dalle scale, una martellata sull’alluce sono cose cattive, le parole sono solo parole. La valenza positiva o negativa non sta nella bocca di chi le pronuncia, ma nelle orecchie di chi le ascolta. Non sarei sciocco a prendermela per gli insulti di qualcuno che disprezzo? Dovrei rallegrarmene, invece!
    Se quindi attribuisco due valori differenti alla stessa parola pronunciata da individui diversi, come può essere questo valore una caratteristica insita della parola? Beh, semplice: non lo è!
    Questa considerazione è fondamentale se applicata alla scrittura: capire che un’emozione non si trasmette con una mera sequenza di parole, con una formula, ti costringe a lavorare sodo!

  5. Sono pragmatico
  6. Mi organizzo, faccio le cose. Quelle facili in modo semplice e veloce, quelle difficili in modo articolato e per lo più molto lento. Però alla fine le idee prendono forma. Un progetto meraviglioso non vale nulla, rispetto a una schifezza concreta. L’ideale, poi, sarebbe coniugare il meraviglioso al concreto, ed è qui che interviene il modo articolato e per lo più molto lento.

Non vorrei essere sembrato eccessivamente cinico o addirittura anaffettivo, ma credo che per una buona scrittura serva un certo distacco. Essere coinvolti certamente aiuta in prima battuta, ma quella è solo una parte del lavoro. Dalla prima stesura in avanti il coinvolgimento emotivo diventa solo una scorciatoia… che però non porta da nessuna parte. E poi per essere buoni bisogna saper fare i cattivi!
Mi unisco all’appello di Marina invitandovi a compilare un post con i vostri vizi e le vostre virtù, e se vi va usate l’hashtag #DiViziDiVirtù.

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Marina
9 anni fa

Ma che bello quel riquadro all’inizio del post con il mio nome! Grazie! 🙂

Hai fatto bene a cogliere lo spunto, anche perché il tuo essere “sagittario”, poco entusiasta, mi aveva incuriosito.
Così, adesso, approfondisco.

Diciamo che i tuoi vizi non scherzano (e a piangerli spesso sono le mogli :P)
Sono lontana dalla tua impazienza e dalla tua superbia (facendo un confronto), anche perché il gasamento per avere scritto una cosa fantastica mi dura il tempo di un sorriso, poi la mia insicurezza mi ributta nel girone dei dubbi fino alla morte!

Le tue virtù sono belle e, desumo da ciò che scrivi, che sei anche sicuro di te, un pregio che più spesso aiuta!

P.s. Farò circolare il tuo hashtag: per esempio non ho condiviso il post su Tw. Ora lo faccio! 😉

Ariano Geta
9 anni fa

Sul blog di Marina ho elencato i miei vizi e virtù in senso generico… Applicandoli alla scrittura posso dire: sono lunatico e infatti scrivo cose molto diverse, non ho un genere o uno stile. Sono isterico e per compensazione depressivo, infatti a volte scrivo ossessivamente altre volte non scrivo una parole per tempi lunghissimi.
Virtù… non credo di averne.

Tenar
9 anni fa

Leggendo ho pensato che sia i tuoi vizi che le tue virtù sono ottime qualità per uno scrittore che voglia davvero fare il salto di qualità.
🙂

Tenar
9 anni fa
Rispondi  Andrea Cabassi

🙂

Lisa
9 anni fa

Anch’io sono impaziente, infatti non sopporto di dover compilare i campi col mio nome e indirizzo ogni volta che commento il tuo blog 😀

Ti è andata bene dai, la superbia è il meno peggio dei peccati capitali… ma la penitenza non te la leva nessuno!

Lisa
9 anni fa
Rispondi  Andrea Cabassi

Se vuoi, quel qualcuno potrei essere io… 😀

CogitoErgoLeggo
9 anni fa

Secondo me essere pignolo non è un vizio, o forse lo dico perché sono ultra-esigente in qualsiasi ambito (con conseguente esasperazione di tutti quelli che mi stanno vicini).
Essere pragmatico e selettivo sono due buone qualità, che non guastano mai.
La superbia, se moderata, può essere una grande amica nel non abbattersi (cosa che faccio sempre, quando non riesco a soddisfare i miei standard).