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Con Venere più X ho provato quello stato d’animo tipico di quando si legge un libro con grandi aspettative (di Sturgeon avevo già letto Cristalli Sognanti) e che, più si procede nella lettura, vengono alimentate da elementi di cui forse non si capisce subito o completamente la natura, ma cui si dà fiducia perché, appunto, le aspettative sono quelle di arrivare a un punto culminante in cui tutto trova appagamento, magnificenza e coronamento.
L’appagamento in Venere più X
Salvo gli ultimissimi capitoli, la lettura è stata davvero gratificante. Mai banale e ricca di spunti di riflessione, mette di fronte a profondi dilemmi e restituisce con gli interessi quello che la buona fantascienza deve al lettore. Da questo punto di vista Venere più X mi è piaciuto e di sicuro mi ha lasciato qualcosa di profondo.
La magnificenza in Venere più X
Nella postfazione possiamo leggere che i motivi principali che hanno spinto Sturgeon a scrivere Venere più X sono stati scrivere un libro decente e scrivere un libro decente sul sesso. A me però sembra che, nel finale di cui parlavo nel paragrafo precedente, la storia sia scaduta nella spettacolarizzazione del putrido con anche una vaga tendenza al macabro.
Chi ha letto Venere più X potrebbe accusarmi di puritanesimo, non è così. Non ho di certo noie con i temi LGBT, solo che mi aspettavo una conclusione che attingesse dalla (appunto) magnificenza e invece mi trovo nel baraccone dei fenomeni (chi dovesse eventualmente sentirsi offeso da quanto ho scritto è pregato di interpretare meglio le mie parole).
Il coronamento in Venere più X
Alternata alla storia principale ne esiste un’altra che inizialmente mi ha lasciato un po’ perplesso. Si tratta di episodi di vita coniugale, storie di vicinato, rapporto fra genitori e figli, piccoli racconti di vita quotidiana. Dicevo prima che questi episodi paralleli mi avevano lasciato un po’ perplesso; non volevo esagerare ma in realtà non ho capito che diavolo fossero neanche a lettura conclusa.
Sarà stata colpa mia che non ho capito (ma anche confrontandomi con altri su Venere più X pare ch’io sia in buona compagnia), tuttavia fatico a digerire la mancanza del punto culminante in cui tutto trova coronamento, mi lascia l’amaro in bocca e la sensazione che un’occasione importante sia stata persa.
Venere più X: citazioni
Comunque il libro è molto bello, ve lo assicuro. Come fare per dimostrarlo se non mostrando i brani che maggiormente mi hanno solleticato? Ecco la raffica:
amava la matematica in modo tale che era un peccato che la parola “amore” fosse stata usata per qualche altra cosa.
Pos. 363-67
La struttura era diversa; tradotta, quella frase avrebbe significato press’a poco: «Tu (seconda persona singolare, ma in una forma alternativa che non denotava intimità né formalità, ma amicizia e rispetto, come se fosse un vocativo rivolto a uno zio molto caro) mi (un “mi” che indicava una utile assistenza e un’amichevolezza, quale poteva venire da un consigliere o da una guida, e non indicava, invece, una superiorità legale o altro) capisci (nel semplice senso verbale, piuttosto che nel significato di comprensione emotiva o psichica), Charlie».
Pos. 463-65
le ho detto, ehi, cos’è la frequenza, in fin dei conti? E sai che cosa mi ha detto lei?» «No, che cosa ha detto?» «Ha detto che era un pezzo di un apparecchio radio.» «Be’, diavolo, sono donne.»
Pos. 523-28
Ricordò qualcosa che aveva letto da qualche parte: era Ruth Benedict? Qualcosa a proposito del fatto che nessun concetto del linguaggio umano, come religione o organizzazione sociale, esisteva nella cellula germinale. In altre parole, prendi un bambino, di qualsiasi colore, di qualsiasi paese e trapiantalo altrove, e quel bambino crescerà simile alla gente della sua nuova patria. E poi c’era quell’articolo che aveva letto, e che esponeva la stessa idea, ma l’estendeva a tutta la portata della storia umana; prendi un bambino egizio dei tempi di Cheope, e trapiantalo nella moderna Oslo, e diventerà un norvegese, capace di imparare l’alfabeto Morse e magari di avere qualche pregiudizio contro gli svedesi.
Pos. 572-73
Charlie si diceva spesso che lui non era un barbone soltanto perché lavorava sempre, o forse era comunque un barbone.
Pos. 1052-53
I particolari anatomici erano affascinanti, come lo sono spesso, e per la solita ragione che stordisce chiunque sia capace di stupirsi; per l’ingegnosità, l’inventiva, l’efficiente complessità d’una cosa vivente.
Pos. 1176-77
«Sai» dice lui, sbalordito «è precisamente quello che mi ha detto Smitty.» Ride. «Tu lo dici per tirarmi su, lui me lo dice per buttarmi giù.» «Credo che dipenda da come la si vede.»
Pos. 1272-74
«Dice che la gente ha fatto il suo primo grosso errore quando ha cominciato a dimenticare le somiglianze tra gli uomini e le donne e ha cominciato a badare solo alle differenze. Dice che questo è il peccato originale.
Pos. 1344-47
Charlie aveva sentito dire che probabilmente il sonno era una tendenza innaturale, ereditata dagli abitatori delle caverne che erano necessariamente obbligati a starsene accoccolati immobili nelle grotte durante le ore di buio per evitare i carnivori notturni; secondo quella teoria, la capacità di perdere coscienza e di rilassarsi durante quei periodi era diventata un fattore di sopravvivenza.
Pos. 1371-74
«Che genere di energia è?» Seace si tirò leggermente il naso dalle narici equine. «Hai mai sentito parlare di materia negativa?» «E la stessa cosa dell’antimateria… dove l’elettrone ha una carica positiva e il nucleo è negativo?» «Tu mi sorprendi! Non sapevo che foste arrivati così lontano.» «Certi tali che scrivevano fantascienza ci erano arrivati.»
Pos. 1379-81
«Non pretendo di capirlo» sorrise Charlie. «Mi limito a crederlo.» Seace sorrise a sua volta e disse, con ironica severità: «Tu sei venuto qui per discutere di scienza, non di religione».
Pos. 1930-33
«Noi adoriamo l’avvenire, non il passato. Noi adoriamo quello che sarà, non quello che è stato. Noi aspiriamo alle conseguenze dei nostri atti. Teniamo davanti a noi l’immagine di ciò che cresce ed è malleabile… di ciò che abbiamo il potere di migliorare. Noi adoriamo questa capacità in noi stessi e il senso di responsabilità che vi si unisce. Un bambino è tutto questo…
Pos. 1949-51
«Hai mai visto l’immagine di un uomo che corre? O che cammina? È sbilanciato, o lo sarebbe se rimanesse immobile come lo è quell’immagine. Ma non potrebbe correre o camminare, se non fosse sbilanciato. È in questo modo che tu vai da un luogo all’altro… cominciando sempre a cadere.»
Pos. 2039-41
i ledom erano meno imbarazzati di lui dai problemi sessuali, almeno quanto lui era meno imbarazzato di una massaia vittoriana che dovesse nominare le “gambe” di un piano, e che non avrebbe messo un libro d’un autore maschio accanto a quello di una scrittrice, a meno che i due autori non fossero marito e moglie.
Pos. 2096
un bambino cresce dalla carne della madre, quasi come un naso.
Pos. 2100-2102
L’umanità ha un bisogno disperato di sentirsi superiore. Questo non deve infastidire la ridottissima minoranza che è veramente superiore, ma certamente turba la maggioranza che non lo è affatto.
Pos. 2164-65
Un porco in mezzo alla gente è un porco, ma un porco in mezzo ai porci fa parte della gente.
Pos. 2282-85
Così si comprende facilmente che le attribuzioni sessuali non rappresentano nulla, in se stesse, perché in tempi e in luoghi diversi ogni caratteristica può essere propria di entrambi i sessi, di uno solo e di nessuno dei due. In altre parole, una sottana non fa l’entità sociale “donna”. Occorre una sottana più un atteggiamento sociale.
Pos. 2371-73
Roma sosteneva che tutti i piaceri sessuali erano peccaminosi. E anche se questo vulcano otturato ha prodotto ponti e case, fabbriche e bombe, ha causato in aggiunta uno spaventoso fenomeno di nevrosi. E anche quando una nazione rifiutava ufficialmente una chiesa, rimanevano le stesse tecniche repressive, le stesse preoccupazioni dottrinarie, filtrate attraverso lo stesso complesso di colpa.
Pos. 2400-2403
una divinità maschile, una sacra scrittura autorevole, un forte governo centrale, l’intolleranza per la ricerca e l’indagine, un atteggiamento sessuale repressivo, un conservatorismo profondo (perché non si cambia ciò che hanno costruito i padri) una rigida demarcazione tra i sessi, negli abiti e nella condotta, e un profondo orrore dell’omosessualità.
Pos. 2427-28
In una società di cannibali è immorale non mangiare carne umana.
Pos. 2787-88
Perché una particella cosmica che cambia i geni dovrebbe essere più naturale della forza della mente umana?»
Pos. 2800-2801
Tu lasci che chiunque ti aiuti, se ti aiuta a credere ciò che vuoi credere.»
Pos. 2859-60
Era nauseato dall’umanità, e non tanto per il male che essa commetteva, quanto per il bene che distruggeva in se stessa.
Venere più X: giudizio finale
Ricorro alla mia personale classifica brevettata senza evidenze nel mondo reale per concludere esprimendo il giudizio finale su Venere più X, che – rullo di tamburi – è di circa una dozzina di mezzi arcobalenini: