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Ribadisco il concetto: non è vero, come pensavo, che non mi piacesse il fantasy: non mi piace il fantasy medievale!
Ho recentemente divorato un romanzo di Neil Gaiman (già stimato autore di Sandman), complice anche la malattia che ti tiene tutt’il giorno dentr’al letto: American Gods.
Ho preso American Gods a Lucca lo scorso novembre come ripiego (cercavo tutt’altro), l’avevo accantonato e l’ho estratto dal mucchio quasi casualmente (non l’avevo ancora sistemato in libreria ed era lì che gironzolava per casa libero e molesto).
Divinità: ecco di che cosa si parla. Un piccolo riassunto: le divinità pagane importate negli anni dai vecchi continenti agli USA risentono dell’abbandono degli esseri umani, che hanno smesso di venerarle e non credono più in loro, spesso sostituiti da nuovi dei: la televisione, le macchine e in generale la tecnologia.
Questi nuovi dei sono forti della venerazione umana e sono del tutto intenzionati a fare le scarpe ai vecchi dei, che giudicano superati, ottusi e inutili.
In questo scenario si muove Shadow, che all’inizio della narrazione sta scontando gli ultimi giorni di carcere e ora, dopo tre anni, è pronto alla libertà, a una vita nuova, a un lavoro onesto ma soprattutto all’abbraccio dell’amata moglie.
Una buona e una cattiva notizia, l’incontro con un misterioso uomo d’affari e le minacce del ragazzo grasso gli stravolgeranno la vita, che non sembrerà più tanto destinata alla normalità.
American Gods: commento finale con spoiler
Vincitore dei premi Hugo e Nebula del 2002, American Gods fila come l’olio per tutta la sua durata e, nonostante la febbre, non ho trovato inghippi o grovigli complessi (o magari non li ho trovati proprio grazie ai 39 gradi e mezzo!). I personaggi sono affascinanti e misteriosi quanto basta, amministrati lodevolmente, si lasciano conoscere un poco alla volta. Non mi è piaciuto molto il finale con la scoperta dell’imbroglio di Wednesday, trattato con troppa faciloneria anche la pace fra vecchi e nuovi dei, ma posso dire che al 95% mi è piaciuto moltissimo e che questo fatto non è stato sufficiente perché formulassi un giudizio negativo. Consigliato!