Indice dei contenuti
Un re chiamato Desiderio è un romanzo di formazione in cui il protagonista si trova coinvolto suo malgrado in un viaggio dove, accompagnato dal cugino filosofo, imparerà a conoscere meglio gli altri e se stesso.
Quarta di copertina
Danilo Campanella non si esprime in modo ambiguo né contraddittorio. Piuttosto cerca di creare un pensiero indipendente rispetto a colui che lo concepisce, che vada oltre le liturgie, le consuetudini, che spinga l’alterità a riflettere, ponendo in questo sforzo un riavvicinamento tra persone diverse e apparentemente inconciliabili. Vivere e filosofare divengono una cosa sola, come anche lo scrivere e il viaggiare.
Contro quella società che ci avviluppa e ci domina con le sue sovrastrutture sottili e ingannevoli, proprie di quei “sistemi di potere”, una soluzione è quella di “chiamarsi fuori”, abbandonare tutto e ritagliarsi un mondo il più possibile semplice in cui sentirsi libero e senza alcun legame. Ma anche qui si nascondono i problemi. Il diavolo si nasconde nei dettagli…
Citazioni da Un re chiamato Desiderio
Commento all’edizione
Trovo molto sgradevole la scelta di includere la virgola che segue un discorso diretto all’interno delle virgolette, es:
«Sarebbe una scelta anche quella di mangiarla,» rispose.
Però è – appunto – una scelta ed è mantenuta per tutto il volume, quindi spero noterete e apprezzerete la pacatezza della mia dimostranza. Per il resto si tratta di errori veniali: una scelta sbagliata nei discorsi diretti, qualche errore di battitura e un plurale inglese scivolato su una chiazza d’olio.
Un re chiamato Desiderio: giudizio finale
Un re chiamato Desiderio è un libro curioso, con molti spunti e nel complesso stimolante; anche lo stile con cui è scritto mi ha colpito per la sua freschezza. Di contro è davvero breve, probabilmente è più corretto considerarlo un racconto lungo e – a mio parere – troppo carico di nozioni.
Molte volte la scena è retta dal dialogo fra due personaggi dove uno dei due spiega un concetto all’altro, indugiando forse a volte sull’Effetto Tarantino. È questo uno stile più adatto a un saggio che alla narrativa, lo spiegone lo trovo sempre fuori luogo.
Ho letto il romanzo molto volentieri e in definitiva si guadagna nove croci di re Desiderio; nonostante la mia graduatoria sia priva di logica e coerenza, l’oro massiccio è sempre un discreto premiuccio.
Obiettivi di lettura 2015: parziale
30 libri | x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x | 73,33% |
Libri di 10 autori mai letti | x x x x x x x x x x x x x x x | 150,00% |
5 titoli non italiani o anglofoni | x x x x x | 100,00% |
3 libri di cui non so nulla | x x x x | 133,33% |
5 titoli non SF consecutivi | x x x x x | 100,00% |
Rileggere 2 libri | x | 50,00% |
5 libri di autori italiani | x x x x x x | 120,00% |
3 titoli di autori esordienti | x x x | 100,00% |
Libro in sospeso da un anno | x | 100,00% |
Libro in un giorno | x | 100,00% |
Un re chiamato Desiderio è il terzo letto quest’anno di autori agli esordi, eccomi dunque a ritirare questo dolcissimo premio:
Beh, direi che non gli è andata male, a mister Campanella! Qualche errore segnalato negli stralci mi ha fatto sentire il suono del gessetto sulla lavagna, comunque non ho letto il libro, dunque giudicherei sulla base di pochi elementi e non lo faccio mai.
Infatti (come da sottotitolo) li considero più “colpa” dell’edizione che non dell’autore (che scappi qualcosa all’autore è normale, che scappi anche al correttore di bozze e all’editor invece no!). Quella del gessetto sulla lavagna è una buona immagine, magari la sviluppo un po’ e me la riciclo da qualche parte 😀