Un re chiamato Desiderio è un romanzo di formazione in cui il protagonista si trova coinvolto suo malgrado in un viaggio dove, accompagnato dal cugino filosofo, imparerà a conoscere meglio gli altri e se stesso.
Quarta di copertina
Danilo Campanella non si esprime in modo ambiguo né contraddittorio. Piuttosto cerca di creare un pensiero indipendente rispetto a colui che lo concepisce, che vada oltre le liturgie, le consuetudini, che spinga l’alterità a riflettere, ponendo in questo sforzo un riavvicinamento tra persone diverse e apparentemente inconciliabili. Vivere e filosofare divengono una cosa sola, come anche lo scrivere e il viaggiare.
Contro quella società che ci avviluppa e ci domina con le sue sovrastrutture sottili e ingannevoli, proprie di quei “sistemi di potere”, una soluzione è quella di “chiamarsi fuori”, abbandonare tutto e ritagliarsi un mondo il più possibile semplice in cui sentirsi libero e senza alcun legame. Ma anche qui si nascondono i problemi. Il diavolo si nasconde nei dettagli…
Citazioni da Un re chiamato Desiderio
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pag. 11
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pag. 23
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pag. 26
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pag. 28
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pag. 30
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pag. 31
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pag. 35
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pag. 37
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pag. 39
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pag. 41
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pag. 42
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pag. 46
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pag. 51
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pag. 59
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pag. 70
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pag. 76
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pag. 79
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pag. 86
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pag. 89
Commento all’edizione
Trovo molto sgradevole la scelta di includere la virgola che segue un discorso diretto all’interno delle virgolette, es:
«Sarebbe una scelta anche quella di mangiarla,» rispose.
Però è – appunto – una scelta ed è mantenuta per tutto il volume, quindi spero noterete e apprezzerete la pacatezza della mia dimostranza. Per il resto si tratta di errori veniali: una scelta sbagliata nei discorsi diretti, qualche errore di battitura e un plurale inglese scivolato su una chiazza d’olio.
Un re chiamato Desiderio: giudizio finale
Un re chiamato Desiderio è un libro curioso, con molti spunti e nel complesso stimolante; anche lo stile con cui è scritto mi ha colpito per la sua freschezza. Di contro è davvero breve, probabilmente è più corretto considerarlo un racconto lungo e – a mio parere – troppo carico di nozioni.
Molte volte la scena è retta dal dialogo fra due personaggi dove uno dei due spiega un concetto all’altro, indugiando forse a volte sull’Effetto Tarantino. È questo uno stile più adatto a un saggio che alla narrativa, lo spiegone lo trovo sempre fuori luogo.
Ho letto il romanzo molto volentieri e in definitiva si guadagna nove croci di re Desiderio; nonostante la mia graduatoria sia priva di logica e coerenza, l’oro massiccio è sempre un discreto premiuccio.
Obiettivi di lettura 2015: parziale
30 libri | x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x | 73,33% |
Libri di 10 autori mai letti | x x x x x x x x x x x x x x x | 150,00% |
5 titoli non italiani o anglofoni | x x x x x | 100,00% |
3 libri di cui non so nulla | x x x x | 133,33% |
5 titoli non SF consecutivi | x x x x x | 100,00% |
Rileggere 2 libri | x | 50,00% |
5 libri di autori italiani | x x x x x x | 120,00% |
3 titoli di autori esordienti | x x x | 100,00% |
Libro in sospeso da un anno | x | 100,00% |
Libro in un giorno | x | 100,00% |
Un re chiamato Desiderio è il terzo letto quest’anno di autori agli esordi, eccomi dunque a ritirare questo dolcissimo premio:
Beh, direi che non gli è andata male, a mister Campanella! Qualche errore segnalato negli stralci mi ha fatto sentire il suono del gessetto sulla lavagna, comunque non ho letto il libro, dunque giudicherei sulla base di pochi elementi e non lo faccio mai.
Infatti (come da sottotitolo) li considero più “colpa” dell’edizione che non dell’autore (che scappi qualcosa all’autore è normale, che scappi anche al correttore di bozze e all’editor invece no!). Quella del gessetto sulla lavagna è una buona immagine, magari la sviluppo un po’ e me la riciclo da qualche parte 😀