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Ho recentemente scoperto l’esistenza di una rubrica culturale nelle pagine de Il Giornale.
Per i maliziosi che hanno subito pensato all’ossimoro servito su un piatto d’argento: beh, è proprio così.
Il primo (nonché unico) articolo che ho letto era titolato Leggere non solo è inutile, ma fa anche male; io ingenuamente ho pensato a un titolo ricco di ironia per introdurre un articolo a favore della lettura, un pezzo impegnato per la lotta all’abbandono della lettura, grande problema del nostro Paese. Poi mi sono ricordato che dopotutto si trattava sempre de Il Giornale, quello con la G nera in campo giallo. Questo l’incipit dell’articolo:
La verità, contrariamente a quello che pensa la maggior parte della gente, è che i libri sono pericolosi. Non soltanto spesso sono inutili, ma addirittura possono fare danni, persino peggiori di quelli prodotti dall’ignoranza. Leggere fa male, molto male.
Quest’affermazione è addirittura ripetuta due volte, come ad avvertire il lettore che non è uno scherzo: Luigi Mascheroni, autore dell’articolo (che non si merita una foto più grande di così), ci sta dicendo sul serio questa… cosa!
A questo punto voi potrete dire che mi sono inventato tutto (magari!), anche perché non inserirò certo un link verso quel portale ma, a suffragio di quanto sostengo, ecco una stampa dell’articolo con trafiletti vari e facce spaventose incluse:
L’articolo originale da Il Giornale
Come se non bastasse, per argomentare il tema descritto dal fantasioso titolo, nell’articolo si citano fuori dal contesto queste due affermazioni di Arthur Schopenhauer:
Quando leggiamo, qualcun altro pensa per noi: noi ripetiamo solamente il suo processo mentale… quando si legge ci è sottratta la maggior parte dell’attività di pensare… quindi accade che chi legge molto e per quasi tutto il giorno, piano piano perde la facoltà di pensare. Questo è il caso di molti dotti: hanno letto fino a diventare sciocchi.
Tanto più si legge, tanto meno ciò che si è letto lascia tracce nello spirito: diventa come una lavagna su cui si è scritto troppo e in modo confuso.
Tralasciando la mia personale interpretazione delle due citazioni, che grida ai quattro venti teutonico sarcasmo, ritengo davvero subdolo questo uso… ah no, un momento! Dimenticavo ancora che sto parlando de Il Giornale… allora è tutto a posto, in perfetta armonia con l’usuale linea editoriale.
Lasciate solo che chiuda anch’io con una citazione e, tanto per evitare d’essere originale, disturberò un’ultima volta il caro vecchio Schopenhauer:
Che i vermi roderanno il mio corpo è un pensiero che posso sopportare; ma che i professori di filosofia rodano la mia filosofia, è un’idea che mi fa venire i brividi.
La replica di Luigi Mascheroni
Nota del 23/9/13: ho appena ricevuto questa eMail da Luigi Mascheroni, l’autore dell’articolo in oggetto, che pubblico molto volentieri.
Le sue rassicurazioni sono gradite anche se – devo dirlo – senza queste parole difficilmente avrei pensato che la mia interpretazione fosse sbagliata:
Buongiorno,
leggo solo ora le discussioni nate attorno a un mio vecchio articolo sul Giornale. Temo che ci sia un grossissimo equivoco: il pezzo era la segnalazione della riedizione di uno scritto di Arthur Schopenhauer, “Sulla lettura e sui libri”. Il mio pezzo era assolutamente, e platealmente, provocatorio, e sottolineava come il filosofo mettesse in guardia dai “cattivi libri” (di cui il mondo è pieno, oggi come allora). Il mio intento era del tutto contrario alle vostre interpretazioni (e basta leggere l’articolo per intero per capirlo): e cioè che occorre leggere bene, dove per “bene” – secondo Schopenhauer – si devono intendere i classici. Meglio leggere e rileggere i classici che tanti altri libri inutili… Cosa, credo, condivisibile da chiunque.
Per inciso: lavoro alle pagine culturali dei quotidiani da 15 anni, per lavoro e per piacere leggo 3-4 libri alla settimana, insegno in Università, ho scritto libri… Sarebbe folle se sostenessi che leggere fa male!!! Capisco l’odio politico verso Il Giornale, ma interpretazioni come quello che leggo sul vostro blog mi sembrano davvero eccessive. Spero che possiate segnalare in qualche modo sul blog questa mia (tardiva) nota. Sarà utile a tutti, credo
Grazie per quanto potrete fare.
l.m.
mi sembrano valutazioni precipitose, parziali e francamente un po’ ignoranti. Io pure non condivido un’acca della linea politica del Giornale. Ma c’entra necessariamente con le pagine culturali? Lei si presenta quale pubblicatore di poesie… non sa che nicola crocetti, fondatore dell’omonima casa editrice, l’unica che pubblichi ancora poesia e supporti un po’ il genere, è da anni editorialista del Giornale? Inoltre Massimiliano Parente e lo stesso Mascheroni sono scrittori e intellettuali di tutto rispetto.
La polemica “contro i libri” vanta un’antica tradizione in europa ed è da sempre foriera di stimoli intellettuali. Non ultimo, dimostra che chi si vanta affettatamente di stare dalla parte dei libri, avendone forse letti molti, dimostra comunque di non saper leggere senza pregiudizio ideologico per dedicarsi al solo merito delle parole.
Trovo più stucchevoli le pagine culturali di repubblica, sempre tese alla dimostrazione politica, all’impegno mitologico contro le “forze del male”, che non quelle del giornale dove sparuti intellettuali, ben consci della debacle politica di ogni parte, scelgono di vivere nell’isola letteraria, poetica o filosofica, senza toccare il potere della parte che li finanzia, alla quale non interessano, e senza farsi toccare da essa, se non per finta.
Ciao Carlo e benvenuto! Mi fa sempre piacere quando nasce una discussione potenzialmente stimolante. Non trovi che parlare della presunta pericolosità dei libri nell’era del rincoglionimento televisivo sia del tutto anacronistico?
scusa andrea, ma che c’azzecca la televisione col discorso di mascheroni? La piaga televisiva vien buona a troppi per giustificare troppe cose. E non succede da oggi ma da quarant’anni (leggiti “apocalittici o integrati” si Eco, un libro proprio di alcuni… decenni fa). Siccome esiste la TV non si può criticare la lettura?
Io, come Mascheroni, trovo che l’insistenza generica sul valore assoluto della lettura sia una posizione discutibile, sospetta di interessi di parte, e molto superficiale. Fino a non molti decenni fa la posizione di schopenhauer citata da mascheroni appariva molto meno paradossale e iperbolica di quanto non sembri ora, nel tempo della lettura-come-bene-assoluto. Leggi Manganelli o Elias Canetti o decine di altri autori: i libri generalmente presi, soprattutto i romanzi, fanno male, annacquano il cervello, mettono idee balorde… altro dicasi per i classici che invece, soli, sono degni di lettura e rilettura. Ti dirò di più: proprio l’imperante televisivo ti porta a dire (a te e ai molti che la pensano similmente) che la lettura non può essere altro che un bene, sempre e comunque; se la TV non esistesse (come non esisteva per Schopenhauer) anche tu avresti molto minor fretta a incensare qualunque libro, ad ogni costo… purché si legga. Ergo l’impoverimento culturale televisivo si evince più dalle certezze e dall’incapacità di giudizio di chi, saltuariamente, legge qualcosa, che da chi non legge mai nulla e conseguentemente se ne tace.
Non so che razza di libri legga tu, ma quelli che scelgo io sono tutti molto stimolanti.
Non ho capito che cosa intendi dire con “i libri generalmente presi, soprattutto i romanzi, fanno male”… in che senso “generalmente presi”?
Penso che l’autore dell’articolo del Giornale volesse essere provocatorio, ed è evidentemente riuscito nel suo intento.
Certo dire che “i libri generalmente presi, soprattutto i romanzi, fanno male” mi sembra un tantino tirato per i capelli.
Però purtroppo non ho nessuna citazione di Schopenhauer a supporto della mia tesi, quindi suppongo casserete il mio intervento 🙂
Io penso che i romanzi “commerciali” siano MEDIAMENTE di un livello molto molto molto più alto dei corrispondenti programmi televisivi commerciali.
Mille volte meglio leggere un Dan Brown che seguire un Carlo Conti.
o maria de filippi… Certo, però non ha tutti i torti Carlo qui sopra, quando dice che ci sono molti libri di basso livello. Per quanto ho potuto constatare tirando in ballo la de filippi, che non c’è stato un solo partecipante di “amici di maria”, che non abbia pubblicato un libro e dubito si discostino molto dal contenuto culturale della trasmissione.
fra noi non c’è possibilità di discussione. Mi spiace dirlo, ma è così… avete mai letto Madame Bovary; avete mai letto Autodafé? Non sapete che i romanzi corrompono le masse? Almeno stando alla maggior parte dei grandi scrittori del XIX e di parte di quelli del XX secolo?
C’era un articolo di Pierluigi battista sulla Lettura allegata al Corriere (ma già, forse il Corriere non va bene perché è il giornale degli industriali…), che vi consiglio di leggere (si intitola gli snob della cultura, dovreste trovarlo anche online, credo). Leggetelo che vi fa bene.
E poi affermare che i romanzi commerciali siano MEDIAMENTE di un livello molto molto molto più alto dei corrispondenti programmi televisivi commerciali e confrontare dan brown con carlo conti è cattiva fede o miopia. Se confronto dan brown con le sceneggiature del doctor house o del trono di spade o dei simpson, direi che forse la vince il telefilm/cartoon…. ripeto, la TV è tirata in ballo per niente…. qui si tratta di capire che l’equazione lettura=bene non lettura=male è quanto di più intellettualmente rozzo e insignificante si possa affermare.
Esiste sempre possibilità di discussione, magari potremmo recuperarla abbassando i toni e portando argomentazioni a supporto di quello che affermiamo.
i miei toni non sono alterati, e porto numerose argomentazioni. Piuttosto spostare il focus dal merito alla forma, è un modo di intralciare qualunque ragionamento.
Di essere intellettualmente rozza non avevo dubbi, c’è sempre tanto da imparare. Insignificante, quello mi dispiace un po’.
Meno male che c’è chi mi fa capire di essere al contempo anche una snob della lettura e mi consiglia cosa mi fa bene.
Spostare il fuoco sulla tv, concordo, è off topic.
Contestualizzando nella nostra storia contemporanea direi che, per quel che posso misurare coi miei occhi, vedo più danni da non lettura che da lettura.
A proposito di romanzi *non letti* che corrompono le masse: a volte mi piacerebbe proprio che tanti bigotti se la leggessero davvero, una volta nella vita, la Bibbia per capire su quali basi poggia la loro fede.
E dopo la Bibbia mi piacerebbe che leggessero anche Dawkins o Greene.
Urge link di salvataggio: http://www.ryo.it/tag/bibbia/ 😛
Ma se andasse a ca*are sangue sul GRA, il signor Mascheroni? Che abominio -__-‘
Ho aggiunto qualche asterischino oltre a quelli che avevi messo tu: di questi tempi meglio pararsi il ****!
Non hai torto, anzi: scusa la volgarità, mi è proprio sfuggita. In futuro mi conterrò… è che quando vedo scrivere “leggere è inutile, anzi, dannoso” vedo rosso -__-‘
Non ho problemi con la volgarità, ho problemi con la polizia (quasi cit. LOL)
Ecco il mio pensiero
Di recente lo stesso giornale ci ha regalato un’altra chicca!!!!!!!!
WoW salve :). Questo blog è una fonte di discussione continua :D! Comunque, parlando dell’articolo, immagino – spero – sia provocatorio, anche se, dal giornale mi aspetterei questo ed altro. Calcolando poi, che Luigi Mascheroni è esso stesso autore di libri, fra cui – mi sembra – uno dedicato al degrado della scuola Italiana e all’imbarbaramento della cultura in Italia e che quindi, nel contesto, suoni decisamente strano. Forse era un monito per non leggere più il giornale o i suoi libri? In questo caso è ammirevole. Gesto generoso il suo :), ma immagino che per chi legge il giornale, sia come piovere sul bagnato.
Beh sì, la speranza che si trattasse di un maldestro tentativo di risultare ironici c’è sempre… più nei nostri cuori che nei fatti, ma c’è! 🙂
ma anche se fosse ironico e provocatorio, una simile affermazione, fatta in un paese come l’Italia dove l’80% della popolazione non legge, è molto, molto pericolosa. Se il medesimo titolo fosse stato pubblicato in Finlandia dove il livello culturale è elevatissimo, avrei potuto anche accettarlo e riderci sopra. Ma non in questo contesto. So bene anch’io che il contenuto di molti libri pubblicati non si discostano per niente da certe pessime trasmissioni televisive (come afferma Carlo), però se questo è utile ad avvicinare l’italiano medio alla lettura, ben vengano anche le schifezze scritte dagli “amici di maria”. Si spera che tra i tanti “perduti”, qualcuno s’affezzioni alla lettura e gradualmente passi ad un livello superiore.
E questo a proposito di contenuti pericolosi.
Tra l’altro scusa, non mi sono ancora presentata :), mi firmo Gery ma mi chiamo Marta.
Grazie per essere passata Gery alias Marta. Che cosa ti ha portata su queste pagine? (Lo so, sono un ficcanaso :^) )
No problem 🙂 . Guarda, stavo cercando un elenco di case editrici serie per un mio amico, e sono finita su diversi blog che trattavano invece di quelle al limite del legale, fra cui sul tuo. Tra l’altro ti ringrazio perchè è stato molto utile. Anche il blog di scrittevolmente è stato molto utile. Ha messo un bell’elenco di case editrici da evitare. Per questa gente, sarebbe da segnalare il tutto a Report, in modo che si faccia un po di chiarezza nel mondo dell’editoria italiana.
Sarebbe bello fregasse qualche cosa a qualcuno :-/
CMQ ho scoperto su writer’s dream un elenco abbastanza completo di editori non a pagamento, magari dacci un occhio!
Echettelodicoaffà, concorde al 100% 🙂
scusi, Andrea, ma lei lo aveva letto bene l’articolo? Pare di no, a giudicare dal chiarimento dell’autore. Certo, leggere montagne di giornali al giorno è impresa titanica, ma fare simili sfrondoni appare particolarmente grave specie perché l’accusa di sostenere l’ignoranza era pesante. Poi, l’ironia costante verso la testata sembra gratuita: credo ci sia ancora libertà di pensiero, dunque il mio pensiero vale quanto il suo o di chiunque altro, purché nei limiti e della legalità e della correttezza: oppure lei ha sempre ragione? Non sono lettrice del giornale in questione ma è l’atteggiamento sprezzante che non mi piace per niente. Se vogliamo essere rispettati, dobbiamo rispettare, non crede?
Se fossi contrario alla libertà di pensiero non avrei pubblicato né la replica di Mascheroni all’interno del mio post, né la tua scortese risposta.
Se il mio atteggiamento sprezzante non ti piace ti consiglio di leggere tutti i miei post e di seguirmi da qui all’eternità.
Io l’articolo l’ho letto e anche bene e anche dopo la risposta del giornalista mi sembra che l’articolo non fosse ironico proprio per nulla!!!!!
chissà perché fin dal tempo che fu tutti i “vincitori” hanno bruciato libri.
A Berlino, nel luogo in cui i nazisti hanno fatto la stessa “impresa”, ho pianto.
Un libro è fatto di parole, e la Parola crea idee.
Complimenti alla provocazione de il Giornale.
una delle cose inquietanti è l’idea che cui sia qualcuno che si autoarroga il diritto di dirmi cosa sarebbe meglio leggere. Reputo che siano già troppi gli input che ti indicano cosa dovresti pensare/guardare ecc ecc. Il Giornale e i suoi collaboratori vorrebbero sostituirsi alla mia capacità critica. Interessante. Peccato che nel mio caso non reputi minimamente “il Giornale” un giornale. Basta valutarne i toni da bar
Il Giornale sta a un vero giornale come Studio Aperto sta a un TG
Per caso la redazione del Giornale si è trasferita a Libero?