La mano sinistra delle tenebre – Ursula K. Le Guin

da | 4 Lug 2014

La mano sinistra delle tenebre è un romanzo fantascientifico del 1969 di Ursula K. Le Guin, vincitore – fra gli altri – del premio Hugo e del premio Nebula come miglior romanzo.
Nonostante faccia parte del Ciclo dell’Ecumene, può essere considerato un libro a sé stante; avrei potuto infatti iniziare a leggere il ciclo dal primo libro, ma avendo sentito parlare molto bene di questo titolo ho deciso di iniziare proprio da qua: la scelta si è rivelata azzeccata.

La mano sinistra delle tenebre: trama

Molto brevemente: il protagonista è un umano inviato sul pianeta Gethen (Inverno nella lingua madre del protagonista) per convincere i principali stati di questo pianeta a unirsi all’Ecumene, che altro non è che una sorta di federazione planetaria.
La mano sinistra delle tenebre – Ursula K. Le GuinParticolarità dei gheteniani (comunque in questo universo tutte le popolazioni derivano dalla razza umana): essi sono generalmente asessuati tranne nel periodo di kemmer, che si presenta ciclicamente ogni 26 giorni e ne dura 4-5, nel quale possono assumere sia il sesso maschile che quello femminile. Questo comporta che lo stesso individuo possa essere a volte maschio e a volte femmina, in base al kemmer, e che possa essere padre di alcuni figli e madre di altri.
La forza de La mano sinistra delle tenebre è anche derivata dal fascino di tutti i risvolti che comporta questa unicità, sia sulla psicologia dei personaggi gheteniani che sulla storia; leggete attentamente le citazioni che ho inserito, alcune sono davvero impressionanti.
A proposito di citazioni, noterete che alcune potrebbero essere classificate come maschiliste o addirittura misogine: cercate di apprezzare l’ironia del fatto che l’autore de La mano sinistra delle tenebre sia una donna, una donna davvero carica di acume!
Tornando alla storia, ricca di intrighi di potere e viaggi avventurosi, Genly Ai – questo il nome del protagonista – si trova faccia a faccia con una realtà che non conosceva, o che conosceva solo in parte, nonostante vivesse su Inverno da tempo e avesse studiato usi, costumi ed etichetta.
Al centro, come nella migliore tradizione fantascientifica, il caro vecchio essere umano.

Citazioni da La mano sinistra delle tenebre

Pagina 1 | Pos. 6-7

mi è stato insegnato, sul mio mondo natale, quand’ero bambino, che la Verità è una questione d’immaginazione.

Pagina 1 | Pos. 14-15

Qui è sempre l’Anno Uno. Solo la datazione di ogni anno passato e futuro cambia, a ogni Giorno dell’Anno Nuovo, nel modo di contare indietro o avanti, rispetto all’unitario Ora.

Pagina 11 | Pos. 157-59

Dopo la cena, accanto al fuoco, bevemmo birra calda. Su di un mondo nel quale la più comune delle posate è un piccolo strumento con il quale si rompe il ghiaccio che si è formato sulle vostre bevande tra un sorso e l’altro, la birra calda è una cosa che si impara ad apprezzare.

Pagina 11 | Pos. 164-65

l’atteggiamento di Estraven a tavola era stato femminile, tutto fascino e tatto e mancanza di vera sostanza

Pagina 14 | Pos. 204-5

Perfino in una società bisessuale gli uomini politici erano spesso qualcosa di meno di un uomo integro.

Pagina 17 | Pos. 257-58

Ero solo, con uno straniero, entro le mura di un oscuro palazzo tenebroso, in una strana città cambiata dalla neve, nel cuore dell’Era Glaciale di un pianeta alieno.

Pagina 25 | Pos. 381

Una voce che pronuncia la verità è una forza più grande delle flotte e delle armate

Pagina 26 | Pos. 399-400

Io, comunque, che ero un uccello tropicale, avevo freddo; freddo in un modo all’aperto, e freddo in un altro modo al coperto, incessantemente e più o meno completamente, freddo.

Pagina 28 | Pos. 422-23

Soffocai anche questo impulso, poiché era ancor più stupido del primo. Fortunatamente, non ebbi tempo per altri impulsi.

Pagina 29 | Pos. 442

Fece una risata stridula, la risata di una donna in collera che finge di essere divertita.

Pagina 38 | Pos. 571-72

Ma io ho paura di voi, Inviato. Io ho paura di coloro che vi hanno mandato. Io ho paura dei bugiardi, e ho paura degli ingannatori e dei giocolieri, e più di tutto ho paura dell’amara verità.

Pagina 40 | Pos. 603-5

Come si dice nella Scuola Ecumenica, quando l’azione non è più vantaggiosa, raccogli delle informazioni; e quando le informazioni non sono più vantaggiose, dormi.

Pagina 42 | Pos. 633

di che cosa muore un uomo, se non della sua morte?

Pagina 45 | Pos. 677-81

Tibe, evidentemente, intendeva portare avanti le pretese accampate da Karhide su quella regione: precisamente il tipo di azione che, su qualsiasi altro mondo a quello stadio della civiltà, avrebbe condotto a una guerra. Ma su Gethen, niente conduceva alla guerra. Liti, controversie, omicidi, faide, assalti, vendette, assassinii, torture e infamie e abominii, tutte queste cose erano nel loro repertorio di conquiste umane; ma non arrivarono fino alla guerra. Mancavano, apparentemente della capacità di mobilitarsi. Si comportavano come animali, sotto questo aspetto; o come donne.

Pagina 46 | Pos. 703-5

I terrestri hanno una forte tendenza ad avvertire la necessità di andare avanti, di fare dei progressi. Il popolo di Inverno, che vive sempre nell’Anno Uno, sente che il progresso è meno importante della presenza.

Pagina 48 | Pos. 725-26

esistono delle cose più importanti della comodità, a meno che non si sia una vecchia o un gatto.

Pagina 52 | Pos. 796-98

La mia barba era stata depilata permanentemente prima della mia partenza da Ollul (allora ancora non sapevamo delle tribù «pelose» di Perunter, che sono non soltanto barbute, ma pelose in tutto il corpo, come i Terrestri Bianchi).

Pagina 53 | Pos. 801-4

— Allora forse vorrete parlare al Tessitore? Si trova giù nella radura, ora, a meno che non sia uscito con la slitta. O preferireste parlare prima a uno dei Celibi? — Non saprei, non sono sicuro. Sono straordinariamente ignorante… Il giovane rise e s’inchinò. — Io sono onorato! — disse. — Vivo qui da tre anni, ma ancora non ho acquistato una sufficiente ignoranza da renderla degna di menzione.

Pagina 56 | Pos. 856-59

Il giovane Goss, che amava comportarsi come la mia guida, mi spiegò che la mia domanda ai Profeti poteva riguardare qualsiasi cosa, ed essere formulata nella maniera che io preferivo. — Più la domanda è qualificata e limitata, più esatta è la risposta — mi disse. — Le cose vaghe alimentano altre cose vaghe. E a certe domande, naturalmente, non si può rispondere.

Pagina 59 | Pos. 903-4

chiesi se quei due psicopatici non potessero venire curati. — Curati? — domandò Goss. — Ma voi curereste un cantante della sua voce?

Pagina 64 | Pos. 967-69

Noi abbiamo le astronavi NAFAL e la trasmissione istantanea e il linguaggio mentale, ma non siamo ancora riusciti ad addomesticare il presagio, fino a imbrigliarlo e tenerlo al nostro servizio

Pagina 67 | Pos. 1026-32

L’imprevisto, l’indimostrato, è tutto questo la base della vita. L’ignoranza è la base del pensiero. La mancanza di prove è il terreno dell’azione. Se fosse provato che non esiste un Dio, non ci sarebbe religione. Non ci sarebbero Handdara, né Yomesh, né dèi del focolare, niente. Ma anche se fosse provato che esiste un Dio, non ci sarebbe religione… Ditemi, Genry, che cosa è conosciuto? Che cos’è sicuro, prevedibile, inevitabile… la sola cosa certa che voi sappiate sul vostro futuro e sul mio? — Che dobbiamo morire. — Sì. In realtà c’è una sola domanda alla quale si può rispondere, Genry, e noi sappiamo già la risposta… La sola cosa che rende la vita possibile è la permanente, intollerabile incertezza: non sapere che cosa verrà dopo.

Pagina 80 | Pos. 1221

Che diavolo, lo so per quale motivo siete stato esiliato, mio caro: perché Karhide vi piaceva più del suo re.

Pagina 84 | Pos. 1280-81

La nostra frontiera oggi non è più una linea tra due colline, ma la linea che il nostro pianeta descrive nel girare intorno al Sole.

Pagina 90 | Pos. 1377-79

Un uomo vuole che la sua virilità sia considerata, una donna vuole che la sua femminilità sia apprezzata, per quanto possano essere indirette e sottili le indicazioni di considerazione e di apprezzamento. Su Inverno queste indicazioni non potranno esistere. Si è rispettati e giudicati solo come esseri umani. È una esperienza spaventosa.

Pagina 92 | Pos. 1405-6

davvero non vedo come chiunque possa più riporre qualche soddisfazione nella vittoria o nella gloria, dopo aver trascorso un inverno su Inverno, e avere visto la faccia del Ghiaccio.

Pagina 93 | Pos. 1412-13

Un nemico, in Karhide, non è uno straniero, un invasore. Lo straniero che viene sconosciuto è un ospite. Il vostro nemico è sempre il vostro vicino.

Pagina 93 | Pos. 1418-19

Inverno non ha raggiunto in trenta secoli ciò che la Terra ha raggiunto in trenta decadi. Né Inverno ha mai pagato il prezzo che la Terra ha pagato.

Pagina 93 | Pos. 1420-21

Inverno è un mondo nemico; la sua punizione, per chi fa le cose sbagliate è pronta e certa: morte per il freddo, o morte per la fame. Non ci sono margini d’errore, non ci sono ammonimenti o rimproveri.

Pagina 93 | Pos. 1421

Un uomo può confidare nella sua fortuna, ma una società no

Pagina 97 | Pos. 1473-74

Una delle cose più erronee e più pericolose è l’implicazione secondo la quale la civiltà, essendo artificiale, debba essere innaturale

Pagina 97 | Pos. 1475-76

primitivismo e civiltà sono gradi della medesima cosa. Se la civiltà ha un opposto, questo è la guerra.

Pagina 97 | Pos. 1485-86

la maniera più sicura, rapida, e durevole per fare di un popolo una nazione: la guerra.

Pagina 97 | Pos. 1486-87

L’unico altro mezzo per mobilitare rapidamente e totalmente il popolo era una nuova religione; non ce n’era alcuna disponibile; così la guerra sarebbe dovuta bastare.

Pagina 112 | Pos. 1715-17

Era un politicante navigato, duro, astuto e gioviale, le cui gentilezze servivano i suoi interessi, e il cui massimo interesse era in se stesso. Il suo era un tipo panumano. Lo avevo incontrato sulla Terra, e su Hain, e su Ollul. Mi aspettavo di incontrarlo anche all’Inferno.

Pagina 117 | Pos. 1782-83

L’inaspettato è ciò che rende possibile la vita

Pagina 124 | Pos. 1901-2

La mia coscienza prudeva un poco, ma non volli grattarla.

Pagina 138 | Pos. 2103-5

Quello che Shusgis non aveva detto sull’argomento forse non avrebbe avuto alcun significato per un uomo venuto, per esempio, da Hain, o dal fortunato Chiffewar; ma io ero nato sulla Terra. Non è sempre una cosa brutta avere per antenati dei criminali. Un nonno incendiario può tramandare a una persona buon naso per fiutare l’odore del fumo.

Pagina 139 | Pos. 2129

Per i capezzoli di Meshe!

Pagina 145 | Pos. 2217

Opporsi a qualcosa significa mantenerlo.

Pagina 145 | Pos. 2217-18

Qui dicono «tutte le strade portano a Mishnory». Certo, se voltate le spalle a Mishnory e vi allontanate da essa, siete ancora sulla strada di Mishnory.

Pagina 146 | Pos. 2232-33

In Karhide il re e il kyorremy esercitano un buon controllo su quel che il popolo fa, ma ben poco su quello che il popolo ascolta, e nessuno su quello che il popolo dice.

Pagina 148 | Pos. 2259-60

Per diventare un alto funzionario nel Sarf bisogna possedere, a quanto pare, una certa forma complessa di stupidità.

Pagina 149 | Pos. 2278

Deve credermi molto inquieto; la qual cosa, naturalmente, mi rende molto inquieto.

Pagina 156 | Pos. 2381-83

Non c’è né sorgente né fine, perché tutte le cose sono al Centro del Tempo. Come tutte le stelle possono essere riflesse in una goccia di pioggia rotonda che cade nella notte: così pure tutte le stelle riflettono la goccia di pioggia. Non esistono né tenebre né morte, perché tutte le cose sono, nella luce del Momento, e la loro fine e il loro principio sono uno.

Pagina 157 | Pos. 2404-5

È reale, la cosa reale, la cosa dietro le parole.

Pagina 158 | Pos. 2421-23

Eravamo già in viaggio da qualche tempo, al momento del mio risveglio, poiché il posto di ogni persona era più o meno definito, e il fetore degli escrementi, del vomito, e del sudore aveva già raggiunto un livello stabile

Pagina 160 | Pos. 2440-45

Neve. Neve che cadeva sfarfallando; neve appena caduta, neve fresca; neve caduta da molto tempo; neve dopo che la pioggia era caduta sopra di essa; neve ghiacciata… l’Orgota e il Karhidi hanno una parola per ciascuna di queste definizioni. In lingua karhidi (che conosco meglio dell’Orgota) esistono, secondo i miei calcoli, sessantadue parole per definire i diversi generi, stati, età, e qualità della neve; della neve caduta cioè. C’è un’altra teoria di parole per le varietà della caduta di neve; un altro gruppo cospicuo per il ghiaccio; una ventina e più di parole per definire il tipo e le variazioni della temperatura, per indicare con quale forza soffia il vento, e quale tipo di precipitazione si sta verificando, tutto insieme.

Pagina 161 | Pos. 2465-67

È una cosa terribile, la bontà, questa bontà che gli esseri umani non perdono. Terribile, perché quando noi alla fine siamo nudi, nel buio e nel freddo, è tutto ciò che abbiamo. Noi che siamo così ricchi, così pieni di forza, finiamo con quella piccola moneta.

Pagina 167 | Pos. 2559-61

Le guardie erano raramente dure, e mai crudeli. Tendevano a essere stolide, pesanti, lente, e – almeno ai miei occhi – effemminate… non nel senso che si potrebbe credere, come gentilezza, delicatezza, e così via, ma nel senso esattamente opposto: una materialità grossolana e blanda a un tempo, una bovina paciosità senza spigoli e senza lame taglienti.

Pagina 168 | Pos. 2573-75

I prigionieri che si trovavano là da diversi anni erano, psicologicamente, e — credo — entro certi limiti anche fisicamente adattati a questa castrazione chimica. Erano asessuati come buoi. Erano senza vergogna e senza desiderio, come gli angeli. Ma non è umano essere senza vergogna e senza desiderio.

Pagina 171 | Pos. 2611-13

l’altro, un individuo di mezza età, aveva qualche disturbo, o malattia del fegato, e stava morendo. Poiché non poteva morire d’un colpo, gli fu concesso d’impiegare un po’ di tempo a farlo, sulla cuccetta.

Pagina 175 | Pos. 2671

era giunto il momento di rivolgermi ai miei nemici, perché nei miei amici non c’era più niente di buono.

Pagina 179 | Pos. 2730-31

Non c’è nulla di più facile che entrare in prigione. Mi sentii abbastanza rassicurato anche sulla maniera per uscirne.

Pagina 179 | Pos. 2735-36

Non uccidevano gente, nelle Fattorie; lasciavano che la fame e l’inverno e la disperazione uccidessero al loro posto.

Pagina 192 | Pos. 2939-40

Dove non c’è birra, su Inverno, c’è l’orsh; dove non esistono né birra, né orsh, non c’è gente.

Pagina 199 | Pos. 3046-47

— Il Primo Inviato su di un mondo viene sempre da solo. Un solo alieno è una curiosità, due sono un’invasione.

Pagina 199 | Pos. 3050-51

— Nel pericolo, onore — disse lui; evidentemente era un proverbio, perché aggiunse, in tono blando, — saremo pieni di onore, quando raggiungeremo Karhide…

Pagina 202 | Pos. 3091-97

Odiare Orgoreyn? No, e perché dovrei? Come si fa a odiare una nazione, o ad amarne una? È Tibe che parla di questo; io non conosco l’espediente per farlo. Io conosco la gente, conosco le città, le fattorie, le colline e i fiumi e le rocce, so come il sole al tramonto, d’autunno, discende sul fianco di un certo campo sulle colline; ma qual è il senso di dare un confine a tutto questo, di dare un nome a esso e cessare di amare là dove il nome finisce di essere applicato? Cos’è l’amore per il paese di una persona; è forse l’odio per quello che non è il paese di quella persona? Allora non è una cosa buona. È semplicemente amore di se stessi. Questa è una cosa buona, ma non bisogna farne una virtù, o una professione… Per come io amo la vita, io amo le colline del Dominio di Estre, ma questo tipo di amore non ha una linea di frontiera di odio. E oltre a quello, io sono ignorante, così spero.

Pagina 203 | Pos. 3100-3101

Un uomo che non detesta un cattivo governo è uno stupido. E se esistesse un buon governo, sulla terra, sarebbe una grande gioia servirlo.

Pagina 214 | Pos. 3281-82

considerando da quali distanze ci siamo riuniti, per dividere questa tenda per un poco, ci comportiamo abbastanza bene.

Pagina 217 | Pos. 3316-17

un brontolio sibilante riempie l’aria, così enorme e così lungo, questo suono, che non lo si può udire, quando si smette di ascoltarlo

Pagina 219 | Pos. 3352

«Fuoco e paura, buoni servi, cattivi padroni.»

Pagina 222 | Pos. 3403-4

Non c’è niente, dice il Ghiaccio, all’infuori del Ghiaccio… Ma il giovane vulcano là, a nord, ha un’altra parola che crede di dover dire.

Pagina 226 | Pos. 3454-70

— Ho visto le vostre fotografie, le immagini delle donne che mi avete mostrato. Le donne avevano l’aspetto di getheniani incinti, ma con dei seni più grandi. Differiscono molto dal vostro sesso, nel comportamento mentale? Sono come una specie differente? — No. Sì. No, naturalmente no, in realtà, non proprio. Ma la differenza è molto importante. Suppongo che la cosa più importante, il più pesante elemento singolo nella vita di una persona, sia data dal fatto che sia nato maschio oppure femmina. In quasi tutte le società questo fatto determina le aspettative, le attività, l’aspetto, l’ideologia, l’etica, la morale, le maniere di una persona… quasi tutto. Vocabolario. Abitudini personali. Modo di gestire. Perfino di mangiare. Le donne… le donne tendono a mangiare meno… È estremamente difficile separare le differenze innate da quelle derivate, da quelle imparate. Anche dove le donne partecipano alla società in uno stato di uguaglianza con gli uomini, dove c’è parità di diritti e di doveri, dopotutto esse devono sempre portare i bambini, darli alla luce, e occuparsi di quasi tutta la prima educazione del bambino… — L’uguaglianza, la parità, non è dunque la regola generale? Sono forse mentalmente inferiori? — Non lo so. Apparentemente, esse non diventano frequentemente grandi matematiche, o compositrici di musica, o inventrici, o pensatrici astratte. Ma non è perché sono stupide. Fisicamente, sono meno muscolose, ma un po’ più resistenti degli uomini, e più adattabili. Psicologicamente… Dopo queste parole, aveva fissato per molto tempo la stufa ardente, e aveva scosso il capo. — Harth — mi disse, — non posso dirvi come sono le donne. Non ho mai pensato molto a questo problema in astratto, sapete, e… Dio!… ormai, in pratica ho dimenticato. Sono qui da due anni… Non sapete. In un certo senso, per me le donne sono più aliene di quanto non lo siate voi. Con voi, almeno io condivido un sesso, in ogni caso… — Distolse lo sguardo e rise, a disagio e inquieto e impacciato. I miei sentimenti erano complessi, e lasciammo cadere l’argomento.

Pagina 230 | Pos. 3523-25

Estraven aveva preso in considerazione queste differenze, nel calcolare le razioni del cibo, nella sua maniera scrupolosa che si poteva considerare sia scientifica che da brava massaia

Pagina 230 | Pos. 3526

Comunque fosse diviso, il cibo era scarso.

Pagina 242 | Pos. 3700-3701

Per essere sinceri, il mio stesso popolo, i terrestri, ignorava l’uso dello zero, fino a circa tremila anni fa.

Pagina 243 | Pos. 3711-12

stava scivolando nel sonno, come un nuotatore affonda nell’acqua nera.

Pagina 247 | Pos. 3786-87

Con fortuna ce la faremo, e senza fortuna non ce la faremo.

Pagina 257 | Pos. 3934-35

La paura è molto utile. Come le tenebre; come le ombre.

Pagina 258 | Pos. 3945

la bianca assenza di ogni cosa

Pagina 262 | Pos. 4006

Per celebrare il nostro arrivo il nostro festino fu solo a base di acqua bollente.

Pagina 263 | Pos. 4033-38

Anime avvolte dall’oscurità, primitive, appassionate, ignoranti, contadini di una terra povera, la loro generosità diede una conclusione nobile a quel duro viaggio. Diedero con entrambe le mani, generosamente, senza fermarsi. Non misurarono, non contarono, non esitarono. E così Estraven ricevette quel che essi ci davano, come un Lord tra i lords suoi pari, o come un mendicante tra i mendicanti, un uomo tra la gente del suo popolo. Per gli abitanti di quel villaggio di contadini e pescatori, gente povera che vive sul bordo del bordo, all’estremo limite abitabile di un continente a malapena abitabile, l’onestà è essenziale come il cibo. Devono comportarsi con giustizia e onestà l’uno con l’altro; non c’è abbastanza per ingannare, giocare, nascondersi.

Pagina 271 | Pos. 4148-50

mi domandai, non per la prima volta, che cosa fosse il patriottismo, in che cosa consistesse realmente l’amore per il proprio paese, da dove e come sorgesse quella lealtà struggente che aveva fatto tremare la voce del mio amico: e come un amore così vero potesse diventare, troppo spesso, una cosa bigotta tanto stupida e meschina e volgare.

Pagina 277 | Pos. 4233-35

Dopo il suo arrivo, credo che la porta fosse lasciata aperta. La ricordo aperta, mentre io desideravo che fosse chiusa, per il soffio d’aria fredda che veniva dal corridoio. Ma io non avevo la forza, né il coraggio, di scendere dal letto per chiudere la porta della mia prigione.

Pagina 278 | Pos. 4248-51

Per loro il suicidio non è, come per noi, una scelta. È la rinuncia alla scelta, l’atto stesso del tradimento. Per un karhidiano che studiasse i nostri canoni, il delitto di Giuda non si troverebbe nel tradimento di Cristo, ma nell’atto che, sigillo ultimo della disperazione, nega ogni possibilità di perdono, di cambiamento, di redenzione, di vita: il suo suicidio.

Pagina 290 | Pos. 4442-44

Dopo circa un’ora il ragazzo (nell’aspetto e nei movimenti aveva la delicatezza e la guizzante grazia di una fanciulla, ma nessuna fanciulla avrebbe potuto mantenere un silenzio così cupo come il suo)

La mano sinistra delle tenebre: giudizio finale

Consiglio La mano sinistra delle tenebre anche ai non lettori abituali di fantascienza: quando una storia è così bella e profonda trascende ogni genere e classificazione. In particolare lo consiglio agli appassionati di romanzi di avventura: la descrizione dei viaggi di Genly Ai nel pianeta ghiacciato sono molto avvincenti e la lotta uomo-natura è particolarmente accurata.
Siete lettori di romanzi d’alpinismo? Ecco il libro che a per voi.

Nella mia classifica siderale e siderurgica priva di accordi ma ricca di manomissioni, La mano sinistra delle tenebre merita un punteggio senza senso di quattro cartelli bisessuali per mettere in difficoltà gli avventori dei bagni pubblici:

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Tenar
10 anni fa

Se trovo un post sul mio libro preferito come faccio a non fermarmi ad applaudire?
Che cosa posso aggiungere a quanto è già stato detto? Forse solo un avvertimento, bene o male in tutte le edizioni la quarta di copertina mette l’accento sulla questione delle strana sessualità dei Gethiani, ma non bisogna pensare che sia questo il cuore del libro (vi lascio immaginare i commenti di mia madre quando le cadde l’occhio appunto sulla quarta di copertina e paventò un libro quasi pornografico!). Alla fine, tutto ruota sul concetto di percezione e di verità. E quella splendida frase iniziale è diventato un po’ il mio manifesto.

Tenar
10 anni fa
Rispondi  Andrea Cabassi

Sì, anche se sono affezionata anche alla prima parte “Stenderò la mia relazione come se fosse un racconto. Mi hanno insegnato, quand’ero bambino, sul mio pianeta natale…” mi piace proprio l’idea che l’immaginazione attivata dalla narrazione sia una via per raggiungere la Verità, un ponte in grado di superare ogni barriera.
E poi, ovviamente, da Le Guiniana di ferro e donna di paese che non ha paura di confrontarsi con i suoi draghi, non posso che chiamarmi Tenar