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I burattinai di Larry Niven riesce a farmi mettere in discussione quanto di buono detto pochi giorni fa sulla lista Hugo-Nebula: sfogliando le mie annotazioni devo andare a ritroso fino a marzo 2005 per trovare un libro a cui ho dato il minimo dei voti.
Con questo – oltre ai premi Hugo, Nebula e Locus del 1970/1971 – I burattinai vince anche il premio come peggior romanzo letto da me negli ultimi 10 anni. Sono senza parole!
Parte così così, ma il personaggio del protagonista sembra buono. Dopo poco, però, si cambia rotta e tutto è variabile fra il banale, lo scontato e il ridicolo. I personaggi sono di un piattume esasperante e la trama sembra l’esempio da non seguire nella guida alla letteratura fantascientifica.
A proposito di guida: per farvi un’idea immaginate la Guida galattica per gli autostoppisti senza le parti originali e divertenti: ecco.
Citazioni da I burattinai
Ad un uomo che compie duecento anni non sono sufficienti ventiquattr’ore.
Pagina 4 | Pos. 54-58
Non si differenziavano gli americani dai tedeschi o dagli egiziani: erano una sola massa di gente piatta e uniforme. Questo in tre secoli e mezzo erano riuscite a fare le cabine transfert alle infinite varietà della Terra. Coprivano tutto il mondo con una rete di viaggi istantanei. La differenza tra Mosca e Sydney consisteva in un attimo di tempo e in una moneta da dieci stelle. Era inevitabile che le città si mescolassero, sino a trasformare i nomi dei luoghi in nient’altro che reliquie del passato.
Pagina 6 | Pos. 83-87
— Posso aiutarti? — disse Louis. — Sì! — rispose l’alien… … con una voce che suscitava i sogni dell’adolescenza. Se avesse immaginato una donna con una voce simile sarebbe stata la somma di Cleopatra, Elena di Troia, Marilyn Monroe e Lorelei Huntz. — Maledizione! — L’imprecazione era quanto mai appropriata. Non c’è giustizia! Una simile voce appartenere a un alien con due teste e di sesso indefinito!
Pagina 8 | Pos. 111-12
Louis percepì un odore pungente, piuttosto gradevole, che gli richiamava alla mente gli scaffali delle spezie e i gabinetti chimici.
Pagina 11 | Pos. 164-65
sembri apprezzare la compagnia degli alien. — Certo — Louis aveva conosciuto alcuni xenofobi. Li considerava imbecilli. La vita si riduceva ad una noia mortale, se si era costretti a dialogare solo con gli umani.
Pagina 13 | Pos. 199-201
Louis, tracannando il resto della sua bibita, decise che la cosa non aveva importanza. L’insulto era mortalmente offensivo e tutt’al più si poteva finire sbranati una volta sola.
Pagina 18 | Pos. 268-69
I suoi lineamenti non erano né caucasici né negroidi e neppure mongoloidi, pur conservando le tracce di tutte e tre le razze: una semplice mescolanza di quelle caratteristiche acquisita col passare dei secoli.
Pagina 55 | Pos. 831-32
La cabina era semplice: piena di spigoli, ottimi per urtarci gomiti e ginocchia.
Pagina 81 | Pos. 1233-34
— Sei indelicato, Louis. Non si discute di sesso con una razza alien.
Pagina 98 | Pos. 1490-91
Louis fu colto da un brivido. Cominciava a rendersi contro delle dimensioni di Ringworld. Era sgradevole, come tutti i processi della conoscenza.
Pagina 140 | Pos. 2137
La differenza tra cibo e immondizia era soltanto una questione culturale.
Pagina 154 | Pos. 2359
Potresti essere proprio tu la prima vittima del controllo della nascita retroattiva.
Pagina 168 | Pos. 2565-66
La morte era sempre la stessa, ovunque.
Pagina 181 | Pos. 2761-62
Il prete temeva seriamente di perdere la sua congregazione… come farebbe ogni altro prete, se il suo dio sorgesse in vita cercando di usurpargli il posto.
Pagina 201 | Pos. 3068-69
Louis Wu, tocca a te. Discendi dalle scimmie, quindi ti arrampichi meglio dello kzin.
Pagina 246 | Pos. 3771
Ognuno di noi vuole essere un dio. Vuole il potere ma senza le responsabilità.
I burattinai: giudizio finale
Come diavolo sia riuscito I burattinai a vincere tanti prestigiosi premi è senza dubbio un mistero da cui potrebbe nascere un romanzo molto migliore di questo.
L’unica spiegazione che posso supporre nasce da una curiosità che ho notato leggendo alcune recensioni: molto positive quelle in lingua straniera, molto negative quelle italiane. Colpa dunque di una traduzione devastante? Se qualcuno potesse far luce sulla questione, per favore si faccia avanti!
Per quanto mi riguarda I burattinai si merita dieci Cappuccetto Rosso della vergogna, e che non capiti più!
Obiettivi di lettura 2015: parziale
30 libri | x x x x x x x x x x x x x x x | 50,00% |
Libri di 10 autori mai letti | x x x x x x x x x x x | 110,00% |
5 titoli non italiani o anglofoni | x x x x x | 100,00% |
3 libri di cui non so nulla | x x | 66,67% |
5 titoli non SF consecutivi | x x x x x | 100,00% |
Rileggere 2 libri | x | 50,00% |
5 libri di autori italiani | x x x | 60,00% |
3 titoli di autori esordienti | x | 33,00% |
Libro in sospeso da un anno | x | 100,00% |
Libro in un giorno | x | 100,00% |
Ma dai, a me è piaciuto tanto! Non l’ho mai letto in italiano, quindi della traduzione non so nulla. Ma l’originale, pur non essendo particolarmente originale e mostrando uno stile “antico” alla Flash Gordon nella narrazione e nella catena di eventi, è gustoso! Il Ringworld poi è un’invenzione fantastica e plausibile. Se i personaggi sembrano un po’ stereotipati è perché Niven è uno di quelli che tali “stereotipi” li CREA, non li ricicla 😀
In definitiva sarebbe da leggere in inglese, così come tutti gli altri romanzi del ciclo. E se vuoi qualcosa di veramente divertente devi leggere quello che scrivono insieme Niven e Pournelle. Chi altro ti racconta di invasioni in cui gli alieni sono… elefanti? 😀
Stereotipo non nel senso di “chiché”, ma nel senso di appiattimento dei personaggi. CMQ inizio a pensare che sia capitato davvero nelle mani di un traduttore psicopatico 😀
Traduttore psicopatico? Perfettamente possibile 😀 E comunque sì, da Niven non ci si può aspettare personaggi particolarmente profondi: i protagonisti sono la fisica e il “sense of wonder”, più che la gente. Quella serve più come distrazione semicomica e modo per portare avanti una narrativa, in Niven 😉
Guarda all’autore più come uno che scrive SF “campy” da anni ’60 ma con la fisica curata, te lo godi di più 😀
Tiè, dove caschi caschi bene. Consiglio Footfall e The Mote in God’s Eye 😉
With Larry Niven[edit]
The Mote in God’s Eye (1975) (with Larry Niven)
Inferno (1976) (with Larry Niven)
Oath of Fealty (1981) (with Larry Niven)
Lucifer’s Hammer (1977) (with Larry Niven)
Footfall (1985) (with Larry Niven)
The Legacy of Heorot (1987) (with Larry Niven & Steven Barnes)
Fallen Angels (1991) (with Larry Niven & Michael Flynn) (Prometheus Award) ISBN 0-7434-3582-6. Electronic edition free at the Baen Free Library
The Gripping Hand (1993) (with Larry Niven) also known as The Moat Around Murcheson’s Eye (UK edition)
Beowulf’s Children (1995) (with Steven Barnes & Larry Niven) also known as The Dragons of Heorot (1995) (UK edition)
The Burning City (2000) (with Larry Niven)
Burning Tower (2005) (sequel to The Burning City, with Larry Niven)
Escape from Hell (2009) (with Larry Niven)
Lucifer’s Anvil or Samael’s Forge (in-progress as of 2015) (not a sequel to Lucifer’s Hammer)
Hai ragione al 125% Ryo! Ho come il sospetto che la traduzione abbia leggermente appesantito un libro che già in partenza era insalvabile, comunque erano anni che non leggevo una cagata del genere!
Grazie per il 125% 😀
sono stato appena acciecato da un “grattaglielo” al posto di “grattacielo”. Non ho letto l’inglese, ma la franca incomprensibilità di diversi passaggi mi fa propendere per l’opzione “traduttore psicopatico”. Un vero peccato.